INFRASTRUTTURA

Approvato in Cina lo standard del «battery swap»

Istituzioni, case auto e della tecnologia hanno collaborato a realizzare uno standard accettato per definire il cambio rapido delle batterie, proprio mentre questa soluzione attrae anche oltre i loro confini

L’interesse per il cambio rapido delle batterie, chiamato dagli addetti ai lavori battery swap, che in Occidente è stato di recente rinvigorito dall’attenzione che Luca de Meo rivolgerà alla soluzione, ha da pochi giorni avuto un altro solido impulso. È noto come oggi, in attesa delle decisioni Renault, siano soprattutto gruppi cinesi ad essere attivi in questo spazio: in particolare NIO, BAIC e più recentemente Geely, la parent company Volvo Cars.

Ora uno dei potenziali ostacoli alla diffusione del cambio rapido delle batterie sarà rimosso, perché la Cina ha approvato uno standard nazionale e linee guida per la sicurezza a cui a partire dal prossimo 1 novembre ogni azienda che lo metterà in pratica dovrà attenersi. Alla realizzazione, che ha richiesto diversi mesi, hanno contribuito case auto come NIO, BAIC, SAIC, GAC, Hozon, Geely e della tecnologia come CATL, Aulton Energy, Huading Guolian e altre.

Quello degli standard è stato un fattore che, se appena smussato per il battery swap, ha invece influito sulla nascente industria dell’auto elettrica in particolare riguardo alla praticità dell’infrastruttura: i diversi attacchi delle colonnine e protocolli CHAdeMO, CCS Combo, Tesla non hanno creato particolare simpatia ai primi pionieristici utilizzatori dei veicoli a zero emissioni locali.

Questo dovrebbe essere evitato a questo punto per quanto riguarda il battery swap, considerato che il maggior mercato in cui è già possibile cambiare rapidamente le batterie è ormai destinato a diventare uno standard globale di fatto.

Quando è stato chiesto dalla stampa locale perché il potente MIIT (ministero dell’Industria e della Tecnologia dell’Informazione) abbia deciso di sostenere questa opportunità il viceministro Xin Guobin ha fatto una lista che comprende: costi inferiori delle auto per i clienti, migliori prezzi per le ricariche fuori dai picchi di domanda, e possibilità per la clientela di scegliere taglie diverse di batterie. Ovvero capacità maggiori con più autonomia per lunghi viaggi.

Ma c’è un altro fattore che è stato sottolineato da molti, in particolare dal gruppo auto pechinese BAIC, quando ha deciso di lanciarsi nel battery swap: in Cina il 70% dei proprietari di veicoli non hanno un posto auto, e tra il 40 ed il 50% degli attuali proprietari cinesi di auto elettriche o plug-in non hanno la possibilità di installare un wallbox.

Questo genere di difficoltà è anche uno dei motivi per cui in alcuni mercati persiste lo scetticismo sulla ricarica domestica. Pochi giorni fa, James Kuffner, scienziato americano della divisione tecnologica Toyota Woven Planet segnalava come in Giappone molti condomini incluso il suo non abbiano possibilità di ricaricare veicoli elettrici. Nel caso della casa giapponese questa criticità continua ad essere utilizzata come argomento per preferire l’alternativa ibrida.

Ma la diffusione capillare del battery swap presso le stazioni di servizio (come farà NIO insieme al colosso petrolifero Sinopec) oppure presso centri commerciali o grandi assi viari appare altrettanto pratica per la clientela delle auto elettriche priva di possibilità di ricaricare in garage o a domicilio di quanto lo si è già dimostrato per le due ruote, sia per le e-bike che per ciclomotori e scooter, come ormai si sono accorti anche i grandi gruppi della manifattura motociclistica.

Inoltre la rapidità del cambio batterie ormai sta diventando impressionante, tanto da rivaleggiare davvero con il tradizionale rifornimento di carburante. Questo è il risultato di un impegno delle case auto che sono partite rivolgendosi a nicchie ben definite.

Se NIO ha iniziato a proporre il battery swap a una clientela privata puntando soprattutto sulla comodità, BAIC BJEV nell’entrare in questo settore si è rivolta in particolare ai tassisti, che gradiscono particolarmente la praticità delle soste quotidiane. E l’ultima arrivata Geely ha iniziato a proporre l’alternativa per un modello come la sua Maple, particolarmente indicata per gli autisti del ride hailing.

Inutile dire che un cambio batteria da poco più di un minuto, come si nota nel video della casa diretta da Eric Li, appare un argomento molto solido verso le obiezioni all’auto elettrica che sostengono che l’infrastruttura di ricarica non avrà mai la praticità delle auto convenzionali.

Credito foto di apertura: ufficio stampa NIO