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7 giorni di novità che trasformano auto e mobilità: 9 – 15 ottobre 2022

I protagonisti della settimana: Cariad, General Motors, GME, Honda, Horizon Robotics, Hyundai, LG Ensol, Magna International, Queensland Pacific Metals, Seeing Machines, Sony, Stellantis

10 ottobre: dopo precedenti accordi sul litio stretti con Vulcan Energy e Controlled Thermal Resources per Europa e America, Stellantis lavora anche all’approvvigionamento di altre materie prime essenziali alle sue future batterie e sottoscrive un nuovo accordo di programma non vincolante con GME Resources Limited, per la futura vendita di prodotti a base di solfato di cobalto e nichel con qualità battery-grade provenienti dal NiWest Nickel-Cobalt Project. Questo progetto in Western Australia è in stato di sviluppo avanzato e produrrà circa 90.000 tpa (tonnellate annue) di solfato di cobalto e nichel. Ad oggi, oltre 30 milioni di dollari australiani sono stati investiti in trivellazioni, test preliminari nel settore metallurgico e studi di sviluppo. Questo mese avrà inizio anche uno studio di fattibilità definitivo per NiWest. La località proposta per il centro di lavorazione si trova distante circa 30 chilometri dall’impianto Murrin Murrin: di proprietà del gruppo svizzero Glencore, è il più grande sito in Australia per l’estrazione di nichel e cobalto.

10 ottobre: la società australiana Seeing Machines, specializzata nella tecnologia di visione artificiale e che progetta sistemi basati sull’intelligenza artificiale per migliorare la sicurezza dei trasporti, ha stipulato un accordo di collaborazione esclusiva con Magna International. Il gruppo della fornitura automotive sta anche investendo $65 milioni a corollario di un accordo che prevede che i partner commercializzeranno insieme il dispositivo di monitoraggio del conducente e degli occupanti, esclusivamente laddove l’IP dell’azienda sia completamente integrato all’interno dello specchietto retrovisore, fino alla fine di giugno 2025. Lo specchietto retrovisore offre un’efficace posizione a telecamere in cabina e un campo visivo per il monitoraggio del conducente e degli occupanti per molti veicoli passeggeri, consentendo alle case auto di rispondere a istanze del consorzio Euro NCAP e a soddisfare standard normativi associati alla distrazione e alla stanchezza dei conducenti. In cambio, Seeing Machines concederà l’esclusiva a Magna che, oltre a un anticipo di $10 milioni, ha anche accettato di investire fino a ulteriori $47,5 milioni in Seeing Machines tramite note convertibili non trasferibili di 4 anni con scadenza a ottobre 2026. Sommato alla partecipazione esistente di Magna nella società dell’AI rappresenteranno circa 9,9 % del capitale sociale.

11 ottobre: Honda Motor Co. ha approvato due massicci investimenti in Ohio. Il primo è di $700 milioni per rinnovare diversi impianti di assemblaggio nello stato. Ma soprattutto, insieme al partner produttore di batterie coreano LG Energy Solution, fin dallo scorso inverno Honda ha deciso di mettere sul tavolo denaro ($3,5 miliardi) per costruire celle nella contea di Fayette per una capacità annua fino a 40 GWh. Gli investimenti segnano un’espansione della presenza Honda nell’area, sede del Marysville Auto Plant, East Liberty Auto Plant e Anna Engine Plant. L’esborso di $700 milioni sarà utilizzato per convertire questi tre impianti per la produzione di veicoli elettrici. Il piano previsto creerà oltre 300 nuovi posti di lavoro, secondo la società, mentre il conto sale oltre 2.200 persone per produrre celle pouch agli ioni di litio per i veicoli elettrici Honda (e forse anche per quelli prodotti con Sony). In attesa delle approvazioni, Honda e LG Ensol prevedono di varare formalmente la JV entro fine anno. I lavoratori di Anna produrranno i pacchi a cui, su una linea di sub-assemblaggio a Marysville, gli operai monteranno moduli assemblati dall’impianto JV. Le batterie saranno quindi installate su veicoli elettrici costruiti sia a Marysville che a East Liberty sulla nuova piattaforma Honda E: Architecture dal 2026. Lo stato nordamericano concederà alla joint venture $71 milioni di sgravi fiscali, agevolazioni che ha confermato l’Ohio Department of Development saranno basati sulle performance, ovvero al raggiungimento di obiettivi di organico e di livelli salariali prefissati.

11 ottobre: General Motors crea una nuova divisione per vendere sistemi e servizi di accumulo di energia a proprietari di case e aziende. Aiuterà inoltre i clienti a trasferire elettricità da un veicolo o da un batteria di accumulo a una casa o a un edificio, anche in casi di interruzioni di corrente o calamità e anche a inserirsi nella rete elettrica. GM Energy, così si chiama la divisione, percorrerà la strada già imboccata in America da Tesla e Ford Pro, sebbene la seconda al contrario della prima abbia già iniziato a proporre anche la ricarica bi-direzionale, che GM sta mettendo alla prova con l’utility californiana PG&E: quando la rete si avvicina al rischio di blackout, l’utility può raggiungere le case dei clienti che hanno aderito e portarli temporaneamente offline e alimentarli da un mezzo elettrico collegato. GM Energy è il prossimo passo nei suoi sforzi per supportare l’intero ecosistema EV con sistemi di gestione dell’energia e della ricarica, ricarica bidirezionale e stoccaggio stazionario. GM Energy comprenderà tre proposte: la piattaforma Ultium Charge 360 già annunciata per aiutare chi guida veicoli elettrici a trovare e pagare le sue ricariche in movimento, Ultium Home e per le flotte Ultium Commercial, ognuna collegata a GM Energy Services Cloud.

12 ottobre: il gruppo automobilistico sudcoreano Hyundai intende investire 18 trilioni di Won (l’equivalente di ben €13 miliardi) nello sviluppo di “software-defined vehicles” (SDV) entro il 2030. Un obiettivo a breve termine dell’iniziativa è quello di offrire aggiornamenti software via etere per tutti i nuovi modelli in tutti i mercati a partire dal 2025, ovvero i cosiddetti aggiornamenti software over-the-air di cui è stata pioniere Tesla. Si stima che entro il 2025 ci saranno 20 milioni di veicoli registrati ai Connected Car Service del gruppo, che si appoggeranno a nuovi appositi sistemi operativi per auto connesse innovativi e sviluppati internamente. Poiché quello che è vita quotidiana con gli smartphone richiede spesso una visita in officina per le auto, è la logica, Hyundai intende offrire questa funzione già il prossimo anno sia nelle nuove auto elettriche che in quelle mosse dai motori a combustione. Inoltre, i coreani vogliono offrire “Feature on Demand”, anche loro attratti dall’ambizione di aggiungere nuovi flussi di ricavi alla semplice vendita dell’auto. Con questo concetto, i clienti possono acquistare funzioni aggiuntive per la loro auto e quindi aprire una nuova fonte di reddito per l’azienda. Per alcuni proprietari, ad esempio in Germania quelli del modello elettrico Ioniq 5, Hyundai ha già introdotto questa funzione, senza negare che la necessità di tenere agganciato il cliente sia maggiore con le auto elettriche, relativamente a bassa manutenzione essendo prive di olio motore, consumando meno le pastiglie dei freni, eccetera.

12 ottobre: General Motors annuncia un investimento fino a $69 milioni in Queensland Pacific Metals per assicurarsi una nuova filiera di nichel e cobalto, materie prime critiche per le celle agli ioni di litio utilizzate dai veicoli elettrici del gruppo automobilistico di Detroit. GM sarà azionista della società australiana e l’investimento contribuirà a sostenere l’ammissibilità dei veicoli elettrici per gli incentivi ai consumatori nell’ambito dei nuovi crediti d’imposta statunitensi per l’energia pulita previsti dalla legge IRA firmata alla Casa Bianca il 16 agosto scorso. In percentuali crescenti nei prossimi anni le case auto devono preoccuparsi che il minerale delle batterie sia nordamericano o provenga da paesi con accordi di libero scambio (come appunto l’Australia) per qualificarsi per i crediti d’imposta previsti. L’investimento del gruppo del Michigan contribuirà a portare a pieno regime il progetto Townsville Energy Chemicals Hub (TECH) proposto nell’Australia settentrionale. Il minerale di laterite di nichel di alta qualità sarà importato dalla vicina Nuova Caledonia e GM sostiene che sarà lavorato utilizzando un nuovo processo proprietario che aiuta a ridurre gli sprechi. GM ha già accordi vincolanti che assicurano tutte le materie prime delle batterie a sostegno del suo obiettivo di 1 milione di unità di capacità annua in Nord America entro la fine del 2025.

13 ottobre: dopo aver confermato lo scorso marzo il lancio di una nuova azienda di auto elettriche in cui unire il know how Honda nel campo delle automobili, della tecnologia della mobilità con l’esperienza di Sony nell’imaging, nel software, nei sensori e nell’intrattenimento, per i due grandi partner della manifattura giapponese è arrivato anche il momento di dare nuovi dettagli sui piani comuni di Sony Honda Mobility. Il primo veicolo elettrico della giovanissima società creata dai due gruppi sarà in vendita nel 2025 e le prime consegne toccheranno agli Stati Uniti a inizio 2026, subito seguite dal mercato del Giappone, ha confermato l’amministratore delegato Yasuhide Mizuno, a sinistra nella foto di apertura col COO Izumi Kawanishi. Altri mercati, inclusa l’Europa, seguiranno, ma non sono state fissate date, ha affermato il manager proveniente da Honda Motor. La produzione avverrà in uno degli stabilimenti Honda negli Stati Uniti, ma dettagli come prezzo, la piattaforma e il tipo di batteria da utilizzare non sono stati ancora divulgati. Anche il volume di produzione non è stato fornito, ma i funzionari hanno affermato trattarsi di un modello speciale e non destinato a vendite su larghissima scala. Mizuno ha affermato che la collaborazione “unisce hardware e software per offrire un’esperienza emotivamente soddisfacente in movimento“.

13 ottobre: Cariad, divisione del gruppo Volkswagen a cui è stato affidato lo sviluppo del settore software, formerà una joint venture con Horizon Robotics, uno dei principali fornitori di soluzioni informatiche per veicoli smart in Cina, con l’obiettivo di rendere più rapido ed efficace lo sviluppo locale di tecnologia per la guida intelligente e sicura sul primo e decisivo mercato globale dell’auto. La sussidiaria Volkswagen prevede di investire circa €2,4 miliardi per una partecipazione del 60% nella nuova joint venture che dovrebbe chiudersi entro il primo semestre del prossimo anno. Non è certo la prima joint venture Volkswagen in Cina, dove la casa automobilistica tedesca ha una quota del 50% con SAIC Group e una del 40% con FAW Group, i due storici partner. Il gruppo di Wolfsburg possiede inoltre una quota del 75% in una joint venture con JAC Motors, nata inizialmente per lanciare il marchio SEAT in Cina ma poi sterzata in tutt’altra direzione. Secondo il principio delle competenze “China for China” i partner svilupperanno sistemi avanzati di assistenza alla guida e soluzioni di guida autonoma per portare avanti l’integrazione di numerose funzioni con una tecnologia all’avanguardia che comprende l’intero stack software e hardware. La mossa appare mirata a migliorare percezione ed esperienza di automobilisti e passeggeri cinesi che per quanto riguarda interfacce dei sistemi di infotainment e assistenza alla guida, specialmente nel caso dei modelli elettrici, sembrano preferire le proposte dei costruttori nazionali o di Tesla (presente sappiamo a Shanghai). Horizon Robotics è stata fondata nel 2015 vantando tra gli investitori Intel, Hillhouse Capital e BYD. Ad oggi Horizon Robotics ha consegnato oltre 1,5 milioni di chip e firmato accordi di fornitura con oltre 20 case automobilistiche che coprono più di 70 modelli, secondo una dichiarazione della società alla fine del mese scorso.

Credito foto di apertura: ufficio stampa Sony Honda Mobility