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Messaggio per Zoe: c’è aiuto in arrivo

Luca De Meo dà il via ad Eways col varo di Mégane EVision, il crossover che ci vuole per affiancare la regina europea delle vendite elettriche e svelando la Dacia Spring definitiva

Per il debutto di Eways, un festival tutto Renault all’insegna della sostenibilità che si dipanerà tra conferenze e webinar fino al 23 ottobre in una Francia alle prese col coprifuoco reso necessario dalla crisi sanitaria, il nuovo numero uno Luca de Meo ha oggi esordito presentando un interessante concept di SUV compatto battezzato Mégane EVision e la promettente versione di produzione della prima Dacia elettrica: Spring.

Il manager italiano c’era quando la prima generazione Mégane aveva preso corpo, e il crossover elettrico presenta parte della cifra che aveva fatto il successo di quella famiglia di modelli: anzitutto la dote di non strafare. Il che col vulcanico capo del design Renault Laurens van den Acker non è da dare per scontato.

De Meo ha detto che quello che vediamo in foto o in video sarà il 95% della versione stradale. E nel concept anche i tocchi di fantasia come la pittura grigia, il tetto con dorature che richiamano la “e” finale del nome, che riassume sia la sostenibilità elettrica sia la voglia di fare il salto nella sfera premium, niente appare esagerato, anzi esaltato dalla componente luminotecnica.

A circa 4,40 metri di lunghezza Mégane EVision si appoggia alla piattaforma CMF-EV, sviluppata con un corposo contributo dei progettisti Nissan. De Meo non ha nascosto, avendo seguito live diversi mesi di sviluppo della piattaforma Volkswagen MEB, che quella Renault non ha niente da invidiare ai tedeschi. Certo un parere qualificato anche se di parte, che fa pensare che Zoe avrà quindi rapidamente aiuto nella lotta per la clientela delle elettriche.

Sembrerebbe un controsenso dire che il modello Renault che in Europa ha dimostrato di avere sette vite e che nei primi otto mesi con circa 51.000 immatricolazioni era al primo posto della classifica di vendite davanti, ovvio, a Tesla Model 3, abbia bisogno di aiuto.

Ma la dipendenza da un solo modello può essere un rischio: lo hanno visto i cugini di Nissan con l’interesse per la “pioniera” Leaf che quest’anno non ha retto il confronto con il brillante passato.

Quello che presenta come alternativa, con lancio previsto a inizio 2022 e presentazione della versione definiva nell’autunno 2021, è una vettura di 4,40 metri, ossia più corta della Mégane convenzionale, ma con un passo che a 2,70 metri è più lungo sull’elettrica di 4 centimetri, spazio che influenzerà certamente l’abitabilità interna.

Il motore elettrico montato anteriormente, contrariamente a quanto si vede sulla rivale piattaforma MEB ad esempio, assicurerà potenza di 160 kW (217 cavalli) con una coppia massima di 300 Nm. L’accelerazione 0-100 km/h richiede meno di 8″.

La batteria della Mégane EVision è annunciata con capacità di 60 kWh, mentre sulla Zoe è da 52 kWh e sul crossover giapponese nato sullo stesso pianale sono disponibili sia 63 sia 87 kWh.

Se Nissan, vista la prossimità dell’inizio della produzione, ha dovuto annunciarne l’autonomia, in Francia prendono tempo in attesa della versione definitiva, salvo dire che grazie a un caricatore imbarcato che accetterà ricariche DC fino a 130 kW sarà possibile percorrere una distanza come Parigi-Lione nello stesso tempo di un’auto convenzionale, pause comprese.

Le dimensioni del concept Mégane Evision: è lungo 4.210 mm, largo 1.800, alto 1.505. Il crossover Renault pesa 1.650 chilogrammi (credito foto: ufficio stampa Groupe Renault)

Dacia Spring è pronta per entrare in produzione dalla primavera 2021, avviando una rivoluzione che punta a destabilizzare il mercato elettrico con una citycar da €15.000

Star mancata suo malgrado al Salone Auto di Ginevra annullato all’ultimo momento per la prima ondata della pandemia, torna Spring, la citycar elettrica dal prezzo imbattibile (ma che ancora è rimasto nella sfera dei si dice) che è candidata a confermare il motto “rompi i codici” che ha fatto la fortuna di Logan prima e Duster poi.

Le piccole dimensioni della Dacia Spring elettrica, una trentina di centimetri più corta della Clio 5 e solo 1,62 metri di larghezza, la rendono particolarmente interessante anche per le aziende della mobilità condivisa e Zity, società che appartiene a Renault, è già intenzionata a schierarne molte nelle città dove i suoi sevizi sono attivi (credito foto: ufficio stampa Groupe Renault)

Non ci sono sconvolgimenti nell’aspetto esterno rispetto alla primavera, è quasi esattamente quello del concept Spring Electric presentato nel marzo 2020. De Meo ha correttamente ricordato come per il rilancio di Dacia siano state determinanti manager Renault come Albert Schweitzer e Gérard Détourbet.

Ispiratosi a quel successo, l’ex-numero uno Carlos Ghosn (che invece non è stato nominato) aveva voluto fortemente lanciare una elettrica Renault a basso prezzo partendo dal mercato cinese, appoggiandosi alla buona accoglienza asiatica della piccola Renault Kwid, altro miracolo di Détourbet (scomparso prematuramente) trasformatosi nella Renault City K-ZE venduta in Cina dal 2019.

Il progetto della piccola Dacia elettrica (3,73 metri di lunghezza, 1,62 di larghezza esclusi gli specchietti e 1,51 di altezza) non è quindi una sorpresa. La versione standard assume così l’aspetto di un mini-SUV con la sua altezza da terra rialzata di 15 cm , le sue barre sul tetto, le sue protezioni laterali e i suoi passaruota in plastica nera.

Pacchetti di personalizzazione come Orange Launch Pack possono aggiungere colore a specchietti, barre del tetto, griglia e protezioni laterali. Le maniglie delle porte sono tipiche dei modelli Dacia (tranne l’ultimo Sandero) mentre la nuova firma luminosa a forma di Y sul retro è ripresa dal concept e caratterizza anche i fari del Sandero 3.

Inoltre, il pannello frontale rievoca anche la citycar nella sua versione Stepway, anche se non mancano differenze: la griglia ospita al centro lo sportellino di ricarica, mentre i fari sono suddivisi in due parti con anabbaglianti nella parte inferiore e luci diurne a LED in alto.

All’interno, l’abitacolo rispecchia quello della Renault K-ZE per il mercato cinese, con le prese d’aria rotonde su ciascun lato del cruscotto. La leva selettrice rotonda sostituisce la solita leva nella parte inferiore della console centrale, liberando molto spazio. In opzione i clienti dell’elettrica romena avranno Android Auto e Apple Carplay con schermo touch da 7″.

Nonostante le dimensioni compatte, la Dacia Spring ha buona abitabilità per quattro persone e buon volume del bagagliaio (300 litri). Può essere ampliata grazie all’alloggiamento sotto il bagagliaio per la ruota di scorta opzionale, oppure al sedile posteriore ribaltabile che libera un volume di circa 600 litri.

A spingerla sarà un motore elettrico da 33 kW (44 cavalli) alimentato da una batteria da 26,8 kWh. La coppia massima è di 125 Nm, mentre la velocità massima è fissata a 125 km/h. L’autonomia annunciata da Dacia è di 225 km sul ciclo WLTP (lievemente più della Renault Twingo Z.E.), e fino a 295 km sul ciclo urbano WLTP.

Per quanto riguarda la ricarica, Dacia offre diverse indicazioni. Meno di un’ora per una carica dell’80% su una postazione a corrente continua da 30 kW; meno di 5 ore per una carica del 100% su Wallbox da 7,4 kW; meno di 8,30 ore per una carica al 100% da Wallbox da 3,7 kW; infine meno di 14 ore con una carica del 100% su una presa domestica da 2,3 kW, tipo Schuco.

Credito foto di apertura: ufficio stampa Groupe Renault