BUSINESS

Gli «short seller» ottengono la testa di Trevor Milton

Il fondatore della startup dei camion fuel cell ed elettrici Nikola si fa da parte: così lui e chi ha investito nell’azienda, da GM a CNH Industrial, sperano di calmare le acque

Nella nota stampa diffusa oggi, l’azienda sottolinea come il fondatore Trevor Milton abbia deciso di sacrificare al futuro di Nikola sia la posizione di chairman che la presenza nel board per consentirle di farla crescere in una società in grado di cambiare il mondo del trasporto coi suoi veicoli commerciali elettrici e fuel cell.

Quello che sembra un successo per gli short seller che hanno preso di mira le debolezze che hanno accompagnato la crescita di Nikola Motor potrebbero però rivelarsi un boomerang per chi spera nell’affondamento dell’azienda.

Ormai Nikola sembra sempre più prendere una fisionomia corporate e sempre meno da startup, con le fragilità che questo implica. Uno dei membri recenti del board, Stephen Girsky, è stato infatti già nominato chairman: si tratta di una figura che proviene dai vertici General Motors (come noto nuovo partner maggiore dell’azienda fondata da Milton insieme a CNH e a Bosch).

Rimane al posto di Chief Executive Officer Mark Russell che ha guidato il percorso verso l’avvicinamento a grandi gruppi come quello italo-americano e a General Motors.

La conferma del nuovo assetto segue rumor che si sono susseguiti nel weekend al riguardo, con la testata americana dedicata ai veicoli commerciali FreightWaves che aveva scritto che Trevor Milton la considerava per evitare di mettere a rischio gli accordi con GM e con CNH Industrial che potrebbero plasmare una quota importante del mondo dei camion a zero emissioni locali già in questa decade.

Chi ha investito in Nikola nelle ultime settimane è stato sulle montagne russe di recente, con un picco del 40% l’8 settembre dopo l’ufficializzazione del contratto con GM e una scivolata che è arrivata al momento più buio con la pubblicazione di un report della società finanziaria specializzata in scommesse contro gruppi quotati Hindenburg Research, appena due giorni dopo la giornata d’oro.

Il 14 settembre l’agenzia Bloomberg aveva rivelato che la Securities and Exchange Commission avrebbe preso in esame le rivelazioni del report Hindenburg, mentre da allora i vertici Nikola hanno assicurato la loro piena collaborazione agli investigatori SEC, di certo mentre GM, Bosch, CNH Industrial e investitori minori iniziavano a dare segni di nervosismo.

Il 15 settembre inoltre il Wall Street Journal aveva riferito di una indagine federale del dipartimento della Giustizia, che certo non ha contribuito a rendere più serena l’atmosfera. Le azioni Nikola a settembre (prima dell’apertura di oggi a Wall Street) avevano perso il 16%, ma nel complesso nel 2020 sono salite del 231% finora.

Per i partner interessati ai progetti Nikola, dai veicoli commerciali fuel cell a quelli a batteria di trazione, l’uscita di scena di Milton potrebbe essere una opportunità per concentrarsi sul prodotto, che nei prossimi mesi dovrà rapidamente passare dalle promesse alla concretezza.

Malgrado l’hype di alcuni supporter convinti di trasformare Nikola nella prossima Tesla, dal punto di vista industriale molte caselle del puzzle stavano andando al loro posto nelle settimane precedenti dal punto di vista della programmazione.

Come l’accordo con CNH Industrial aveva lanciato il progetto Nikola Tre con forte supporto da IVECO e altri consolidati player industriali, quello con GM lasciava tranquilli sulla filiera fuel cell.

E nei giorni scorsi il Financial Times aveva confermato un rapporto tra Nikola e Romeo Power, una startup californiana delle batterie che ha già saputo convincere ad investire un gruppo storico dell’automotive come BorgWarner. Adesso sperabilmente nei prossimi board Nikola i presenti parleranno più di idrogeno e celle e meno di Wall Street.

Credito foto di apertura: ufficio stampa Nikola Corp.