OPINIONI

Da Parigi a Parigi: le edizioni del Salone che plasmano il futuro dell’auto elettrica

Dal debutto della Volkswagen ID al concept Renault K-ZE e all’esordio di Kia e-Niro: sembrano passare sempre dal Salone di Parigi i modelli destinati a trasformare le prospettive sull’elettrico

Ormai ogni Salone dell’Auto immancabilmente offre vetrine generose a concept e modelli di produzione elettrici. Ma se si guarda con un’ottica che vada oltre la manciata di giornate in cui le luci degli stand sono accesi sulle novità e ci si volge indietro a cercare di cogliere i cambiamenti tra un’edizione e la precedente, non tutte le rassegne appaiono così memorabili.

Al contrario Parigi, nonostante gli sgarbi o le scrollate di spalle ricevuti da qualche casa nell’edizione di quest’anno, ha qualche valido argomento per sostenere di avere in questo 2018 messo in mostra esemplari destinati a restare nel tempo. Momenti che si aggiungono ad un altro che resterà tra i momenti più interessanti della storia recente dell’auto elettrica.

Perché è stato appena due anni fa, al Salone di Parigi 2016, che ha avuto luogo il debutto del primo dei numerosi concept della famiglia Volkswagen ID. Per il marchio di Wolfsburg, in quel contesto di allora, era anzitutto un primo passo per mettersi alle spalle la fase apicale del dieselgate.

Più passa il tempo, peraltro, e a distanza di un biennio la presentazione di quel concept appare confermare l’enfasi di allora, quando lo spin degli uffici comunicazione e marketing tedeschi era arrivato a suggerire che la ID fosse destinata ad essere tanto importante per la storia della marca di Wolfsburg da far arrischiare paragoni con il Maggiolino.

Da Parigi a Parigi: le edizioni del Salone che plasmano il futuro dell'auto elettrica
All’edizione 2016 del Mondial de l’Auto è legata la “prima” del concept Volkswagen I.D., il battistrada di una nuova generazione di auto elettriche universali (credito immagine ufficio stampa Volkswagen AG)

A chiarire il senso di quell’affermazione oggi è la sempre maggiore importanza che si attribuisce, per i modelli che saranno in vendita dal 2020, al sistema MEB. Una piattaforma che punta al titolo di “Fregoli” dei pianali auto in molte declinazioni, sia di marca che di capacità di batteria. Tutte caratteristiche che si tradurranno in uno spettro di prezzi piuttosto ampio.

Ma il prezzo di attacco sarà realmente paragonabile a quello di una Golf, come nel 2016 Herbert Diess aveva promesso, il che in Germania vorrà dire leggermente sotto i €25.000 come più volte ribadito.

Il tema è sempre più di attualità perché a Parigi due anni dopo il tema del prezzo accessibile, e più precisamente dello sforzo di arrivare a chiudere la forbice tra auto convenzionale e auto elettrica, è diventato più attuale: grazie a Renault ed a Kia.

Il gruppo Volkswagen è tra quellu che insistono che il divario di prezzo tra propulsione elettrica e tradizionale è destinato a crollare insieme ai prezzi delle batterie. Per arrivare a quel traguardo, che deve poi portare a vendere già entro il 2020 150.000 auto elettriche l’anno, incluse 100.000 della famiglia ID, i tedeschi stanno effettuando messe a punto certosine della catena della fornitura.

Si tratta di partenariati radicalmente rinnovati rispetto a quelli tradizionali ma con protagonisti alcuni colossi industriali globali come, per VW, LG Chem. La società coreana oggi fornisce General Motors, Volvo, Renault, in patria Hyundai Motor Co. e Kia Motors Corp. Malgrado gli sforzi, quella ID che sembrava la sola rivale plausibile in grado di puntare al ruolo di antagonista globale della Tesla Model 3 cone auto elettrica più venduta non pare più tale.

A questa edizione del Salone abbiamo  scoperto che il progetto tedesco do gamma elettrica accessibile avrà almeno due rivali quanto mai accreditate: una di piccole dimensioni, una paragonabile per caratteristiche.

La pericolossima rivale più piccola è la Renault elettrica low-cost fortemente da Carlos Ghosn che ha assunto le sembianze del concept K-ZE, nato dalle esperienze di travolgente successo del marchio Dacia e, in India, della Kwid.

Per il piccolo crossover Renault a zero emissioni, realizzato dapprima in Cina insieme a Donfeng e in Europa ed altrove (a cominciare dall’India) in altre declinazioni, si parla di una elettrica dall’incredibile prezzo, su alcuni mercati attorno ai €10.000.

Un prezzo che non è così strano se si pensa ai modelli che hanno fatto i volumi del più grande mercato di elettriche del globo. In Cina sono realtà da mesi e mesi i successi di vendite delle piccole citycar di marchi  molto economici, circa $15.000 americani prima degli incentivi, come le recenti SAIC Baojun E100 o la Zhidou D2 EV oppure quelli di BAIC e BYD, poco più costosi.

Ma quello che sembra destinato ad essere un fattore di disruption globale con il lancio del mini-SUV elettrico Renault è che un gruppo globale come l’Alleanza franco-giapponese abbia messo in marcia le sue armate per conquistare un mercato che molti forse nemmeno pensavano potesse esistere, al di fuori dalla lontana Cina.

Qualcuno invece, proprio come il gruppo diretto da Carlos Ghosn, da tempo si era invece messo al lavoro proprio usando come bussola il prezzo, preso però in rapporto alle prestazioni. Si tratta delle metriche che, a questo Salone di Parigi edizione 2018, sicuramente attirano chi passa allo stand Kia, dove debutta in Europa la e-Niro.

Un crossover elettrico, e ricordiamo che anche la famiglia Volkswagen ID sarà predisposta a offrire molte versioni di questo graditissimo segmento, che lascia a bocca aperta, se non per il design travolgente, per i travolgenti dati della sua scheda tecnica.

La versione e-Niro con batteria di capacità superiore, da 64 kWh, è in grado di vantare una autonomia di 485 chilometri, migliorando di stretta misura le già eccezionali doti di morigeratezza sulla distanza della cugina Hyundai Kona EV.

Ma soprattutto e-Niro non può non mettere in difficoltà la recente nidiata di nuovi ed orgogliosi SUV elettrici tedeschi, che faranno veramente fatica a controbattere sulle prestazioni rispetto alle coreane ma, con batterie più capaci che ne porteranno in alto i prezzi dovranno puntare sull’avviamento che loro deriva dall’appartenere a marchi premium.

E tuttavia, per quanto stuzzicante sia la sfida trasversale (perché tra segmenti differenti) che si delinea tra crossover coreani e tedeschi non è il punto destinato a fare della e-Niro negli stand di Parigi una pietra miliare. Ma lo sarà probabilmente il fatto di saper dare una concretezza attuale a quelle che sono ancora promesse da trasformare in prodotto.

Le promesse di modelli che cambieranno l’auto elettrica universale nella fascia delle piccole e delle medie anticipati dai concept Renault e Volkswagen. E ora possiamo anche domandarci legittimamente come saprà sorprenderci, dopo le edizioni 2016 e 2018, il Salone di Parigi del 2020.


credito foto di apertura: ufficio stampa Renault Italia