BUSINESS

7 giorni di business nella mobilità: 3 – 9 marzo 2024

Protagonisti della settimana: Adnoc, Aramco, Ma’aden, Mitra Chem, Panasonic, PEVE, Saint Gobain Ceramics, Stellantis, Toyota

6 marzo: Toyota Motor Corp rafforza la presa sulla filiera delle batterie acquisendo il pieno controllo azionario su PEVE, acronimo di (Primearth EV Energy Co), una joint venture fondata nel 1996 e fino ad oggi col capitale distribuito al 40% e 60% rispettivamente tra Panasonic Holdings e Toyota stessa. Da 28 anni PEVE è attiva come produttrice di celle e batterie per veicoli ibridi (inclusa la prima storica Prius che vedete nella foto di apertura) e attualmente si sta preparando alla realizzazione di prodotti per veicoli al 100% elettrici, man mano Toyota amplia questa gamma. A partire dal 2026 PEVE inizierà a commercializzare batterie per veicoli elettrici puri costruite nella sua fabbrica di Kosai, che si trova tra Nagoya e Tokyo, nella Prefettura di Shizuoka. La sua implementazione sarà preceduta dal nuovo stabilimento di batterie di Arai, il quarto per PEVE, che aprirà quest’anno e ha in programma di produrre dapprima celle e batterie per ibride, e a seguire anche per veicoli ibridi plug-in e per quei modelli BEV per i quali il piano industriale Toyota prevede 1,5 milioni di consegne globali nell’anno 2026.

6 marzo: Stellantis delinea il piano di investimenti per il Sud America, con 30 miliardi di real (€5,6 miliardi) che tra il 2025 e il 2030 verranno riversati in una regione nella quale è tradizionalmente forte coi propri marchi, per lanciare 40 nuovi prodotti. Si tratta del più grande investimento nella storia dell’industria auto sudamericana e in particolare brasiliana. L’investimento includerà lo sviluppo di tecnologie bio-ibride e la nota ufficiale ricorda che lo stabilimento brasiliano della società a Betim è il suo centro globale di competenza in questo ambito, consolidato da decenni di esperienza nata da quando il Brasile ha iniziato a favorire la produzione di etanolo derivato da canna da zucchero e altri vegetali all’epoca della prima crisi petrolifera a fine 1973, in pratica il primo esempio di successo di applicazioni di bio-carburanti in un mercato auto di massa. Parte degli investimenti serviranno anche alla produzione in loco di un veicolo al 100% elettrico non meglio precisato nella nota stampa. Secondo una interpretazione un riferimento al veicolo lo avrebbe fatto filtrare la stessa Stellantis che a fine febbraio col marchio FIAT ha presentato cinque concept car elettriche tra cui un pickup: in Sud America è molto popolare il modello commercializzato col nome Strada, una cui versione elettrica potrebbe essere la scelta ovvia in vista dell’annuncio di questa settimana.

7 marzo: la californiana Mitra Chem e Saint-Gobain Ceramics confermano un partenariato che intende accelerare la produzione di materiali catodici attivi al litio ferro fosfato di manganese (LMFP). Nel piano industriale della startup di Mountain View che ha deciso di puntare sul settore delle celle a base ferrosa rinforzate dal contributo del manganese, la tecnologia di produzione brevettata Saint-Gobain Ceramics offre numerosi vantaggi sia in termini di costi che quanto a impatti ambientali, tra cui si segnalano l’assenza di solventi, solfati e acque reflue. Il co-fondatore e amministratore delegato Mitra Chem Vivas Kumar non ha mancato di sottolineare che per una azienda che punta anzitutto al mercato nordamericano poter disporre di un partner come la divisione dei materiali del gruppo europeo getta le basi per la conformità alla normativa protezionistica IRA di Washington, contribuendo alla produzione di materiali catodici per batterie di veicoli elettrici che abbiano tutti i requisiti di sostenibilità ambientale e conformità di origine che consentono alle industrie di ottenere crediti di imposta e alla clientela di modelli al 100% elettrici di accedere ai sussidi all’acquisto. Saint-Gobain Ceramics è uno dei leader mondiali della ceramica tecnica e considera l’accordo con Mitra Chem un passo fondamentale alla commercializzazione delle generazioni attuali e future di materiali per celle agli ioni di litio. I piani di collaborazione seguono la messa alla prova della tecnologia con successo e una valutazione di fattibilità economica e la partnership stabilisce una roadmap per una rapida implementazione in grado di raggiungere la produzione su scala commerciale delle celle LMFP già nel 2026.

8 marzo: non ci sono annunci ufficiali, ma una esclusiva dell’agenzia di stampa Reuters rivela nuovi piani interessanti di due colossi del petrolio mediorientali riguardo alla filiera del litio, pertanto potenzialmente rilevanti per tutto il settore della mobilità elettrica. Le compagnie petrolifere dell’Arabia Saudita e degli Emirati Arabi Uniti Aramco ed ADNOC lavorano all’estrazione del litio dalle salamoie presenti nei loro giacimenti petroliferi, mirando a diversificare il portafoglio e trarre profitto dalla transizione globale ai veicoli elettrici, qualcosa che è già presente come Piano B in gruppi occidentali, a cominciare dal leader Exxon Mobil. L’Arabia Saudita sta già spendendo e investendo su impulso del principe ereditario Mohammed bin Salman per trovare opportunità alternative per la propria economia, con partecipazioni del fondo sovrano in società come Lucid Motors e la creazione di una casa auto elettrica nazionale, Ceer. Aramco in collaborazione Ma’aden e la Abu Dhabi National Oil Company sono nelle primissime fasi di progetti di estrazione diretta del litio, o tecnologia DLE, ma hanno rifiutato di commentare sui piani in corso. Sia l’Arabia Saudita, sia gli Emirati hanno in casa competenze sulla gestione delle salamoie e delle acque reflue nei siti di produzione petrolifera. Un problema con l’estrazione del litio dalle salamoie è che i livelli di concentrazione possono essere molto bassi, rendendo sfavorevole la percorribilità economica di un progetto. Il vice ministro saudita dell’Industria e delle Risorse Minerarie Khalid bin Saleh Al-Mudaifer a margine di una conferenza a Riyadh lo scorso dicembre aveva commentato con favore il lavoro sperimentale del gruppo estrattivo arabo Ma’aden e di Aramco sugli scarichi dei giacimenti petroliferi, affermando allora che i risultati erano buone estrazioni di sodio, magnesio ed estrazione di tracce di litio. Le tecnologie sono nella fase iniziale, aveva dichiarato, ma le prospettive sono buone e gli investimenti favorevoli. Una delle fonti della Reuters ha detto che Aramco sta lavorando al perfezionamento di una nuova tecnologia di filtrazione che cerca di risolvere il problema della concentrazione, e un’altra persona ha detto che anche ADNOC ha lo stesso obiettivo.

Credito foto di apertura: ufficio stampa Toyota Motor Corp.