Parte un altro IPCEI europeo: stavolta è per l’«Airbus dell’idrogeno»
Approvati finanziamenti pubblici fino a €5,4 miliardi da quindici stati membri a sostegno di un progetto di comune interesse europeo essenziale per mettere in moto la catena del valore della tecnologia dell’idrogeno
A chi si interessa alla transizione verso la mobilità sostenibile non sarà estraneo il concetto di“Airbus delle batterie” che è servito nel recente passato all’Unione Europea per mettere in moto la manifattura di uno dei settori essenziali per mantenere futura competitività.
A quel settore Bruxelles ha finora dedicato due IPCEI, ovvero piani per i quali dal 2018 sono approvati aiuti di stato e sovvenzioni al di là delle abituali norme sulla concorrenza, perché si iscrivono in un quadro più ampio di impegno a sostenere lo sviluppo di un’industria europea innovativa e sostenibile.
Dopo batterie e chip un altro piano IPCEI è stato confermato ieri ufficialmente e consentirà il varo di progetti sull’idrogeno: a novembre 2019, il forum europeo degli IPCEI aveva pubblicato la sua relazione individuando proprio nelle tecnologie e nei sistemi a idrogeno un’altra delle catene del valore strategiche cruciali per l’Europa.
Il che consentirà di far partire progetti di aziende, consorzi di ricerca, gruppi industriali sull’idrogeno, proprio come dall’“Airbus delle batterie” è arrivata, ad esempio, la spinta a gruppi come Stellantis e TotalEnergies ad entrare nella produzione di celle.
La Commissione Europea, con in primis Margrethe Vestager, Vicepresidente esecutiva responsabile della politica di concorrenza e Thierry Breton, Commissario per il Mercato interno, può così battezzare il progetto “IPCEI Hy2Tech” sull’idrogeno e sulle sue filiere.
E’ stato preparato e notificato congiuntamente da quindici stati membri: Austria, Belgio, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Italia, Olanda, Polonia, Portogallo, Repubblica Ceca, Slovacchia e Spagna.
Il sostegno al settore dell’idrogeno prevederà finanziamenti, ma anche l’attivazione di partenariati attraverso l’alleanza per l’idrogeno pulito. L’Unione sta elaborando norme continentali per sviluppare il mercato dell’idrogeno e creare apposite infrastrutture. E tuttavia non sono certo un dettaglio i €5,4 miliardi che gli stati membri erogheranno e che dovrebbero sbloccare altri €8,8 miliardi di investimenti privati.
L’ultimo IPCEI approvato come un “Airbus dell’idrogeno” interesserà un’ampia parte della catena del valore, tra cui 1) la produzione dell’idrogeno, 2) le celle a combustibile, 3) lo stoccaggio, il trasporto e la distribuzione dell’idrogeno e 4) le applicazioni finali, in particolare nel settore della mobilità.
Si prevede che esso contribuirà allo sviluppo di importanti innovazioni tecnologiche, per esempio nuovi materiali per elettrodi altamente efficienti, celle a combustibile più efficienti e tecnologie di trasporto innovative, tra cui le prime tecnologie per la mobilità a idrogeno. Dovrebbe secondo le stime creare circa 20.000 posti di lavoro diretti.
Nell’ambito di questo IPCEI, 35 imprese attive in uno o più Stati membri, tra cui piccole e medie imprese e startup, parteciperanno a 41 progetti, considerati cruciali per il futuro dell’Europa e gli obiettivi delle principali iniziative politiche dell’UE quali il Green Deal, la strategia di Bruxelles per l’idrogeno e REPowerEU.
Nel panorama di aziende con la bandierina tricolore accanto in questo “Airbus dell’idrogeno”, troveremo Ansaldo, De Nora ed ENEL nell’ambito delle tecnologie di produzione di questa molecola; ancora Ansaldo, De Nora e Fincantieri nella tecnologia fuel cell; ENEL presente nelle tecnologie di stoccaggio, trasporto e distribuzione e infine la divisione italiana di Alstom accanto a Fincantieri ed IVECO nelle tecnologie per l’utilizzo finale.