BUSINESS

7 giorni di business che cambia la mobilità: 2 – 8 maggio 2022

I protagonisti della settimana: Cariad, Free2Move, Glencore, Group14 Technologies, Hyundai, IBU-tec, Li-Cycle, Morrow, Porsche, Qualcomm, Tesla, Vale, Vitesco

2 maggio: Vitesco Technologies ha ricevuto un ordine da Hyundai Motor quantificato in un valore di €2 miliardi, per unità e-axle con potenze di 160 kW che userà in modelli elettrici dei Segmenti B e C a partire dal 2024. A quanto sembra non si tratta di un contratto destinato a modelli basati sulla piattaforma E-GMP di Hyundai, visto che le unità EMR4 di Vitesco sono realizzate per tensioni di 400 volt mentre quella nasce per sistemi a 800 volt. Si tratta in pratica dei possibili eredi o nuove generazioni di modelli medi come le attuali Kona EV o E-Niro. Sulla nuova generazione di unità Vitesco sono inseriti anche chip a carburo di silicio, ormai abituali sui veicoli elettrici a prestazioni più elevate, dalle Tesla su cui hanno debuttato alle Maserati della gamma Folgore.

2 maggio: accordo di programma firmato tra Morrow Batteries ed IBU-tec advanced materials AG per la fornitura su larga scala di litio ferro fosfato (LiFePO4) materiale catodico essenziale alle celle agli ioni di litio che i norvegesi costruiranno nell’Eyde Energy Park, presso Arendal. La società tedesca fornirà fino a 200 tonnellate l’anno di materiale catodico LFP all’impianto-pilota a partire dall’anno in corso. Oltre la fase di test, a lungo termine i partner prevedono un mercato in rapida ascesa per una catena di approvvigionamento sostenibile ed europea per materiali-chiave per celle a base ferrosa. I processi di produzione di materiale LFP in Turingia sono studiati per minimizzare i consumi di solventi e l’energia necessaria ai forni, con fasi di pulizia e raffinazione ottimizzate. Le particelle a grana grossa dell’LFP 400, che IBU-tec commercializza dall’ottobre 2021, secondo il produttore possono fornire vantaggi in termini di prestazioni rispetto all’ampiamente utilizzato LFP 200. La forma particolarmente rotonda delle particelle consente processi di ricarica più uniformi e contribuisce a una maggiore densità di potenza della batteria. Una combinazione di IBUvolt LFP200 e IBUvolt LFP400 consente un rivestimento più omogeneo dei catodi, afferma l’azienda. Inoltre i tedeschi stanno lavorando a una miscela contenente manganese (LMFP).

3 maggio: anche la nuova società di software del gruppo Volkswagen Cariad si aggiunge all’elenco di clienti che hanno già selezionato Qualcomm Technologies per fornire system-on-chip (SoC) destinati a piattaforme software per veicoli progettate per fornire a futuri veicoli capacità di guida ad elevata automazione, fino al Livello 4 SAE. La piattaforma Snapdragon Ride si basa sulla famiglia di SoC automobilistici ed è costruita su CPU multi-core scalabili e modulari ad alte prestazioni; utilizza anche motori per AI e computer vision efficienti dal punto di vista energetico, nonché unità di elaborazione grafica (GPU). I chip supportano sistemi avanzati ADAS di assistenza alla guida di Livello 2 quali cruise control adattivo, frenata di emergenza automatica e l’assistenza al mantenimento della corsia. I SoC Qualcomm saranno un componente hardware importante nella piattaforma di calcolo dei veicoli standardizzata e scalabile di Cariad, che supporterà veicoli dei marchi Volkswagen a partire da metà decennio. La piattaforma Snapdragon Ride di Qualcomm è stata annunciata al CES 2020. Da quel lancio ha guadagnato consenso presso le case auto globali e fornitori Tier 1: accordi analoghi sono stati perfezionati nelle scorse settimane anche dai gruppi BMW e da Stellantis.

3 maggio: BMW e Mercedes-Benz vogliono vendere la divisione di mobilità controllata congiuntamente “Share Now” al loro concorrente Stellantis e firmano una dichiarazione di intenti al riguardo, senza rivelare dettagli sugli importi della transazione. Stellantis in questo modo può ampliare la gamma della sua controllata (di origine PSA) Free2Move aggiungendo la presenza in 16 città europee con circa 11.000 veicoli e circa 3,4 milioni di clienti registrati. La società sulla via della cessione era il risultato della unione delle attività di servizi di mobilità dei gruppi tedeschi voluta dai precedenti CEO nel 2019 con la joint venture Your Now, che includeva il car sharing di Share Now, l’agenzia di texi e ridesharing Free Now e la piattaforma per le ricariche Charge Now. Nel marzo 2021 i due partner hanno venduto l’app di parcheggio “Park Now” al concorrente Easypark. L’app per la mobilità Reach Now era già stata ritirata. A Free2Move l’acquisizione consente una crescita soprattutto nelle città tedesche; l’azienda guidata da Brigitte Courtehoux si sta muovendo con un piano asset light, ovvero collaborando con società di noleggio e affini per non dover possedere le auto verso cui la sua app incanala i clienti, per noleggi brevissimi o a lungo termine.

4 maggio : Porsche conferma l’acquisizione di capitale nella società statunitense Group14 Technologies, un produttore di tecnologia avanzata di materiali attivi al silicio-carbonio per celle agli ioni di litio. Porsche inserisce denaro fresco per $100 milioni e guida un round di finanziamento Serie C in cui diversi investitori collocano un totale di $400 milioni nella società con sede a Woodinville, nello stato di Washington, che consentirà all’azienda nata quasi sulle rive del Pacifico (in effetti nello Stretto di Puget) di portare a scala commerciale la produzione di materiale anodico per batterie agli ioni di litio. Entro fine 2022, Group14 getterà le basi di un’altra fabbrica per la produzione di materiali attivi per batterie negli Stati Uniti e in futuro fornirà anche Cellforce, in cui Porsche detiene una quota di maggioranza e che dal 2024, in Germania a Reutlingen/Kirchentellinsfurt intende produrre celle ad alte prestazioni auto-sviluppate con anodi al silicio per modelli in piccole serie: ovvero destinati al motorsport o veicoli ad alte prestazioni. L’annuncio cade nella stessa settimana in cui un’altra startup che si dedica al potenziamento degli anodi grazie al silicio (Sila Nano) ha deciso la sede per la sua prima grande fabbrica, curiosamente non lontano da dove sorge Group14.

5 maggio: Glencore ha firmato un accordo con Li-Cycle Holdings per fornire all’azienda canadese tutti i tipi di rottami di produzione e batterie agli ioni di litio a fine vita. La società svizzera investirà anche $200 milioni in Li-Cycle una volta che l’accordo sarà eseguito (terzo trimestre 2022), inserendo il suo capo del settore riciclo, Kunal Sinha, nel consiglio di amministrazione. Li-Cycle, che a febbraio 2021 ha deciso di entrare in borsa mediante fusione inversa, segue una strategia di riciclo hub and spoke: la massa nera contente metalli come nichel, cobalto e litio è prodotta nei secondi e i primi sono destinati a lavorarla per produrre materiali essenziali alle batterie come carbonato di litio, solfato di nichel e solfato di cobalto. La società canadese ha oggi due spoke operativi: a Kingston, in Ontario, e a Rochester a nord di New York. Entro fine anno si aggiungeranno siti anche in Arizona e Alabama. È anche in procinto di costruire un hub a Rochester che, secondo uno studio di fattibilità completato a dicembre 2021, avrà la capacità di 35.000 tonnellate di black mass l’anno, il che equivarrebbe a circa 90.000 tonnellate di batterie agli ioni di litio ogni anno. L’hub elaborerà abbastanza materiale da riversare nelle celle necessarie a muovere circa 225.000 veicoli elettrici l’anno.

6 maggio: a oltre un mese di distanza dallo spargersi di voci al riguardo, la brasiliana Vale ha confermato ufficialmente di aver siglato un accordo di fornitura a lungo termine con Tesla. Il contratto, la cui durata ed entità economica non sono state rese note, sarà per la fornitura di nichel di Classe 1, quello di più elevata qualità e indispensabile alle celle con catodi NCM o NCA che usciranno dalle Gigafactory di Elon Musk negli Stati Uniti. Il minerale proverrà dalle attività Vale in Canada, attività che come sottolinea il gruppo sudamericano (finora più noto come colosso del ferro che del nichel) hanno un impatto di emissioni tra i più bassi a livello globale. Nella raffineria di Long Harbour (nella regione di Terranova) nel 2020 avevano già un’impronta di carbonio verificata di 4,4 tonnellate di CO2 equivalente per tonnellata di nichel, dice l’azienda, mentre i pellet e le polveri della raffineria di nichel a Copper Cliff in Ontario avevano un’impronta verificata di 7,3 tonnellate equivalenti. Per questo stesso motivo (in entrambi i siti canadesi l’energia consumata proviene dall’idroelettrico) il 22 marzo scorso Northvolt aveva scelto nichel canadese di Vale per approvvigionare le sue fabbriche europee firmando un altro contratto pluriennale.

Credito foto di apertura: ufficio stampa Stellantis