BUSINESS

7 giorni di business nella mobilità: 31 marzo – 6 aprile 2024

Protagonisti della settimana: BMW Group, Chery Auto, Geleximco, Indian Oil, Panasonic, Sparkz, Tata Technologies

1 aprile: Panasonic Energy e Indian Oil hanno reso pubblica l’inizio di trattative avviate per creare una joint venture per la produzione di celle cilindriche agli ioni di litio nel Subcontinente. I potenziali partner intendono lavorare insieme per soddisfare la crescente domanda di batterie per veicoli a due e tre ruote e sistemi di accumulo di energia nel mercato indiano, che si amplia a ritmi molto sostenuti, più della pur vivace crescita del mercato delle auto elettriche. Nell’ambito della cooperazione è previsto uno studio di fattibilità per indagare le possibili applicazioni delle tecnologie delle batterie per la transizione energetica in India; entro la prossima estate le aziende intendono definire i dettagli per le attività congiunte. Indian Oil è la più grande compagnia petrolifera statale nazionale e si è posta l’obiettivo di raggiungere emissioni nette zero entro il 2046. Tra le altre cose, la prevista collaborazione con Panasonic Energy ha lo scopo di contribuire a ridurre le emissioni clima-alteranti e migliorare l’autosufficienza dell’India in questo settore dell’innovazione, mettendo in piedi un eco-sistema completo per la catena di approvvigionamento.

2 aprile: il gruppo BMW e Tata Technologies, sussidiaria di Tata Motors, la più grande casa automobilistica indiana firmano un accordo per formare una joint venture che lavorerà sul software per la guida autonoma, l’infotainment e i servizi digitali a bordo. La nuova società paritaria aprirà sedi a Pune, Bangalore e Chennai e le principali attività di sviluppo e di applicazione si svolgeranno nelle prime due sedi. Chennai si concentrerà sullo sviluppo di software per le aziende e soluzioni IT, con particolare attenzione alla digitalizzazione e all’automazione dello sviluppo, della produzione e delle vendite dei prodotti. il responsabile del settore software per tutto il gruppo bavarese Christoph Grote ha sottolineato in particolare che la collaborazione con Tata Technologies accelererà i progressi nel campo dei cosiddetti software defined vehicle (o SDV ) con un contributo di organico iniziale proveniente da specialisti e coder indiani, il che consentirà alla joint venture di contribuire immediatamente ai progetti software, ma che a gioco lungo crescerà fino a impiegare migliaia di ingegneri del software. BMW sottolinea anche la collaborazione con Tata Technologies non solo fornirà competenze di ingegneria del software, ma che l’ubicazione degli uffici della joint venture consentirà di operare 24 ore su 24, 7 giorni su 7. La casa di Monaco di Baviera ha oggi hub software in Germania, Stati Uniti, Sud Africa, Portogallo, Cina e India.

4 aprile: avviata in origine come startup interessata soprattutto al potenziale delle avveniristiche celle solid state, la californiana Sparkz ha recentemente sterzato in una direzione meno avventurosa per sfruttare tutte le opportunità dei crediti di imposta collegati alla legge protezionistica IRA e adesso annuncia di aver ottenuto da Wahington un contributo a fondo perduto di $12,9 milioni attraverso l’apposita normativa nota come Qualified Clean Energy Project Credit che le consentirà di fare rapidi progressi nell’avviare una produzione di materiali catodici attivi per la catena di approvvigionamento americana delle batterie. Se oggi in misura schiacciante il materiale catodico attivo proviene dalla Cina, i fondi saranno utilizzati per avviare e far progredire la produzione americana di materiale catodico attivo grazie alla aggiudicazione seguita a un processo competitivo gestito dal Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti che ha valutato i benefici tecnici, commerciali, comunitari e gli impatti ambientali dei progetti. Se Sparkz ovviamente è entusiasta del successo, che è particolarmente importante in una fase in cui i tassi alti hanno fatto sparire di colpo gli investimenti generosi dai mercati finanziari, ancora più importante è sottolineare che l’attività della startup della Silicon Valley riguarda la filiera della fornitura delle celle più economiche e sicure tra quelle oggi commercialmente utilizzate, ovvero quelle celle al litio ferro fosfato (LFP) che finora sono state ancor più un giardino di casa per i produttori cinesi rispetto a quelle più performanti ad alto contenuto di nichel che sono il piatto forte dei rivali coreani e giapponesi. I produttori auto americani alle celle LFP sono sempre più interessati, dalla prima a notarle (Tesla), fino a Ford e molto più di recente anche General Motors.

4 aprile: Chery Auto, la casa cinese che l’esecutivo italiano considera tra le più interessanti e credibili candidate a produrre auto nello Stivale accanto a Stellantis, conferma un investimento dell’entità di circa $800 milioni per costruire un impianto da destinare alle auto elettriche sul mercato del Vietnam e altri vicini nel Sudest Asiatico. La conferma, in occasione di una cerimonia in cui a fare da padrone di casa è stato il ministero del Commercio, rappresenta la prima struttura del tutto dedicata ad auto elettriche in Vietnam e riguarderà due marchi affiliati a Chery e creati di recente per lanciare modelli al 100% elettrici, Omoda e Jaecoo (importati anche in Italia, nella foto di apertura è visibile il modello Omoda 5) in una nuova società a cui collaborerà la società locale Geleximco e sarà realizzata nella provincie costiera di Thai Binh. La capacità prevista a regime per i modelli Omoda e Jaecoo sarà di 200.000 veicoli l’anno, con una prima fase di costruzione che dovrebbe essere completata nel primo trimestre del 2026. Fino a quando le linee di montaggio nazionali non si metteranno in moto, in Vietnam a partire dalla fine dell’anno Chery importerà due modelli prodotti in Cina.

Credito foto di apertura: ufficio stampa Chery International