Le elettriche a Wall Street piacciono più del software
Elon Musk ha sorpassato Bill Gates come secondo uomo più ricco del mondo grazie ai nuovi record Tesla in borsa; e un analista di Wedbush Securities esagera: target a $1.000
Ancora prima della chiusura di Wall Street stasera, la galoppata recente del corso azionario Tesla ha fatto del suo amministratore delegato il secondo uomo più ricco del mondo, alle spalle di Jeff Bezos ma davanti a Bill Gates: la crescita di oltre $7 miliardi delle fortune dei suoi titoli ne ha portato il patrimonio a circa $128 miliardi, in base al Bloomberg Billionaires Index.
E per Tesla Inc. la conferma del suo ingresso nell’indice S&P 500 a partire dal 21 dicembre è stata la ciliegina sulla torta in un anno in cui il valore si è moltiplicato: alla chiusura di pochi minuti fa la variazione percentuale da inizio 2020 era del 563,81%. Oggi le azioni sono salite del 6,43% fino al record di $555,38 che ha appannato la già stratosferica chiusura di ieri ($521,85).
Al complessivo stato di salute Tesla in borsa (un analista della società finanziaria Wedbush Securities sostiene un obiettivo di prezzo record a $1.000) si mescolano le notizie che arrivano dalla squadra del nuovo inquilino della Casa Bianca.
Con Joe Biden a Washington le prospettive di energia ed industria sostenibile si fanno più rosee Non manca quindi chi scommette anche su questo aspetto, come dimostra l’ottimo stato di salute a Wall Street in generale con l’indice Dow che ha superato quota 30.000 e in particolare per società come le startup dell’auto cinese o la tecnologia che sta cambiando l’automotive in senso lato.
La progressiva perdita di presa dell’amministrazione Trump sulla macchina governativa si vede anche dalla creazione di nuovi fronti e lobby. Tesla stessa è entrata in una coalizione di aziende dell’auto elettrica e di utility che vogliono far sentire la propria voce con le istituzioni e i regolatori americani.
E General Motors, che pochi giorni fa ha confermato l’accelerazione sulla gamma sostenibile, ha deciso di passare dalla parte della California nello scontro in corso tra lo stato del Pacifico (appoggiato da alcuni gruppi auto come BMW, Ford, Honda e Volkswagen) e Washington riguardo all’autonomia concessa a legislatori e regolatori di Sacramento su emissioni e consumi auto.