AUTO

Confermata la prima Gigafactory dell’auto cinese in Europa: è di BYD

BYD costruirà un impianto di produzione di auto elettriche nella città ungherese di Szeged, che sarà realizzato in fasi e si prevede potrà creare migliaia di posti di lavoro locali

Oggi BYD ha confermato una indiscrezione del Financial Times apparsa poche ore prima, che anticipava per il costruttore di Shenzhen l’avvio di una fabbrica nella città ungherese di Szeged, destinato ad essere completato in fasi e con un organico che si prevede richiamerà migliaia di persone.

Si legge tra l’altro nella nota che la realizzazione, frutto di intensi scambi tra la casa auto e le istituzioni della nazione mitteleuropea, guiderà attivamente lo sviluppo dell’economia locale, promuoverà gli scambi tecnologici e l’innovazione tra Cina e Ungheria e contribuirà a costruire un ecosistema green locale. BYD prevede di utilizzare apparecchiature di processo avanzate e processi di produzione altamente automatizzati.

L’Ungheria conferma quindi il suo ruolo di protagonista nell’auto elettrica e nelle batterie, malgrado l’esecutivo sovranista di Viktor Orban abbia di norma sostenitori che per il green hanno poca simpatia. Ma nel caso della collaborazione con BYD ha giocato un ruolo anche il fatto che l’Ungheria sia rimasto il solo paese europeo (col Portogallo) ad aderire alla Belt and Road Initiative, dopo che l’Italia si è defilata. Inoltre l’infrastruttura e le condizioni fiscali e di sussidi ne hanno già fatto una base matura dell’industria auto attirando costruttori sia europei che asiatici.

Con la nuova fabbrica a Szeged, BYD conta di accelerare il ritmo di accesso delle sue auto elettriche (e ibride ricaricabili) al mercato europeo. Il costruttore che in Cina ormai ha superato il gruppo Volkswagen per volumi di vendite aveva già una presenza in Ungheria, per una fabbrica di autobus elettrici nella città di Komarom.

La Gigafactory sarà anche la prima fabbrica di automobili su larga scala in Europa di uno dei nuovi marchi auto cinesi, sebbene BYD non abbia dichiarato un obiettivo di capacità a regime, oppure quella iniziale, né il volume di capex interessato: per confronto, quando BMW aveva deciso di aprire Debrecen per costruirvi la Neue Klasse, aveva comunicato di investire circa €1 miliardo per una capacità di 150.000 veicoli l’anno.

Mentre i produttori di batterie cinesi da CATL a Gotion sono già presenti o stanno aprendo nel Vecchio Continente, tra le case auto anche NIO e Great Wall Motors prendono di mira il mercato e intendono costruirvi fabbriche. Nessuna però aveva ancora delineato piani per assicurare un nearshoring della produzione per il mercato occidentale, un piano reso molto più attuale da problemi della logistica come la recente deviazione dei traffici marittimi dal Canale di Suez al Capo di Buona Speranza.

L’amministratore delegato europeo di BYD, Michael Shu, ha dichiarato all’inizio di quest’anno che BYD vuole diventare il più grande venditore di veicoli elettrici in Europa, se possibile, e vuole rappresentare un decimo delle vendite di veicoli elettrici della regione entro il 2030, ricordava l’articolo pubblicato dalla testata finanziaria britannica la scorsa notte.

BYD prevede di effettuare i lanci di tre nuovi modelli in Europa entro i prossimi dodici mesi: anche senza la Gigafactory dedicata a questo mercato finora la casa automobilistica è attiva in 19 nazioni del continente con 230 concessionarie e la sua gamma offre cinque modelli al 100% elettrici: Han, Tang, Atto 3, i primi tre ad essere importati, seguiti da quest’anno anche dai modelli da alti volumi Seal e Dolphin.

Nei primi undici mesi del 2023 BYD ha venduto 206.670 esemplari all’estero, non tutti in Europa ma anche nel Sud-est asiatico e in piccola parte in Sudamerica. BYD a novembre aveva esportato 30.629 esemplari della sua produzione cinese all’estero, un record per le esportazioni del marchio, in crescita dello 0,35% rispetto alle 30.521 unità vendute il mese precedente ma del 148,65% rispetto alle 12.318 unità vendute nello stesso periodo dell’anno scorso.

L’espansione di BYD fuori dai confini nazionali si sta declinando quest’anno dalla scorsa primavera, quando ha avviato la costruzione di uno stabilimento di veicoli passeggeri in Thailandia seguito a maggio da un altro in Uzbekistan. A luglio, l’azienda aveva dichiarato che avrebbe creato un grande complesso di produzione formato da tre stabilimenti in Brasile, dove da anni già costruisce veicoli commerciali e autobus.

Credito foto di apertura: ufficio stampa BYD