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Il piano a lungo termine Stellantis precederà quello “Fit for 55”

Stellantis porta a 400 GWh la capacità di batterie necessarie a fine decade: serviranno per adeguarsi a lanci che in Europa dal 2026 riguarderanno solo elettriche pure, col mercato americano in scia

Carlos Tavares è un amministratore delegato competitivo, ha sottolineato lui stesso oggi, presentando il primo piano strategico Stellantis a un anno e un mese dalla fusione PSA-FCA e a poche settimane dall’aver rivelato conti del primo anno particolarmente lusinghieri.

Una volta definite dalle maggiori istituzioni occidentali le regole e il quadro di una sfida come quella della transizione sostenibile, e regole e “paletti” non sono stati definiti evidentemente come li avrebbe concepiti, il leader Stellantis non si tira indietro per primeggiare nella sfida.

È bene saperlo prima di sorprendersi di quello che si è scoperto oggi e che è riportato parola per parola nella nota ufficiale della presentazione di Dare Forward 2030, come si chiama il piano: “Stellantis si impegna a diventare il campione del settore nella lotta contro il cambiamento climatico, raggiungendo le zero emissioni da carbonio entro il 2038“.

Forse, abituati a considerare l’appassionato amateur driver avversario irriducibile dell’auto elettrica, alcuni addetti ai lavori non hanno capito subito cosa comporti questo piano a lungo termine, che Tavares ha detto averlo impegnato nei mesi più intensi dei suoi quasi 40 anni di attività professionale.

Lo ha confermato lui stesso durante la parte finale della sessione di domande con stampa e analisti: con Dare Forward 2030 e l’obiettivo di portare il gruppo ad essere carbon neutral entro il 2038, Stellantis ha deciso di porsi obiettivi che vanno oltre quelli del piano Fit for 55 dell’Unione Europea.

Infatti il gruppo più multi-nazionale del globo e dell’automotive, ha tra l’altro sottolineato: “grazie alla diversità che ci alimenta, Stellantis guida il modo in cui il mondo si muove fornendo soluzioni di mobilità innovative, pulite, sicure ed economicamente accessibili. Stellantis sarà il campione del settore nella mitigazione del cambiamento climatico, raggiungendo le zero emissioni di carbonio entro il 2038, con una riduzione del 50% entro il 2030. Assumere un ruolo di leadership nella decarbonizzazione, così come un decisivo passo avanti nell’economia circolare, è il nostro contributo per un futuro sostenibile”.

Pilastro a medio termine di questo ambizioso piano, una strada che prevede di raggiungere entro il 2030 una quota del 100% di vendite in Europa e il 50% delle vendite negli Stati Uniti costituite da veicoli al 100% elettrici.

Stellantis avrà nella gamma, distribuiti sui 14 marchi, oltre 75 BEV e nel piano punta a raggiungere vendite annuali globali di cinque milioni di auto e SUV elettrici puri entro il 2030 grazie ai quattro pianali e alle tre piattaforme software disponibili. Alfa Romeo, DS Automobiles, Lancia e Maserati lanceranno solo BEV dal 2025 e dal 2026 non si vedranno più lanci di modelli con motore termico in Europa.

Oggi durante la presentazione del piano Stellantis Dare Forward 2030, Carlos Tavares ha svelato la prima foto ufficiale della Jeep al 100% elettrica che vedremo il prossimo anno (credito foto: ufficio stampa Stellantis)

Oggi il manager portoghese ha anche presentato la prima immagine del primo SUV completamente elettrico del marchio Jeep che sarà lanciato all’inizio del 2023 (per così dire una “Renegade elettrica”) e un teaser del nuovo pickup Ram 1500 BEV in arrivo nel 2024.

Arriverà per ultimo sull’importante mercato americano oggi effervescente per l’offerta di di Ford, GM, Tesla e Rivian. Ma arrivare ultimi, ha detto oggi Tavares, offrirà ai progettisti del Ram elettrico di mettere a punto un modello in grado di scavalcare i rivali in 4 KPI: autonomia, capacità di traino, carico pagante e velocità di ricarica.

Un altro aspetto rivoluzionato rispetto al recente passato che si trova nelle slide del piano Dare Forward 2030 è l’aumento della capacità delle batterie per il gruppo Stellantis da 260 GWh, come indicato al pur recente EV Day 2021, a 400 GWh di capacità totale per Europa e Nord America.

E prima della presentazione del piano parlando alla stampa italiana Tavares ha confermato che Termoli sarà la Gigafactory italiana, grazie a un contributo pubblico, ma anche anticipato la novità: sarà la joint venture ACC ad occuparsene. Si tratta come ricorderete di un consorzio europeo specializzato nelle batterie.

Fu il primo gruppo a beneficiare degli aiuti di stato europei del progetto inizialmente lanciato come Airbus delle batterie: ne fanno parte Stellantis e la francese TotalEnergies, coi tedeschi di Mercedes-Benz, entrati in un secondo tempo. L’organico e la struttura molisana pertanto saranno destinate a passare alla nuova ragione sociale, con una roadmap ancora in attesa di ufficializzazione.

Stellantis gestirà il complesso periodo di transizione verso l’elettrificazione che l’attende grazie a margini di reddito operativo rettificato (AOI) a due cifre, che certo piaceranno anche agli azionisti, a cominciare ovviamente dalle famiglie Agnelli e Peugeot. I manager prevedono una cifra d’affari di €200 miliardi per il 2024 e come obiettivo raddoppiare i ricavi netti a €300 miliardi entro il 2030.

Ci vorranno cinque, sei anni per arrivare alla parità di costo tra auto elettrica e convenzionale: in questa finestra temporale Tavares continua a chiedere ai governi di non far mancare al mercato che cambia il sostegno degli incentivi.

Ma il gruppo promette di fare la sua parte, con una diminuzione feroce dei costi di progettazione e distribuzione, nonché con pressioni sulla catena della fornitura, che già scalpita di fronte a ipotesi di altre strette. Intanto i risparmi dalle sinergie tra ex-PSA ed ex-FCA funzionano, e l’obiettivo di ottenere €5 miliardi di economie di scala dalla fusione sarà raggiunto con un anno di anticipo.

Per fine decade Stellantis si è posta anche l’obiettivo di generare più di €20 miliardi in flussi di cassa liberi, sostenuti da una arrembante espansione in settori tradizionali come servizi finanziari e la mobilità delle flotte, ma molti del tutto in erba, quali l’economia circolare, la gestione dei dati, il software e l’e-commerce collegato all’uso dell’auto, nonché alle consegne dell’ultimo miglio sostenibili, nelle quali si estenderà l’attuale collaborazione con Waymo che riguarda la guida autonoma avanzata.

Ma ci sarà anche spazio per l’idrogeno. Confermando l’impulso a progetti di case franco-tedesche del gruppo (Opel e Peugeot) che hanno iniziato ad accelerare lo scorso anno, è prevista l’estensione della tecnologia delle celle a combustibile a idrogeno ai furgoni di grandi dimensioni nel 2024, anteprima di un debutto di questa offerta anche negli Stati Uniti nel 2025 prima di una ulteriore estensione ai veicoli commerciali pesanti.

Per quanto riguarda i programmi nell’idrogeno, Stellantis dopo le prime timide uscite attuali punta all’Europa per vendere 10.000 furgoni fuel cell l’anno nel 2024 e dal 2025 in poi entrare in America, dove oltre che furgoni intende usare la propria tecnologia anche su un pickup. (credito immagine: screenshot da presentazione Stellantis)
Credito foto di apertura: screenshot da presentazione Stellantis