OPINIONI

In primavera per l’industria sostenibile italiana l’aria è cambiata

Nel giro di poche settimane, nomi celebri e storici dell’industria italiana sono stati in grado di offrire buone notizie: sia che si tratti di stile (Lancia), di investimenti (Iveco Bus) o di innovazione (Enel X)

Durante l’inizio di questa primavera del 2023 sono sbocciate decine di notizie che riguardano la mobilità elettrica e l’industria che veicoli a due, quattro o più ruote costruisce e costruirà. Contrariamente al recente passato, proprio nel mese di aprile che sta per andare in archivio si sono fatte notare tre notizie che riguardano imprese italiane.

Ci piace metterle insieme una accanto all’altra per rimarcarne l’importanza e per sottolineare come aziende con lunghe storie alle spalle quali Enel, IVECO e Lancia, siano in grado di trasmettere ottimismo su quelli che a medio e lungo termine saranno i risultati della complicata transizione oggi in corso.

Iniziamo da IVECO, perché è quella che più concretamente e rapidamente tradurrà nelle mura di una fabbrica e nel ruolo del proprio organico un annuncio. Lo scorso 18 aprile infatti, Iveco Group ha inaugurato il nuovo stabilimento di Foggia, confermando il ritorno in Italia della produzione di autobus.

L’aspetto che colpisce è che per tornare a produrre veicoli di questo settore nello Stivale, il gruppo ha scelto il settore dei mezzi a zero emissioni locali. Perciò il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso e Michele Emiliano, presidente della guida della Regione Puglia, hanno potuto apprezzare come grazie al piano industriale il nuovo sito impiegherà a regime cento persone altamente specializzate.

I vertici IVECO Group e IVECO Bus, primo e terzo da sin. Gerrit Marx e Domenico Nucera, col ministro Adolfo Urso e il presidente della regione Puglia Michele Emiliano (credito foto: ufficio stampa IVECO Group)

Lavoreranno su linee dotate delle tecnologie più avanzate di industria 4.0 impegnandosi a portare al massimo la capacità produttiva di mille veicoli all’anno autobus ad alto contenuto tecnologico con propulsioni a zero emissioni (al 100% elettriche oppure a idrogeno), ma anche a basse emissioni (bio-metano oppure i bio-fuel a cui l’attuale esecutivo premono tanto).

Per la produzione di batterie dei mezzi al 100% elettrici, che si ritiene formeranno una quota consistente della produzione a medio e lungo termine c’è la fornitura da Torino di FPT Industrial: il completamento della produzione di autobus che avviene nel nuovo sito di Foggia utilizza la componentistica fornita dalla filiera italiana.

Si rafforza quindi la presenza del gruppo che proprio a Foggia ha già il sito di FPT Industrial dedicato alla produzione di motori industriali, che con i suoi 1.600 dipendenti è uno dei maggiori insediamenti industriali della regione.

L’impianto pugliese è a zero emissioni nette di CO2: l’energia proviene al 100% da fonti rinnovabili, tra cui oltre 1.000 pannelli fotovoltaici capaci di una produzione annua di 640 MWh, e tutto il progetto è focalizzato sulla riduzione del consumo energetico e il riciclo, con materiali di costruzione ad alte prestazioni, illuminazione a LED intelligenti e riutilizzo dell’acqua piovana.

IVECO Bus contribuirà al processo di transizione del trasporto pubblico in Italia garantendo anche l’acquisizione di nuove tecnologie per il paese e con un investimento di circa €40 milioni, che attingerà in parte ai fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e rispetto al quale ricalca due capitoli: “Rivoluzione verde e transizione ecologica” e “Infrastrutture per una mobilità sostenibile”.

L’inaugurazione di Foggia ha seguito di soli tre giorni la presentazione del concept Pu+Ra HPE che rappresenta il momento del rilancio della storia Lancia, partendo dal manifesto di stile che accompagnerà il marchio torinese del gruppo Stellantis nel prossimo decennio. Al concept saranno infatti ispirati i futuri modelli del marchio, a iniziare dalla nuova Ypsilon la cui uscita è prevista per l’inizio del 2024.

Con la Pu+Ra High Performance Electric si è visto che una casa condannato all’oblio (eccetto la presenza della city car Ypsilon) dall’auto tradizionale, sarà rilanciata grazie a progetti in cui la centralità della propulsione a zero emissioni è essenziale all’interno del piano Dare Forward 2030.

Un piano che al momento della presentazione, a inizio marzo dello scorso anno, l’amministratore delegato Carlos Tavares aveva sottolineato essere più audace sui traguardi dello stesso piano di Bruxelles “Fit for 55”, un rilievo che va soppesato per il suo corretto valore.

Il tutto reso possibile grazie alle nuova piattaforme STLA Medium ed STLA Large del gruppo Stellantis, per cui in Italia sono stati già attivati lo stabilimento di Melfi e quello di Cassino (e altre fabbriche ancora in futuro sui due lati dell’Atlantico).

Per quella che si annuncia come una lunga “primavera italiana” per Lancia vedremo quindi una nuova Ypsilon ibrida ed elettrica in uscita nel 2024, poi nel 2026 uscirà l’ammiraglia elettrica Gamma e nel 2028 l’attesissima Delta.

In poche parole, almeno per quanto riguarda la gamma Lancia, l’opinione di alcuni frettolosi commentatori nazionali che all’auto elettrica vada imputato l’assassinio dell’automotive italiano cozza contro i piani, gli investimenti, la ricerca, lo sviluppo e in una parola il lavoro di tutta una intera filiera.

La rinascita Lancia proprio nelle giornate della Milano Design Week, ormai l’evento clou tra i 365 giorni del calendario per quanto riguarda lo stile italiano, potrebbe anche far pensare a una gloria riflessa basata su heritage e la capacità nazionale di far leva sull’estetica anche tra le difficoltà.

Proprio per questo ci teniamo a chiudere questo breve elenco di buone notizie di aprile con un annuncio che riguarda un altro marchio italiano come Enel X, che dimostra che ci sono elevate potenzialità anche dove le imprese italiane non possono partire col vantaggio del design e della tradizione.

Ovvero là dove si opera in settori ad elevata percentuale di innovazione. Quello che ha fatto in effetti Enel X a Taiwan, col locale partner Gogoro, guarda esclusivamente al futuro e non ha alcuna attinenza col passato, per quanto brillante.

La società asiatica degli scooter elettrici famosi per la sua rete di stazioni di cambio rapido delle batterie e la divisione Asia-Pacifico del gruppo italiano hanno infatti stretto una partnership che consentirà all’occorrenza di trasformare il capillare network di stazioni in un’unica centrale elettrica virtuale, o per gli addetti ai lavori una VPP.

I partner hanno spiegato che a questa VPP fanno già capo ben 1.300 delle “GoStation” distribuite in oltre 500 località, con altre 1.200 pianificate per l’implementazione in questa rete a breve.

Entro la metà del 2023 infatti, Gogoro ed Enel X prevedono che la VPP incorpori tutte le 2.500 stazioni di Taiwan nelle quali le batterie sono immagazzinate in stand-by. Una sorta di “tesoretto” di energia che è anche in grado di bilanciare la rete gestita da Taiwan Power Company (TPC) aggiungendo o ricevendo energia in eccesso.

Questo piano di intervento sulla stabilità della rete elettrica è uno dei fattori di innovazione più importanti per rendere resilienti i futuri assetti della rete basata sulle fonti rinnovabili, come noto per loro natura intermittenti, a fianco di ovvi piani di dotarla di sistemi di accumulo.

La realizzazione di poco appariscenti risorse di energia capillarmente distribuite, come piccole batterie in grado di stare sotto il sellino di uno scooter, sono i mattoni di future VPP in grado di sbloccare fasi critiche e perfino di creare ritorni finanziari collegandole a sistemi energetici più ampi.

Quella di Enel X e del partner Gogoro va quindi nella direzione opposta ai timori di chi vede nella mobilità elettrica un fattore di allarme per l’infrastruttura ed è il risultato di un progetto-pilota che i due gruppi hanno completato nel 2022, dimostrando che a Taiwan la rete di Gogoro può sospendere in sicurezza la ricarica in caso di squilibrio della rete o fornire energia alla rete in base alla domanda. Una volta che il picco di domanda si è assorbito, la VPP invia un segnale alla rete per ripristinare il consumo.

A dispetto del pervasivo clima di scetticismo e sfiducia nelle prospettive nazionali sulla transizione, sia che si tratti di stile (Lancia), di produzione (Iveco Bus) o di innovazione (Enel X), l’industria italiana è ancora in grado di darci buone notizie. Che l’aria sia cambiata se ne sono già accorti i loro ingegneri, gli operai, i manager: molti altri, a dispetto delle evidenze, no.

Credito foto di apertura: ufficio stampa Stellantis