BUSINESS

7 giorni di business nella mobilità: 7 – 13 gennaio 2023

Protagonisti della settimana: BASF, Canada Nickel, Chery Auto, E.Volution, Dott, JAC Motor, NIO, Samsung SDI, Stellantis, Stena Recycling, Tiamat, Tier

8 gennaio: dopo l’amministrazione controllata iniziata lo scorso settembre, per l’azienda del popolare e spartano furgone elettrico per le consegne precedentemente noto come Streetscooter sembra ci sia un ritorno alla casella di partenza. lI suo primo fondatore, Professor Günther Schuh, torna al timone. La nuova società di Schuh si chiama E.Volution ed ha rilevato le attività e gli asset, stringendo un partenariato con Neapco, che assembla il veicolo elettrico come produttore a contratto a Düren, in Germania. Neapco, a sua volta, ha acquistato le attrezzature per l’assemblaggio dal gruppo della logistica DHL, precedente proprietario di Streetscooter. Poiché quest’ultima ha già ordinato 700 unità del furgone elettrico per le consegne, sarà possibile continuare le operazioni e garantire posti di lavoro presso Nob, Neapco e altri fornitori, ha affermato la nuova proprietà. Inoltre sostiene che il gruppo DHL avrebbe creato le condizioni per commissionare e vendere risorse-chiave a E.volution molto presto. Schuh ha fondato la Streetscooter GmbH nel 2010 vendendola al suo cliente principale Deutsche Post/DHL nel 2014. Quest’ultimo ha poi venduto l’azienda alla società lussemburghese B-ON nel 2022. All’epoca l’azienda si chiamava Odin Automotive. Inizialmente, la produzione dei veicoli continuò nello stabilimento tedesco Streetscooter di Düren, che aveva una capacità di 30.000 veicoli all’anno. B-ON ha dichiarato fallimento a settembre in Germania, citando colli di bottiglia nelle consegne e problemi di qualità dei componenti che hanno portato a un calo della produzione del suo modello Sherpa, noto a tutti come Streetscooter. A ottobre l’azienda aveva presentato un nuovo furgone elettrico per le consegne : il Pelkan. Ha una potenza massima di 85 kW e utilizza la piattaforma open source Mobility in Harmony (MIH) della taiwanese Foxconn, che si sta espandendo specie negli ultimi mesi.

10 gennaio: Tier e Dott annunciano un accordo che comporta la fusione delle due società per formare il principale operatore di micro-mobilità in Europa. L’entità congiunta continuerà a operare coi rispettivi marchi coniugando le competenze per fornire agli utenti e alle città un servizio sicuro e affidabile e creando il principale operatore di mobilità condivisa in Europa. La transazione è soggetta a diverse condizioni e sarà effettiva solo al loro adempimento e alla chiusura dell’operazione, che è attesa entro 2 mesi dall’annuncio. Insieme, le due società generano un fatturato combinato di €250 milioni e supportano oltre 125 milioni di viaggi all’anno oltre 20 nazioni con attività tra l’altro a Berlino, Bruxelles, Dubai, Helsinki, Londra, Madrid, Parigi, Roma, Tel Aviv e Varsavia. L’operazione sarà sostenuta da un mix di azionisti esistenti delle due società tra cui figurano Estari, M&G, Prosus Ventures, Novator e White Star Capital e con Mubadala Capital e Sofina alla guida che stanno investendo €60 milioni in azioni per sostenere la visione a lungo termine dell’azienda. La società con sede a Berlino avrà Lawrence Leuschner come Presidente, Henri Moissinac come amministratore delegato, Maxim Romain come Chief Operating Officer e Alex Gayer come direttore finanziario.

10 gennaio: il gruppo tedesco della chimica BASF da tempo attivo nei materiali per le batterie, stipula con Stena Recycling un accordo di acquisto di “massa nera” come parte di una più ampia collaborazione mirata a creare una catena del valore per il riciclo nel mercato europeo delle batterie per veicoli elettrici. Per massa nera s’intende quell’elemento ricavato da batterie esauste e scarti di lavorazione e contenente minerali come litio, nichel, cobalto e manganese. La cooperazione si concentrerà sullo sviluppo di processi migliorati di produzione di massa nera per ottenere elevate percentuali di recupero di metalli critici. Dopo la raccolta delle batterie e degli scarti di produzione e la produzione di massa nera da parte di Stena Recycling a Halmstad, la massa sarà ulteriormente processata nella raffineria-pilota di BASF a Schwarzheide. È in programma la realizzazione di una raffineria di metalli per completare il processo di riciclo di celle su scala commerciale in Europa.

11 gennaio: NIO acquisisce nuovi partner per la sua diffusa rete di stazioni di cambio rapido delle batterie. I gruppi JAC e Chery Automobile coopereranno sugli standard, sulla tecnologia di scambio e sull’espansione della rete di scambio delle batterie. La firma dell’accordo ne segue altri analoghi che NIO ha già stretto coi gruppi cinesi Geely e Changan Automobile. Oltre all’accordo di partnership sul battery swap con le due case automobilistiche cinesi, NIO ha annunciato la fondazione di Zhongan Energy. L’obiettivo è promuovere “lo sviluppo di una rete di ricarica e scambio unificata e olistica per la provincia di Anhui, nonché stabilire una rete di ricarica, scambio e stoccaggio di energia aperta e condivisa per i veicoli a nuova energia”, scrive NIO in una nota. Zhongan Energy è una joint venture di NIO, della partecipata del gruppo Volkswagen che produce batterie Gotion High-Tech e di aziende basate nella provincia di Anhui. Insieme, hanno concordato di costruire 1.000 stazioni di scambio di batterie, integrando ricarica, scambio e stoccaggio dell’energia. La casa non menziona una tabella di marcia. All’ultimo NIO Day l’azienda ha confermato di avere il network di ricarica più diffuso in Cina con 20.955 colonnine di cui 1.137 da 500 kW e a primavera saranno collocate le primissime Power Swap Station 4.0 dalle potenze in ulteriore progresso.

12 gennaio: Stellantis Ventures, fondo di venture capital del gruppo diretto da Carlos Tavares, si attrezza per le alternative alla tecnologia delle batterie agli ioni di litio annunciando la propria partecipazione come investitore strategico in Tiamat, azienda francese che sviluppa e commercializza batterie agli ioni di sodio, la cui popolarità sta già espandendosi in Asia, malgrado la ricerca sia molto attiva anche in Europa. La tecnologia offrirà a medio e lungo termine un costo inferiore per chilowattora ed è priva di litio e cobalto, con il vantaggio che la grande disponibilità di sodio è un fattore per l’indipendenza strategica di questa filiera. Stellantis, che non ha comunicato l’entità dell’investimento, era entrata in contatto con Tiamat in quanto inserita tra le undici startup tecnologiche premiate con lo Stellantis Ventures Award nel 2023. Il gruppo euro-americano ha già investito nello sviluppo di tecnologie alternative come le batterie solid state di Factorial Energy, la chimica litio-zolfo con Lyten Inc. e ora nella prima azienda al mondo ad aver commercializzato una tecnologia agli ioni di sodio. Tiamat è uno spin-off del Centre National de la Recherche Scientifique (CNRS), analoga al nostro CNR, e utilizzerà i proventi per avviare la realizzazione di un impianto di batterie agli ioni di sodio nel nord della Francia, con capacità iniziale stimata tra 5-6 GWh. Primo mercato saranno apparecchi per elettronica di consumo (Tiamat ha da poco iniziato a fornire batterie per utensili elettrici al gruppo Leroy-Merlin) e applicazioni di accumulo stazionario; in seguito la produzione sarà allargata a prodotti di seconda generazione per uso veicolare.

12 gennaio: tra 2023 e 2024 non sembra essere cambiato il livello di interesse verso l’integrazione verticale della filiera delle batterie. Il produttore sud-coreano di celle Samsung SDI si aggiunge alla lista degli investitori nella Canada Nickel Company, che sta sviluppando il progetto sul solfuro di nichel di Crawford nel sito minerario di Timmins-Cochrane in Ontario. In base all’accordo stipulato, Samsung SDI intende acquistare azioni ordinarie per un valore di $18,5 milioni a 1,57 dollari canadesi per azione. Alla chiusura deterrà circa l’8,7% del capitale azionario in circolazione della società. Al produttore di batterie verrà inoltre concesso il diritto di acquistare una partecipazione del 10% nel progetto Crawford per $100,5 milioni. Questo darebbe all’azienda asiatica il diritto al 10% della produzione di nichel-cobalto dal progetto Crawford per tutta la durata, e il diritto a un ulteriore 20% della produzione per 15 anni, estendibile di comune accordo. Il costo del capex per le fasi del progetto è stimato a $3,5 miliardi. A Crawford viene accreditata la seconda area più grande del mondo per questo minerale, secondo uno studio di fattibilità pubblicato in ottobre. Nell’arco di 41 anni di durata del progetto, la produzione totale di metallo è prevista in 3,54 miliardi di libbre di nichel, 52,9 milioni di libbre di cobalto, 490.000 once di palladio e platino, 58 milioni di tonnellate di ferro e 6,2 milioni di libbre di cromo. La prima produzione è prevista per il 2027. La miniera darà un contributo netto negativo alle emissioni globali di anidride carbonica, grazie alla sua capacità di sequestrare geologicamente 1,5 milioni di tonnellate di carbonio all’anno. Ci sarà spazio anche per catturare e immagazzinare 30 milioni di tonnellate di carbonio proveniente da terzi.

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