BATTERIE

Quasi 80.000 Hyundai elettriche richiamate per problemi alle celle

Si comincerà da oltre 26.000 modelli Hyundai circolanti in Corea del Sud, dove le autorità hanno attribuito il problema alle celle LG Energy Solution (che non ci sta e controbatte)

Dopo settimane di rinvii e di tiro alla fune tra Hyundai Motor Co. e LG Energy Solution, e con le istituzioni della Corea del Sud in mezzo a mediare e cercare di fare da arbitro, il caso dei principi d’incendio alle batterie di tre modelli del gruppo asiatico è arrivato ad una svolta oggi.

Per risolvere questi problemi, a partire dal prossimo 29 marzo Hyundai sostituirà le celle dei pacchi batterie di 75.680 Kona elettriche, di 5.716 Ioniq e 305 autobus Elec City: una campagna di richiami che si prevede possa costare fino a 1.000 miliardi di won, corrispondenti a circa $900 milioni. Le batterie (apparentemente del tipo NCM 622) sono state prodotte tra novembre 2017 e marzo 2020, quando l’azienda si chiamava ancora LG Chem, prima dello spinoff avvenuto a dicembre 2020.

Il ministero del Territorio, Infrastrutture e Trasporti ha confermato la campagna di richiamo per inizio primavera in Corea del Sud, mentre non sono chiare per il momento le tempistiche per gli altri mercati su cui sono stati venduti i modelli di auto elettriche (l’autobus è commercializzato solo in Asia).

Fuori dal rischio di richiamo sono i clienti italiani ed europei che hanno ricevuto lo scorso anno i modelli Kona più recenti prodotti in Repubblica Ceca. Non è per ora chiaro quali conseguenze questo possa comportare per altri modelli che disponevano delle stesse celle e sono ugualmente state interessate da richiamo: come le precedenti versioni di Chevrolet Bolt EV, vendute in Europa come Opel Ampera-e.

Il ministero coreano ha inoltre indicato di aver identificato rischi di potenziale corto circuito anche in celle prodotte da LG Energy Solution a Nanchino, tra luglio 2017 e luglio 2019. La causa dei problemi alle celle dei veicoli Hyundai che saranno sottoposti a richiamo secondo le autorità sono disallineamenti delle linguette saldate ai collettori di corrente degli elettrodi. Un genere di problema che certamente non avranno mai celle cilindriche come le prossime 46800 sviluppate da Tesla insieme a Panasonic e alla stessa LG Energy Solution: saranno tabless, ovvero prive di linguette.

Ma LG Energy Solution respinge la conclusione del ministero, sostenendo che l’entità incaricata dell’indagine, Korea Automobile Testing & Research Institute, non avrebbe confermato la responsabilità dei separatori (accusati a lungo di essere la causa) né di disallineamenti delle celle. Al contrario il loro produttore sostiene che il Battery Management System messo a punto da Hyundai non avrebbe seguito in modo appropriato le raccomandazioni per operare in sicurezza la gestione delle celle.

Dopo i primi casi di principi d’incendio, nel frattempo saliti fino a una quindicina, era stato effettuato un primo richiamo volontario per adeguare le centraline BMS ed evitare che la ricarica massima superasse il 90% di capacità delle celle. Ma il richiamo che partirà entro poche settimane si annuncia ben più oneroso di quello precedente e potrebbe anche creare una roadmap per la gestione di problemi alle batterie su larga scala.

Apparentemente la suddivisione dei costi tra Hyundai e LG Energy Solution sembrerebbe più favorevole alla prima, dopo che il ministero coreano si è espresso in modo più esplicito sulle responsabilità della realizzazione delle celle. Ma in effetti i due sono partner nella joint venture HL Green Power che realizza le celle per i veicoli messi in difficoltà dal problema insorto.

Inoltre il ruolo del disallineamento delle tab nei moduli sembra poter chiamare in causa Hyundai Mobis che realizza gli assemblaggi; infine se LG Energy Solution riuscisse a dimostrare la cattiva gestione della ricarica da parte delle centraline BMS questo riguarderebbe il lavoro della divisione Hyundai Kefico, che proprio di questi componenti si occupa.

Credito foto di apertura: ufficio stampa Hyundai Motor