ECONOMIA CIRCOLARE

Scarti della raccolta delle olive sosterranno la sostenibilità Ford

Ford sta portando avanti un progetto per l’utilizzo sostenibile di foglie, rami e fibre scartati durante la raccolta delle olive e realizzare componenti auto in materiali bio-compositi

Sono passate poche settimane da quando ci siamo occupati del legno come materia prima di origine alternativa per un componente essenziale delle auto elettriche: l’anodo delle batterie che una startup neozelandese intende proporre sotto forma di bio-grafite (partendo dagli scarti della lavorazione) invece di far ricorso alle oggi dominanti grafite naturale e sintetica.

Ma non ci sono solo startup a guardare al potenziale di agricoltura e silvicoltura, come sta dimostrando Ford con un suo progetto incentrato sulle olive. Gli alberi di ulivo producono un pilastro della dieta mediterranea che è sempre più popolare anche presso consumatori che mediterranei non sono.

Peraltro la loro raccolta genera elevate quantità di scarti vegetali di lavorazione che spesso vengono smaltiti come biomasse. Sebbene i processi che hanno a che fare con le biomasse si possano considerare virtuosi, col progetto denominato Compolive Ford si è messa al lavoro per trovare una alternativa agli scarti della raccolta delle olive che eviti anche la combustione.

L’approccio scelto è arrivare al successo con una sperimentazione che punta a sostenere un’economia circolare ancora più efficiente nei propri processi: il traguardo è l’utilizzo degli scarti per la creazione di materiali bio-compositi che sostituiscano la plastica.

Far ricorso agli scarti degli alberi di ulivo per realizzare componenti automotive potrà ridurre l’utilizzo di plastica e contribuire all’abbattimento dell’inquinamento locale, evitando la fase di smaltimento dei rifiuti vegetali che include il bruciarli, lasciando quindi la CO2 che i processi naturali sequestrano nelle fibre del materiale, andando così perfino oltre un processo dal bilancio finale a zero emissioni.

Gli ingegneri Ford hanno perciò creato campioni di componenti quali poggiapiedi e parti del bagagliaio utilizzando questo nuovo processo produttivo e i test hanno dimostrato che questi componenti vantano caratteristiche di robustezza e resistenza in linea con quelle dei materiali finora impiegati. Il gruppo americano sta ora valutando l’applicabilità del processo su scala industriale, che potenzialmente potrebbe essere implementato per la realizzazione delle nuove generazioni di veicoli elettrici.

Per i test condotti finora i materiali di scarto sono stati ottenuti da uliveti in Andalusia, in Spagna, la regione con la più alta produzione di olio d’oliva al mondo. Gli ingegneri del centro di ricerca e sviluppo Ford a Colonia hanno utilizzato una tecnologia di simulazione smart per testare virtualmente i materiali in termini di robustezza, resistenza e modellabilità. I prototipi poi realizzati comprendevano per il 40% fibre e per il 60% da polipropilene riciclato; il materiale bio-composito è stato riscaldato e stampato a iniezione nella forma del componente selezionato.

Insieme ai suoi partner globali Ford sta ottenendo importanti risultati rispetto agli ambiziosi obiettivi di sostenibilità ambientale. Si chiama Road to Better l’impegno di Ford per costruire un futuro della mobilità e dei trasporti più sostenibile, inclusivo ed equo, in cui ogni persona sia libera di muoversi e perseguire i propri obiettivi.

Il progetto Compolive, che si è svolto tra il 2020 e il 2023, ha superato anche gli ostacoli imposti dalla pandemia nella sua fase iniziale, ma ha avuto successo malgrado i partner del progetto si siano incontrati di persona per la prima volta solo a due anni e mezzo dall’inizio del lavoro.

I componenti che utilizzano il 40% di materiali derivati dagli scarti dell’olivicoltura sono realizzati mediante stampaggio a iniezione (credito foto: ufficio stampa Ford Italia)
credito foto di apertura: ufficio stampa Ford Italia