AUTO

BMW conferma la fiducia nell’idrogeno, per i modelli di fascia alta

La casa bavarese toglie i veli su alcuni dettagli del suo concept i Hydrogen Next, prefigurazione di una piccola flotta fuel cell che BMW vuole portare sulle strade a partire dal 2022

La maggior parte degli sforzi recenti dei grandi gruppi auto per allinearsi alla domanda di sostenibilità ha poggiato su modelli con batteria di trazione. Alcune case però non hanno mai deciso di mettere in archivio le loro attenzioni verso la tecnologia dell’idrogeno.

BMW che era convinta, prima dello scatenarsi della crisi dovuta al virus Covid-19 che sta sconvolgendo tutti gli scenari, della credibilità di una crescente domanda per i modelli fuel cell nella seconda metà degli Anni ’20, dal 2022 prevedeva di lanciare una sua flotta.

Una flotta che aveva voluto anticipare all’ultimo Salone Auto di Francoforte col concept i Hydrogen Next. Ora, passato qualche mese dall’IAA 2019, BMW ha deciso di essere più generosa sui dettagli di quel modello ricavato sulla base dell’attuale SUV X5.

La i Hydrogen Next dispone di un impianto fuel cell in grado di generare 125 kW (170 cavalli) grazie a due serbatoi con pressione a 700 bar che stoccano fino a 6 chili di idrogeno, disposti longitudinalmente in quello che in una normale trazione posteriore bavarese sarebbe il tunnel della trasmissione.

La distribuzione dei pesi e il bilanciamento dinamico della vettura hanno indotto i progettisti a collocare la pila a combustibile anteriormente mentre il motore elettrico, l’elettronica di potenza e la trasmissione sono collocati sull’asse posteriore. Come per la prossima generazione di elettriche pure sarà impiegata la quinta generazione di drivetrain tedeschi.

Nel caso del concept i Hydrogen Next la potenza massima disponibile sarà di 275 kW (374 cavalli). Quando la potenza necessaria sarà superiore a quella resa disponibile della pila a combustibile e ai suoi 125 kW le future BMW ad idrogeno potranno attingere all’energia delle celle di una batteria-buffer montata posteriormente, per la quale però la casa di Monaco non ha indicato la capacità definitiva.

A quelle celle la corrente arriverà da un convertitore elettrico montato sotto lo stack fuel cell, recuperando sia energia proveniente dalla pila a combustibile sia dalle frenate rigenerative.

BMW non ha indicato ancora, tra le caratteristiche appena rivelate, l’autonomia dei modelli che nasceranno dal concept i Hydrogen Next. Sappiamo però che dal 2013 esiste una collaborazione prospera tra tedeschi e Toyota.

E Toyota prevede di lanciare nella seconda metà di quest’anno la seconda generazione Mirai, i cui apparati fuel cell saranno in grado di accompagnarla per autonomia fino a 500 chilometri. Sebbene l’i Hydrogen Next sia uno studio e non una fotocopia del modello che vedremo dal 2022, l’autonomia del SUV a idrogeno BMW è pensabile non sia troppo dissimile.

La casa dell’elica ha invece voluto esplicitamente sottolineare che per far progredire più rapidamente la tecnologia di stoccaggio aderisce al progetto BRYSON (acronimo tedesco per “serbatoi di stoccaggio dell’idrogeno efficienti in termini di spazio con usabilità ottimizzata”) insieme ai politecnici di Monaco di Baviera e Dresda, nonché Leichtbauzentrum Sachsen e WELA.

Questo programma mira a sviluppare serbatoi di avanguardia in grado di stoccare l’idrogeno ad alta pressione. Dovranno essere progettati per migliorare la flessibilità delle future architetture universali. Il progetto mira a sviluppare serbatoi con un design piatto e la durata prevista è di tre anni e mezzo.

“Siamo convinti che in futuro diverse alternative di forme di propulsione coesisteranno, dal momento che non c’è un’unica soluzione che risponda a tutte le necessità della clientela globale”, ha dichiarato nella nota Klaus Fröhlich, il responsabile dello sviluppo. “Nel lungo termine la tecnologia delle celle a combustibile a idrogeno potrebbe diventare praticamente il quarto pilastro del nostro portafoglio di propulsori”.

Credito foto di apertura: ufficio stampa BMW Italia