Fusione tra Car2Go e DriveNow, casa comune per il car sharing BMW e Daimler
I servizi di mobilità dei gruppi tedeschi, dai parcheggi alle ricariche per le auto elettriche saranno gradualmente integrati in uno solo che ha già 20.000 auto
Tanto tuonò che piovve: è moltissimo tempo che si ascoltano voci della nascita di una joint venture destinata a combinare le forze di DriveNow e Car2Go. Ora si passa ai fatti, con BMW e Daimler peraltro attente a sottolineare che se nella mobilità si passa alla collaborazione, la tradizionale rivalità resta intatta.
Ma l’accordo raggiunto non è al ribasso: la joint venture infatti racchiuderà anche società come MyTaxi e Moovel, che fanno capo a Daimler, per quanto riguarda BMW i brand ParkNow, ChargeNow e ReachNow.
I due gruppi tedeschi hanno insomma raccolto ogni rispettiva attività afferente ai servizi di mobilità sotto un unico tetto, in una nuova società di cui ciascuna avrà una quota del 50%, (sia chiaro: se le autorità competenti nazionali ed europee questa fusione tra Car2Go e DriveNow la approveranno).
Forse a questo riguardo potrà essere d’aiuto che un nuovo concorrente nel car sharing pare già affacciarsi, visto che Sixt, che era partner di BMW in DriveNow e che i bavaresi hanno avuto difficoltà a convincere a vendere, ha già annunciato l’intenzione di ripartire nel settore, ma stavolta in solitario.
Rispetto all’azienda tedesca dell’autonoleggio, da parte loro BMW e Daimler si sono spinte molto più avanti nella dimensione virtuale, visto che non c’è alcuno dei loro servizi che sia di chiamata on demand, di car sharing o di parcheggio che non sia fortemente sbilanciata sugli smartphone, come da tempo fanno le americane Uber e Lyft.
Le forze combinate di Car2Go e di DriveNow equivalgono ad un totale di 20.000 veicoli su strada in 31 città del globo, incluse come noto molte anche in Italia.
Alla notizia dell’accordo dovranno seguire ora dettagli operativi, a cominciare dal modo in cui i clienti dell’uno o dell’altro marchio vedranno presto o tardi aggiornarsi le app con cui si mettono in collegamento al momento del fare uso di un servizio. La nota stampa promette una integrazione fluida e, almeno all’inizio, nessun immediato effetto sul modo di usare quello a cui gli iscritti sono abituati.