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Il fondo sovrano saudita tratta con Lucid Motors per una quota di controllo

Musk confida che gli arabi siano decisivi per il buyout Tesla: ma il loro fondo preferirebbe invece continuare la diversificazione tra startup dell’auto elettrica

Elon Musk nel corso dei giorni passato di questo agosto insolitamente ricco di notizie non aveva fatto mistero di contare su un ruolo decisivo del fondo sovrano saudita nel portare a termine il buyout che dovrebbe togliere Tesla dalla borsa.

Stanotte (in California era ancora domenica) l’agenzia Reuters ha però riferito che proprio quel fondo, anche noto come PIF, starebbe trattando proprio con una rivale di Tesla: Lucid Motors che nel 2016 ha presentato il concept del suo primo modello elettrico, battezzato Air.

Secondo le fonti dell’agenzia, il fondo sovrano saudita tratta con Lucid un investimento iniziale di $500 milioni, al quale dovrebbe seguire una fase di maggiore sforzo finanziario che porterebbe a $1 miliardo la quota nella startup delle auto elettriche con sede a Newark, California e guidata da Peter Rawlinson, tecnico inglese fondamentale nello sviluppo della Tesla Model S.

L’avvio di Lucid Motors aveva contato soprattutto su capitali cinesi. Ormai la Air sta avviandosi verso la fine della fase di pre-produzione, e a Lucid Motors servono i fondi per costruire una linea con discreti volumi produttivi, che in passato era stato ipotizzato potesse avere sede in Arizona, e cominciare a consegnare le prime auto prenotate, con cauzioni di $2.500.

L’eventuale presenza, anche come quota di maggioranza, del capitale saudita nell’azionariato della società che ha sviluppato la Air sarebbe un impegno notevolmente inferiore ai circa $20 miliardi di cui Musk avrebbe bisogno per completare il delisting di Tesla dalla borsa.

Una presenza degli investitori arabi in Lucid Motors, accanto a quella di $2 miliardi nella stessa Tesla, non sarebbe invece una sorpresa quanto una conferma della preferenza dei sauditi per la diversificazione.

Una quota rilevante dei quasi $250 miliardi di asset del fondo sono già stati investiti in SoftBank, società che il fondatore giapponese Masayoshi Son ha portato ad investire col suo Vision Fund nella divisione per la guida autonoma di General Motors, quindi a sua volte rivale di Tesla in questo settore.

Aggiungere alla presenza diretta in Tesla e a quella indiretta in GM Cruise Holdings un’altra in Lucid Motors darebbe al fondo sovrano saudita altre opportunità di crescita nella mobilità elettrica senza mettere, come dicevano i vecchi operatori di borsa, tutte le uova nello stesso cesto.


credito foto di apertura: ufficio stampa Lucid Motors