Ora la priorità Nikola è il Tre FCEV a idrogeno
Nikola ha rivisto ancora la propria scaletta dei piani industriali: anche sul mercato americano punterà molto sull’uscita del camion Tre FCEV a idrogeno concepito per l’Europa
C’è uno spostamento nelle priorità di Nikola nel presentare un ulteriore aggiornamento alla gamma di veicoli commerciali a zero emissioni locali: il Tre FCEV, camion in precedenza pensato come esclusivo per l’Europa, ora appare collocato al centro dello sforzo produttivo della controversa startup americana.
Sebbene il camion di grandi dimensioni della Classe 8 americana Two resti inserito nella programmazione, sembra finire più sullo sfondo dei progetti e della scaletta di pianificazione della casa dell’Arizona. A pochi giorni dalla presentazione dei conti dell’ultimo trimestre 2020, Nikola Motor ha fornito una roadmap in cui il Tre FCEV risulta il primo a poter disporre di un sistema con pile a combustibile, seguendo una produzione iniziale di unità con batterie di trazione che sta avvenendo in Germania nell’impianto di Ulm del partner IVECO.
Una piccola serie di Tre FCEV ad idrogeno sarà assemblata nel secondo trimestre di quest’anno nell’impianto Nikola in Arizona; seguirà la validazione coi test appropriati e ulteriori prove con clienti selezionati, che precederanno la produzione a partire dal 2023.
Nel caso del Two FCEV la produzione è ora prevista solo dal 2024, mentre i primi test dall’anno prossimo. La scaletta sorprende anche perché tra i clienti di spicco in attesa dell’imponente Two c’era il gruppo della birra Anheuser-Busch, che dovrà ormai rassegnarsi a un altro rinvio.
Il Nikola Tre ed il Two condivideranno pile a combustibile scalabili per raggiungere diversi valori di potenza e diversi valori di autonomia. Il piccolo per trasporti regionali fino a 300 miglia, il grande Classe 8 fino a 900 miglia prima di provvedere ad un rifornimento di idrogeno. Nella comunicazione sulla rinnovata scaletta di produzione Nikola non si sofferma però sul tema dell’infrastruttura di rifornimento di idrogeno.
In passato il fondatore Trevor Milton, poi estromesso dagli short seller poche settimane dopo un ingresso trionfale in borsa, aveva molto insistito sulla possibilità della clientela Nikola di rifornire facilmente di idrogeno sulle grandi reti autostradali americane, analogamente a quanto realizzato da Tesla col network di Supercharger per la ricarica delle batterie.
Dopo le passate trattative con società specializzate, una delle quali conclusa nell’estate 2020 per cinque elettrolizzatori della norvegese Nel con un investimento di $30 milioni, adesso sembra che l’argomento di una rete capillare sia stato messo in secondo piano. Ma solo cinque stazioni di rifornimento sarebbero una preoccupazione per la potenziale clientela. Nikola nell’ultima nota stampa non ha fornito aggiornamenti sul portafoglio ordini, probabilmente rinviando l’argomento alla imminente comunicazione ufficiale agli investitori.