MOBILITA

Le case premium tedesche vanno insieme in trincea contro l’offensiva di Uber e Didi Chuxing

Partono oggi cinque joint-venture BMW Daimler per giocare d’anticipo con la concorrenza tradizionale, ma contro le “regine” delle startup si punta sulla mobilità premium

Da arci-rivali a partner. Quello che non è riuscito a fare l’automobile lo sta facendo la mobilità: sono infatti cinque joint-venture BMW Daimler il risultato definitivo di un processo che da qualche mese si era avviato, accompagnate dai rispettivi numeri uno (il boss uscente Daimler Dieter Zetsche e quello BMW Harald Krüger).

A Berlino, dove entrambi erano in trasferta viste le radici rispettive sveve e bavaresi, è stata celebrata la giornata a partire da cui BMW e Daimler fanno causa comune sui servizi di mobilità.

Da oggi sono stati accorpati insieme 14 diversi brand (tra i quali sono numerosi quelli presenti in Italia), pur continuando per il momento a tenere viva la rivalità nel core business della produzione e vendita di auto premium.

Le società investono circa un miliardo di euro in quella che appare andare oltre la fusione dei servizi di car sharing Car2Go e Drive Now, fusione dalla quali l’operazione è partita. In effetti oggi nascono cinque distinte joint venture nelle aree dei servizi di car sharing, ride sharing, parcheggi, ricariche per auto elettrificate, per non scordare una piattaforma multimodale che copre dal biglietto del tram a quello del treno ad alta velocità.

Così le care vecchie, si fa per dire Car2Go e Drive Now diventeranno Share Now. Dove si parla di corse in taxi MyTaxi, Beat e Clevertaxi saranno accumunate dal marchio Free Now. Moovel, la piattaforma di mobilità diventerà Reach Now, mentre i servizi di ricarica Charge Now e la biglietteria online per i parcheggi Park Now non avranno bisogno di cambiare, avendo già nel brand quel Now che impera da oggi.

Daimler e BMW si aspettano di ottenere soluzioni più efficienti per la base di 60 milioni di utilizzatori ed economie di scala per se stessi. Allargare la base globale di clienti è indispensabile per muovere verso un livello di competitività in grado di far fronte agli avversari nati in California, come Uber, o in Cina, come Didi Chuxing.

La flessibilità ed agilità aziendale sarà determinante, visto che anche per un colosso della mobilità come quello cinese non è tutto oro quello che luccica. Didi, come scriveva recentemente Caixin, ha perso $1,6 miliardi nel 2018 e tagliato il 15% del proprio organico.

Ma la sfida della mobilità proprio in Cina, il mercato ormai più importante per i due marchi tedeschi premium, sarà il terreno di una battaglia comune complessa ma determinante. Didi nel 2018 ha sì perso molto, ma ha trasportato 550 milioni di persone con circa dieci miliardi di corse. A titolo di confronto, la “corazzata” Uber in tutti i mercati in cui è presente ha trasportato 100 milioni di passeggeri con cinque miliardi di corse.

In Cina con livelli alti dei costi di proprietà dell’auto, tasse in crescita, prezzi di parcheggi e carburanti in ascesa il ride hailing è una alternativa sempre più gradita. Forse proprio lì i due nuovi partner cominceranno a lanciare una via premium alla mobilità. In conferenza stampa Kruger non ha nascosto che le joint-venture dovranno differenziare servizi e prodotti. Forse pensava ai problemi, anche di criminalità spicciola, che hanno messo in difficoltà Didi e a un’offerta di servizi molto più affidabili e sicuri, anche se non necessariamente più esclusivi.

Il progetto avviatosi oggi con le cinque joint-venture BMW Daimler parte da ricavi di circa tre miliardi di euro e certo non avrà solo l’Asia come unico obiettivo. Secondo la società di consulenza IHS Markit il mercato della mobilità (sempre meno limitato alle corse di taxi privati) potrebbe esplodere per i 2040, sfiorando il trilione di dollari di ricavi e arrivando a un 40% del fatturato totale.

E nel settore i marchi di prestigio potrebbero essere una leva sempre più efficace presso una crescente clientela business, con una sola app in grado di gestire i viaggi di dipendenti quadri e dirigenti.


Credito foto di apertura: ufficio stampa gruppo BMW