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Nel giorno del rosso-Renault, Dacia Urban City Car è uno sprazzo azzurro

Confermata la Dacia Urban City Car: una elettrica a basso costo di cui si vocifera dal 2016 e che per il nuovo boss Luca De Meo sarà un caso di progetto sul quale due grandi figure del recente passato hanno lasciato un’ombra lunga

La pubblicazione dei conti del gruppo Renault, per la prima volta in rosso dopo una decade e costretta a tagliare costi per €2 miliardi nei prossimi tre anni, ha fatto sorvolare quotidiani finanziari e le testate automotive sulla conferma di uno dei progetti riguardanti modelli elettrici più chiacchierati ed attesi.

Quello di una mini-car elettrica a prezzo molto accessibile col marchio Dacia. Si tratta di una delle note positive che attendono Luca De Meo quando, in estate, prenderà il timone del gruppo. Nella pubblicazioni dei risultati del 2019 il gruppo transalpino ha incluso una immagine coi piani di uscita riguardanti l’anno in corso, 2021 e 2022.

Nel quadro complessivo sono inclusi sei nuove ibride distribuite nel prossimo biennio, tra ibride ricaricabili e convenzionali. Alla nuova elettrica si fa riferimento come alla Dacia Urban City Car e viene collocata nel 2021.

(Credito immagine: ufficio stampa Groupe Renault)

Si tratta della conferma di una voce che viene da lontano e che ha avuto per protagoniste due figure che sono scomparse dalla scena: Carlos Ghosn e Gérard Détourbet.

Il primo aveva voluto fortemente lanciare una elettrica Renault a basso prezzo partendo dal mercato cinese, appoggiandosi al successo asiatico della piccola Renault Kwid.

Per assicurare il successo al progetto, Ghosn lo aveva messo fin dal lontano 2016 nelle mani di Détourbet, scomparso prematuramente l’anno scorso.

Ghosn sperava di ripetere quello che il rispettato manager aveva compiuto dapprima ristrutturando Dacia e poi lanciando Kwid in India, dove ha di fatto messo il marchio della losanga sul mercato.

Prodotta in collaborazione col tradizionale partner cinese dell’Alleanza franco-giapponese Dongfeng nella fabbrica di Wuhan (città al centro dell’epidemia di Covid-19), l’elettrica si è trasformata nella Renault K-ZE e, prima dell’odissea-virus, aveva appena iniziato a farsi largo nelle vendite.

La K-ZE ha una batteria di capacità modesta, 26,8 kWh e potenza di 33 kW, e una scheda che è appropriata per contenere il prezzo all’equivalente di €8.000 e rivaleggiare con modelli locali che sono poco più di quadricicli pesanti, ma di tutt’altra qualità.

Il prezzo della Dacia elettrica, che si porrà in una fascia di prezzo ovviamente diversa rispetto alla “cugina” Twingo a zero emissioni, peraltro in Europa non potrà essere a un livello così basso. Ma tenerlo tra i €15.000 ed i €20.000 aprirebbe nuove porte nel settore delle elettriche.

Nella tabella presentata durante la conferenza con analisti e stampa Renault ha anche confermato il lancio del primo veicolo basato sul pianale CMF-EV, nel segmento dove i francesi hanno già il Kadjar a propulsione termica mentre Nissan ha il best seller Qashqai. Nissan qui ha già segnato il terreno nello spazio a zero emissioni presentando il concept (in effetti vicino alla versione definitiva) di Ariya.

E infine, restando nel novero dei veicoli con la presa, si prende atto che Captur e Megane E-Tech Plug-in avranno tra 2021 e 2022 la compagnia di due nuovi modelli, entrambi a marchio Renault.

Di queste versioni per Dacia finora non si fa alcun cenno. In effetti sulla marca danubiana per raggiungere il 10% di vendite di veicoli elettrificati nel 2020 non si farà alcun conto. Quando la Dacia Urban City Car sarà pronta evidentemente le cose cambieranno.

Credito foto di apertura: Zulong Jiang/Bejing NDC Studio via ufficio stampa Renault