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Con Ampere, Renault “scongela” il piano di separazione dell’auto elettrica

Il gruppo diretto da Luca de Meo presenta la strategia aggiornata dividendo la manifattura elettrica e innovativa da quella convenzionale e ibrida, la cui produzione continuerà in collaborazione coi cinesi di Geely

Renault ha presentato oggi la terza fase del piano strategico “Renaulution” svelato a gennaio dello scorso anno: per attirare di più gli investitori, assicurandosi i fondi indispensabili per la complessa trasformazione in corso, lancia un progetto di ingresso in borsa della divisione che produrrà auto elettriche, condividendo con la cinese Geely il vecchio spazio della motorizzazione termica, riducendo così la necessità di investimenti in questo campo che potranno essere meglio utilizzati altrove.

Per garantire questo sviluppo e rendere concreta l’ambizione di produrre un milione di veicoli elettrici entro la fine del decennio, Renault sulla scia di quanto fatto oltre Atlantico da Ford divide il gruppo e crea una filiale elettrica chiamata “Ampere”. Riunirà 10.000 dipendenti in Francia, molti nel nord, già insediati nel polo ribattezzato Electricity.

Là, come il gruppo ha confermato da tempo, saranno prodotte secondo i piani le nuove Renault 5 e Renault 4. Grazie in particolare alla nuova gamma al 100% elettrica Ampere punta a una crescita annua superiore al 30% nei prossimi otto anni e a raggiungere un margine del 10% nel 2030, rispetto al 4,7% registrato dal gruppo Renault nella prima metà del 2022.

Con questa riorganizzazione e la promessa di una migliore redditività a medio termine, la casa della Losanga si posiziona per quotare la sua nuova controllata sulla piazza finanziaria di Parigi “al più presto nella seconda metà del 2023”; un’entità in cui Renault intende mantenere una quota di capitale che le consenta una “forte maggioranza”.

Il produttore californiano di semiconduttori Qualcomm, che non è solo fornitore Renault ma partner di un progetto di architettura elettronica centralizzata per la gamma francese, si posiziona come azionista di Ampere.

Renault, in cui lo stato francese e Nissan possiedono ciascuno il 15%, non ha però ancora specificato la quota che il suo partner giapponese prenderà nella nuova divisione elettrica, quasi a segnalare che le trattative tra i partner a suo tempo riuniti sotto Carlos Ghosn hanno in corso trattative complicate. La riorganizzazione peraltro anticipa una sostanziale revisione dei termini dell’Alleanza Renault-Nissan-Mitsubishi, con una riduzione della quota di Renault nel capitale di Nissan.

Per quanto riguarda i motori termici, Renault condividerà le sue attività al 50% col gruppo cinese Geely, già proprietario di Volvo e presente anche in Mercedes-Benz, nonché dall’estate dello scorso anno partner sul mercato della Corea del Sud proprio del gruppo francese.

Questo nuovo team franco-cinese avrà 19.000 dipendenti in Europa (Spagna, Romania e Svezia), Cina e Sud America, con diciassette stabilimenti e cinque centri di ricerca e sviluppo. Il suo fatturato, stimato in oltre €15 miliardi, dovrebbe crescere del 4% fino al 2027.

Non a caso Volvo Cars disinveste il suo 33% in Aurobay, la joint venture presente appunto anche in Svezia che produce powertrain per modelli ibridi e mild hybrid e a suo tempo creata con Geely, che come vediamo sceglie un ampio ventaglio di partner per gli anni finali di domanda per il termico.

Accanto alla confermata divisione mobilità e a quella per l’economia circolare, l’avvenire dipenderà anche dalla divisione veicoli commerciali leggeri Renault che si appoggerà sempre più ai programmi sull’idrogeno della joint venture Hyvia per puntare al 30% di quota di settore entro il 2030 e a ordini per €1 miliardo già entro il 2026, mentre partirà il progetto della famiglia di modelli FlexEVan che a partire dal 2026 sarà presentata con veicoli elettrici “definiti attorno al software”.

Anche il marchio sportivo Alpine si aprirà agli investitori: dall’essere oggi produttrice di un solo modello convenzionale apprezzato ma di nicchia, la marca di Dieppe punterà a fare leva sulla nuova notorietà grazie alla sua presenza in Formula 1.

La sua gamma oltre alla prossima generazione A110, a una piccola berlina e un SUV (al 100% elettrici) prevede lanci anche di una grande berlina e una berlina luxury per espandersi in particolare in Nord America o Cina. Il marchio punta a una crescita del 40% all’anno tra il 2022 e il 2030 e oltre €8 miliardi di ricavi nel 2030.

Credito foto di apertura: ufficio stampa Renault Italia