TRASPORTI

Dal profondo Sud, il Mississippi, le batterie della «JV» dei camion elettrici

La joint venture creata da Daimler Truck, Paccar e dal colosso del diesel Cummins costruirà in Mississippi una Gigafactory per fornire batterie LFP a oltre 40.000 camion elettrici l’anno

C’è un perfezionamento concreto per un ambizioso progetto di cui abbiamo scritto a settembre dello scorso anno e riguarda una nuova joint venture incentrata sui camion elettrici che ha scelto Marshall County, in un’area a sud-est di Memphis ma che è nella parte rurale dello stato del Mississippi, come sito di manifattura avanzata di celle.

Accelera è una divisione specializzata nelle attività a emissioni zero appositamente creata da Cummins. Il gruppo dell’Indiana in America è da sempre sinonimo di diesel e a fine 2023 è stato protagonista sulle prime pagine per una multa dall’importo record di $1,65 miliardi per rimediare all’installazione di defeat device (apparati per superare i controlli sulle emissioni) che ha riguardato tra il 2013 e il 2019 630.000 pickup RAM 2500 e 3500 e tra il 2019 e il 2023 altri 330.000 esemplari di RAM 2500 and 3500 costruiti da Stellantis.

Accelera insieme a Daimler Truck, che costruisce i camion Mercedes e Freightliner e al gruppo Paccar, che possiede marchi come Kenworth e Daf, dallo scorso anno collabora a un progetto per un sito che produrrà celle e batterie negli Stati Uniti destinate a veicoli commerciali al 100% elettrici e ad applicazioni industriali.

L’investimento previsto è dell’ordine di $2-3 miliardi per una fabbrica con capacità da 21 GWh, che considerando una capacità media per veicolo di 400 kWh corrisponderebbe ad equipaggiare a regime oltre 40.000 mezzi pesanti l’anno. Di questa attività Accelera, Daimler Truck e Paccar detengono ciascuna una quota del 30%.

Inizialmente la produzione sarà orientate alla famiglia di tecnologie delle batterie al litio-ferro-fosfato (LFP) per camion BEV, con questa chimica del catodo scelta per i costi inferiori, la durata di impiego e la maggiore sicurezza, senza la necessità di materie prime come nichel e cobalto.

Analogamente ad altri progetti inseriti nel settore delle celle a base ferrosa, ad esempio quello lanciato da Ford per aprire in Michigan una Gigafactory di batterie utilizzando know-how di CATL, anche quello di Accelera prevede un partner cinese con grande esperienza nel settore: in questo caso EVE Energy, che nella nuova impresa ha una partecipazione del 10%.

Un aspetto interessante del progetto di Accelera, Daimler, Paccar ed EVE Energy è che come altri che saranno localizzati nella Sun Belt americana ampliano il corto circuito tra narrativa contraria alla transizione energetica e crescita dei settori che proprio ad essa sono legati.

Così mentre in Italia era notte, i legislatori del Mississippi hanno approvato in modo ampio e bipartisan gli incentivi per la fabbrica di batterie per camion elettrici, proprio in quello che è uno degli stati più conservatori d’America e un pilastro del sostegno al fustigatore della mobilità elettrica per antonomasia Donald Trump.

I legislatori e il governatore repubblicano Tate Reeves non possono infatti respingere un progetto che a regime promette un organico di circa 2.000 persone con uno stipendio medio previsto di circa $66.000 in quella che resta una delle aree più povere del Sud.

Così, proprio come una altro governatore repubblicano, quello della Georgia Brian Kemp che ha difeso tutti gli investimenti nelle batterie in attuazione del suo stato, e quello del vicino Tennessee, il secondo più grande investimento aziendale nella storia dello stato era una opportunità troppo attraente per contrastarla per ragioni ideologiche.

Il pacchetto di incentivi dello stato ammonta a circa $365 milioni ed include i costi di sviluppo infrastrutturale del sito presso il Chickasaw Trails Industrial Park. I democratici hanno votato a favore degli incentivi per la Gigafactory di batterie ma i legislatori del partito hanno criticato che lo stato abbia indirizzato i progetti di sviluppo economico solo verso le aree a forte rappresentanza repubblicana.

Ma forse proprio questo, a medio e lungo termine, potrebbe iniziare a creare crepe e dubbi nella narrativa ultra-conservatrice che ancora etichetta la mobilità elettrica, passeggeri o per le merci, come una bolla destinata a scoppiare come avvenuto ai mutui subprime o alle cripto-valute.

Ma anche una tesi che, malgrado il rallentamento in atto nei piani di alcuni grandi player come Ford e General Motors, è difficile da sostenere man mano affluiscono verso le fabbriche i $128 miliardi di investimenti decisi a partire dall’estate 2022, quando è stata approvata l’Inflation Reduction Act.

Credito foto di apertura: ufficio stampa Daimler Truck