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Molta più Dacia nella Spring, col restyling

Apprezzatissima per flotte e servizi in condivisione, Dacia sottopone la sua elettrica Spring a un accurato restyling per convincere in pieno anche i privati e promette prezzi all’altezza

Sono passati quasi tre anni dal suo lancio e di Spring Dacia ha venduto oltre 140.000 esemplari, soprattutto grazie a un prezzo interessante al momento del suo arrivo, che non era ancora quello dei ribassi quasi settimanali dei modelli a zero emissioni locali. Ora le cose sono cambiate e altri modelli rivali come, soprattutto, Citroën E-C3 sono in arrivo a prezzi competitivi e quindi per Spring è già ora di cambiare.

A toccare Spring sarà un restyling pienamente degno di questo nome, visto che il design esterno è completamente nuovo, e anche il cruscotto nei suoi interni è stato rinnovato in profondità: così l’aspetto è sostanzialmente diverso e cambia il look a quella che al momento del suo arrivo nel 2021 era, più che una Dacia, una Renault Kwid (modello low-cost nato per l’India) ridisegnata per accogliere una propulsione elettrica e costruita in Cina come la sua “cugina” della Losanga.

E di fatto sul modello appena presentato cambia quasi tutto cambia negli esterni, con tratti che rendono immediatamente riconoscibile quel look spigoloso di Dacia che è stato introdotto nella produzione solo poche settimane fa con la terza generazione del SUV compatto Duster.

Adottando le sue nuove forme più spigolose, la prima auto elettrica della marca rumena sembra adesso anche più solida, il che non è certo un male considerato che i risultati ottenuti a suo tempo nei test EuroNCAP dal modello non erano stati entusiasmanti. All’impressione complessiva dà il suo contributo la presenza di cerchi più grandi, con misure disponibili fino a 15 pollici.

Davanti è palese la nuova firma Dacia con una calandra più sottile allineata alla fanaleria disegnata a forma di Y. Le luci di posizione sono separate e inserite sui verso i lati dei paraurti. Alla Spring sottoposta a restyiling sono state conservate le influenze SUV con protezioni in plastica grezza molto visibili, mentre sono spariti dal tetto i finti ganci per il portapacchi.

Dietro ulteriore rimaneggiamento del portellone posteriore il cui aspetto è monopolizzato dalla presenza di una fascia nera che incorpora il monogramma Dacia collocato a metà tra le luci, anche in questo caso con una firma luminosa a forma di Y.

Negli interni il cruscotto riceve un vero e proprio upgrade che non farà male, visto che quello della versione originale era molto spartano. In un abitacolo dove l’architettura è decisamente orizzontale, si nota subito un ampio schermo da 10 pollici, montato sopra alle prese d’aria, la cui decorazione a forma di Y è un richiamo alla firma luminosa dei fari anteriori e posteriori.

Le prese d’aria sono integrate in un inserto colorato grigio o rosso o kaki, il cui colore varia a seconda dei tre livello di allestimento (si chiamano Essential, Expression ed Extreme). Il restyiling attrivuisce a diversi elementi della Spring il colore bianco, come nella leva del cambio.

Il display da 10 pollici è di serie sul modello top di gamma Extreme. Negli altri casi ci si affida al Dacia Media Control: si collega lo smartphone a un supporto dedicato e fungerà da radio e GPS: le funzioni possono essere controllate dai comandi al volante, che è nuovo e ora regolabile in altezza.

Sebbene ci siano stati progressi nella qualità della presentazione, i materiali conservano uno stile minimalista. Per contenere i prezzi, la Spring va alla ricerca di piccoli risparmi, ad esempio facendo a meno di vani portaoggetti nelle porte posteriori. Non fa sacrifici, considerato che stiamo parlando di una citycar elettrica, il bagagliaio, che anzi aumenta in volume fino a 308 litri e l’automobilista avrà anche un piccolo frunk da 35 litri sotto il cofano anteriore, ideale per riporre i cavi di ricarica.

Se nel restyling della Spring è cambiata completamente la pelle, non lo sono ossa e muscoli del veicolo: da ricordare che la piccola Dacia elettrica si era già evoluta ricevendo un secondo motore da 65 cavalli e la versione base conserva il powertrain da 45 cavalli.

La batteria ha ancora la capacità di 26,8 kWh, e l’autonomia nel ciclo combinato WLTP dichiarata in attesa di omologazione è di circa 220 chilometri (consumi 14,6 kWh/100 km), confermandone la vocazione urbana o per modeste esigenze di pendolarismo: di norma chi usa Spring percorre un po’ meno di 40 km al giorno, secondo la casa costruttrice.

Per quanto riguarda la ricarica la dotazione di serie prevede un caricabatterie a corrente alternata da 7 kW ma sarà disponibile una opzione di ricarica in corrente continua da 30 kW. L’altra novità è la possibilità di ricarica bi-direzionale, una sorpresa a questo livello di gamma. L’auto può così essere utilizzata come fonte di energia per alimentare un dispositivo elettrico, grazie a uno specifico adattatore che viene collegato al connettore di ricarica: Renault ci crede e da poco ha iniziato a produrre col partner esterno Lacroix i wallbox per case o luoghi di lavoro con questa tecnologia.

Insomma, gli interventi dei designer hanno avuto i loro effetti sostanziali sull’aspetto esterno e anche sul cruscotto: ma questo si farà sentire sul prezzo in una fase in cui questo aspetto è così determinante? Se il prezzo non è ancora stato comunicato, i manager Dacia però alla stampa presente al lancio hanno promesso Spring rimarrà la nuova auto elettrica più economica sul mercato anche dopo il restyling.

Presente di serie dal livello Expression, il Media Control è un sistema multimediale gestibile con i comandi al volante che permette di visualizzare le informazioni multimediali e le chiamate telefoniche sul cruscotto digitale. (credito foto: ufficio stampa Renault Italia)
Credito foto di apertura: ufficio stampa Renault Italia