BUSINESS

7 giorni di business che cambia la mobilità: 20 – 26 giugno 2022

I protagonisti della settimana: Audi, BASF, Gores Guggenheim, Minth Group, Redwood Materials, Polestar, Renault, Stellantis, Toyota, Umicore, Vulcan Energy

21 giugno: la startup fondata dall’ex-CTO Tesla JB Straubel, sta collaborando con Toyota per raccogliere e riciclare batterie e materiali adatti ad essere inviati dall’impianto di batterie della casa automobilistica giapponese nella Carolina del Nord. Redwood Materials si organizza con questa partnership coi giapponesi mentre sta iniziando una piccola ondata di ibride Toyota Prius uscite molti anni fa che hanno piccole batterie da riciclare. L’accordo con Toyota ne segue altri tra Redwood e Proterra, Ford, Volvo e Panasonic, in quest’ultimo caso riguardante la Gigafactory con Tesla in Nevada. Le collaborazioni fanno parte del progetto di creare una catena di approvvigionamento circolare per le batterie di veicoli elettrici negli Stati Uniti e anche in Europa che possa alla fine ridurre il costo delle batterie grazie al riuso dei metalli critici. Inizialmente, Redwood avrà anche un ruolo per lo screening della salute delle batterie delle auto Toyota in modo che possano prolungare la vita delle auto esistenti quando possibile, secondo Alexis Georgeson, vice presidente delle comunicazioni e delle relazioni governative di Redwood. Dove questa non sia un’opzione, Redwood riciclerà le batterie, estraendo materiali come rame, litio, cobalto e nichel, che potranno essere restituiti a Toyota per la produzione di celle.

21 giugno: Renault continua a mettere a punto i piani a supporto della partnership con Envision AESC per la creazione di una Gigafactory a Douai per la produzione di batterie. Insieme a Minth Group annuncia la firma di un protocollo di intesa per la creazione di una joint-venture per la produzione di contenitori per batterie con sede in Francia. La joint-venture svolgerà questa attività a forte valore tecnologico presso la base manifatturiera di Ruitz (ElectriCity), destinata ai futuri veicoli elettrici prodotti nel Centro ElectriCity. Il contenitore per batterie, costituito da parti in alluminio estruso assemblate mediante saldatura per attrito in cui si alloggiano i moduli che costituiscono la batteria, è un componente fondamentale dei veicoli elettrici ad alta tecnologia e contribuisce alla sostenibilità e alla sicurezza del veicolo. I partner prevedono due nuove linee di produzione a Ruitz nel 2023, con una capacità di 300.000 unità (o contenitori) per batterie all’anno entro il 2025, per i modelli elettrici, tra cui la futura R5. La joint-venture sosterrà la forte crescita del mercato dei veicoli elettrici e lo sviluppo del centro industriale Renault ElectriCity, che nei piani di Luca de Meo e dei suoi manager ha lo scopo di raggiungere una produzione annua di 480.000 veicoli elettrici entro il 2025.

21 giugno: la divisione ungherese della casa automobilistica premium tedesca Audi investirà presto 120 miliardi di fiorini ($320,2 milioni) per aumentare la produzione dei motori elettrici altamente automatizzati che sono già attualmente realizzati nella sua fabbrica nell’Ungheria occidentale, ha dichiarato il ministro degli Esteri del governo magiaro Peter Szijjarto. Secondo Szijjarto Audi, che in precedenza ha detto che potrebbe aumentare sostanzialmente la produzione nello stabilimento, inizierà a produrre i nuovi motori dal 2025, aggiungendo 500 posti di lavoro nello stabilimento, che Audi dice essere la più grande fabbrica di motori del mondo della propria catena produttiva. Gyor in precedenza era stata fondata con una linea di montaggio di motori ad alte prestazioni, inclusi i dieci cilindri a benzina delle Audi R8, “cugini” di quelli delle supercar Lamborghini di Sant’Agata Bolognese.

22 giugno: l’azienda chimica BASF sta progettando di costruire un impianto di riciclo delle batterie nel sito di Schwarzheide, nel Brandeburgo. La messa in servizio dell’impianto è prevista per il 2024, creando circa 30 nuovi posti di lavoro nell’organico. BASF Schwarzheide GmbH fa parte del colosso tedesco dal 1990 e comprende oltre 2.000 dipendenti che producono prodotti chimici, tra cui anche materiali catodici attivi. In questo polo produttivo saranno riciclate fino a 15.000 tonnellate di batterie di veicoli elettrici, per recuperare dal processo la massa nera che contiene grandi quantità di metalli critici per la produzione di materiale catodico quali litio, nichel, cobalto e manganese. BASF sta inoltre progettando un impianto per l’ulteriore lavorazione idrometallurgica della massa nera, che sarà costruito a metà del decennio. Collocare un sito di riciclo presso un polo produttivo di materiali catodici attivi è un ulteriore passo verso la creazione dell’intera catena del valore del riciclo delle batterie in BASF, ha commentato l’azienda, nell’ottica del ridurre la dipendenza dalle materie prime provenienti dal settore estrattivo e muovendo i processi verso l’economia circolare.

22 giugno: in una settimana davvero densa di annunci di progetti riguardanti il riciclo delle batterie, non è mancato un capitolo al riguardo anche nel Capital Markets Day del gruppo chimico belga Umicore che ha avuto luogo in questa data. Infatti nel settore del riciclo delle batterie, Umicore ha annunciato la decisione di ampliare ulteriormente la propria capacità in Europa; inoltre l’espansione è allo studio anche nell’area del Nord America. Per supportare la divisione delle Battery Recycling Solutions, il piano industriale che arriva al 2030 ed è stato battezzato “Umicore 2030 – RISE”, ha già previsto un investimento di circa 500 milioni di euro entro il 2026, la parte sostanziale del quale sarà riversata in un nuovo impianto di riciclo delle batterie su larga scala (con una capacità nominale di 150 kT). Quando l’impianto entrerà in funzione (appunto nel 2026) si prevede che Umicore possa fornire un contributo sostanziale all’obiettivo dell’Unione Europea di creare un ecosistema di batterie sostenibile e circolare.

23 giugno: i due colossi industriali Siemens Energy ed Air Liquide annunciano la loro intenzione di costituire una nuova joint venture franco-tedesca incentrata sulla produzione di elettrolizzatori di idrogeno verde su scala industriale. La mossa rappresenta un ulteriore tentativo di mettere in campo una manifattura di settore in grado di ridurre i costi di produzione dell’idrogeno da rinnovabili, o verde, e renderlo quindi competitivo. La costituzione della joint venture, in cui Siemens Energy avrà una quota del 74,9% mentre Air Liquide deterrà il 25,1%, è soggetta all’approvazione delle autorità nazionali ed europee. Se tutto andrà secondo i piani, la sua sede sarà a Berlino, con un polo produttivo che costruirà moduli di elettrolisi anch’esso basato in Germania. I due gruppi da tempo stavano trattando per arrivare a un piano comune per la produzione di elettrolizzatori. La produzione dovrebbe iniziare nel 2023, con una capacità di produzione annua di 3 GWh da raggiungere nel 2025. La Commissione Europea relativamente alla presenza del settore dell’idrogeno verde nella transizione alla produzione sostenibile aveva già precedentemente sostenuto di puntare a 40 GWh di elettrolizzatori di idrogeno da rinnovabili da installare nell’Unione Europea nel 2030.

24 giugno: a pochi giorni dalla conferma che debutterà entro fine anno anche sul mercato italiano, il 23 giugno Polestar è diventato l’ennesimo produttore di veicoli elettrici ad essere quotato a Wall Street tramite una fusione inversa con una società-veicolo (definita dagli americani SPAC). Il giovedì è stata completata l’operazione con la SPAC Gores Guggenheim e le azioni del produttore di veicoli elettrici hanno iniziato a essere scambiate il venerdì. Malgrado di recente le operazioni di questo genere siano guardate con scetticismo e i titoli di chi ha seguito questo percorso non stiano brillando, le azioni hanno aperto a $12,98, in rialzo del 15,5% rispetto al prezzo di chiusura finale della SPAC del giorno precedente. L’amministratore delegato Polestar Thomas Ingenlath ha dichiarato che la sua azienda utilizzerà i circa $850 milioni raccolti sul mercato per finanziare il suo piano triennale per costruire nuovi veicoli e alla fine diventare redditizia. La società, che dalla nascita come joint venture tra la svedese Volvo Cars e il gruppo auto cinese Geely nel 2017 produce solo veicoli con la presa, in effetti è già più di una startup, avendo collocato oltre 55.000 veicoli elettrici sulle strade di Cina, Europa e Stati Uniti. Nei prossimi tre anni l’azienda prevede di aggiungere tre veicoli al suo modello attuale, il crossover compatto Polestar 2 costruito in Cina: il SUV Polestar 3, il crossover medio Polestar 4 e la grande berlina Polestar 5, nata dal concept Precept e svelata in queste stesse ore in una inedita versione super-sportiva all’evento in corso nel Regno Unito a Goodwood.

24 giugno: all’investimento di €50 milioni di Stellantis nel capitale di Vulcan Energy Resources abbiamo dedicato questo articolo completo.

Credito foto di apertura: ufficio stampa Air Liquide