Svelata Dacia Spring, annuncia la primavera delle citycar elettriche
Pochi dettagli finora con le prime immagini dell’elettrica che promette convenienza, ma l’autonomia della Spring si annuncia già superiore a quella della cugina Twingo
Dacia ha rivelato stamattina, virtualmente visto l’annullamento del Salone Auto di Ginevra, le prime immagini della sua prima elettrica, la Spring. E lo ha fatto iniziando dal concept, vicino all’assetto definitivo.
La produzione del veicolo stradale è prevista per il prossimo anno e l’intenzione del gruppo Renault è di farne la citycar elettrica più conveniente d’Europa. Anche se non sono state rivelate cifre precise, si punterà a tenere fede alle promesse di un modello nato come costola di un’altro particolarmente competitivo sui prezzi, la citycar elettrica studiata per la Cina K-ZE.
Della Renault realizzata in Asia la Spring condivide non solo l’aria di famiglia ma alcuni dati oggettivi come la distanza da terra. Particolare che ci ricorda che anche se ultra-compatto è un SUV (a cinque porte). La griglia invece è immediatamente riconoscibile come Dacia, con alcuni inserti LED che sia anteriormente che posteriormente aiutano a sottolinearne i tratti.
Non è chiaro se questa fosse l’intenzione anche nel caso le giornate di Ginevra si fossero svolte regolarmente, ma con il lancio virtuale sono diminuite drasticamente le informazioni tecniche disponibili.
L’autonomia annunciata dovrebbe superare di poco i 200 chilometri, e va messa a confronto con quella della cugina Renault Twingo prevista per 180. Altro dettaglio di questo nuovo modello, che solo pochi giorni fa era stato confermato ufficialmente, è la lunghezza: 3.730 mm (la Twingo è 3.610).
Fin dall’ormai lontano 2016 Carlos Ghosn aveva svelato di pensare ad una Dacia delle auto elettriche. Un progetto che avrebbe dovuto miscelare le lezioni del successo del modello low cost Kwid riscontrato in India con le opportunità della marca romena, trasformata dalla cura-Renault in un fondamentale supporto del gruppo.
Quello della Dacia Spring sarà quindi un progetto varato dal vecchio numero uno ormai alle prese con problemi di tutt’altra natura, ma sembra anche essere passato ad un nuovo numero uno che ha il potenziale per trarne il meglio.
Non va infatti scordato che nella sua parabola in SEAT Luca De Meo si è distinto anche per cercare uno spazio nella mobilità elettrica che a un certo punto nella strategia del gruppo appariva destinato solo ai marchi tedeschi.
Inoltre De Meo ha spinto per soluzioni in grado di generare risultati nel settore della mobilità urbana: risuscitando in versione elettrica una Mii che appariva destinata all’archivio dei ricordi ma anche appoggiando formule molto nuove per la marca catalana in particolare ma per il gruppo tedesco in particolare.
A cominciare dall’approdo nella micro-mobilità con iniziative riguardo ai monopattini elettrici, ma anche con un veicolo 1+1 come il Minimó (la cui produzione dovrebbe teoricamente partire dal 2021). Ricordando questi dettagli non ci sarà da stupirsi se uno dei settori nei quali la Dacia Spring potrà inseguire il successo sarà quello della mobilità condivisa.