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Già finita la «love-story» tra Tesla e le compagnie del noleggio

Grandi società del noleggio come Hertz e Sixt stanno decidendo di diminuire o eliminare i veicoli elettrici americani nelle loro flotte: più che l’accoglienza dei clienti a farle decidere è la svalutazione dell’usato Tesla

All’inizio sembrava quasi una love story, quella tra imprese del noleggio e l’auto elettrica. Guardando all’indietro il suo apice appare forse il clamoroso annuncio di Hertz, la storica numero uno del settore, che nell’autunno del 2021 scomodava anche il più celebre giocatore di football americano (Tom Brady) per svelare il proprio piano pluriennale con cui avrebbe inserito nella sua flotta globale ben 100.000 nuovi veicoli a zero emissioni locali.

Un affare da $4,2 miliardi, secondo le stime di allora dell’agenzia di stampa Bloomberg. Ma la love story è diventata all’apparenza un matrimonio di convenienza, coi ridimensionamenti del caso. Certo, le società di noleggio continuano ad avere una spinta a de-carbonizzare le loro flotte e per fare questo necessitano di veicoli al 100% elettrici.

Ma la transizione anche in questo settore si trova davanti ostacoli, il primo dei quali noto fin dagli albori e l’altro più recente: ci riferiamo rispettivamente all’accesso agevole alle reti di ricarica e alle variazioni dei valori di rivendita.

Come ha scritto recentemente Andrew Grant in un’analisi di Bloomberg l’elettrificazione del settore dell’autonoleggio riguardava fino a poco tempo fa oltre 200.000 veicoli elettrici: circa il 3,3% della flotta globale a noleggio. La quota di veicoli elettrici varia notevolmente a seconda dell’azienda, poiché le aziende hanno ambizioni diverse in materia di veicoli elettrici, ma anche target diversi.

Hertz (partner in Europa di linee aeree come Ryanair e altre) ha ad esempio una quota rilevante di clienti che viaggiano per diletto rispetto ad esempio ad Europcar, più concentrata sul mercato dei viaggi di lavoro. La tedesca Sixt invece si concentra sul noleggio di veicoli per utenti premium, mentre l’opposto avviene se si guarda alle caratteristiche della flotta di Avis Budget.

In particolare nel settore del noleggio auto a rendere complesso far tornare i conti è che nell’ambito della mobilità ha le caratteristiche opposte rispetto ai gruppi del ride hailing come Uber o Lyft, che hanno il vantaggio di essere asset-light e quindi proprio per questo piacevano agli investitori soprattutto a una decina di anni fa.

Hertz, Avis & C. hanno invece nel proprio bilancio un numero impressionante di auto, che sono i loro asset, e questo portafoglio di veri e propri beni fisici tendono, come tutti gli automobilisti sanno benissimo, a deprezzarsi.

Questo è diventato particolarmente visibile nel caso dei veicoli elettrici da quando proprio Tesla dapprima in Cina e poi anche in Occidente, ha dato inizio a una vera e propria “guerra dei prezzi”, il che indebolisce la domanda di veicoli usati e ne riduce il valore di rivendita.

Il valore dei veicoli usati per la politica scelta da Elon Musk che punta sull’occupare quote di mercato più che sui margini come case luxury come Ferrari o Lamborghini, pertanto non ha mancato di dare delusioni ai clienti Tesla e in modo ancora più evidente a chi di Tesla ne ha molte nella propria flotta.

Anche per questo motivo ma non solo per questo motivo, una ricerca di BNEF ha finito per accertare effetti rilevanti sui conti delle società di noleggio. Prendendo in esame i dati degli aeroporti di Orlando e Monaco di Baviera, che alcune delle più grandi società di noleggio hanno preso di mira per l’adozione anticipata del noleggio, la ricerca ha visto che per ogni $1.000 in più che le compagnie spendono per un veicolo per la loro flotta, guadagnano $8,40 in più a settimana da un veicolo tradizionale rispetto a solo $5,20 a settimana per un mezzo al 100% elettrico.

La situazione del mercato delle auto usate è complessa: infatti l’attività di autonoleggio in Europa tende a operare su un modello programmato, ovvero che i veicoli vengono restituiti alla casa automobilistica a una tariffa fissa.

Negli Stati Uniti invece, dove una parte importante della flotta avrebbe dovuto accogliere nuove Tesla, è molto più comune per le società di noleggio acquistare veicoli a titolo definitivo, il che può le espone maggiormente a quelle fluttuazioni dei prezzi dei veicoli usati al momento di venderli, fluttuazioni che come abbiamo visto nei mesi recenti non sono state favorevoli alle compagnie di noleggio.

I valori residui dei veicoli elettrici a batteria sono diminuiti dal 18% al 30% nel novembre 2023 rispetto a marzo 2022, poiché la carenza di veicoli post-pandemia si è attenuata e la domanda di veicoli si è allineata più vicino all’offerta.

Perciò Hertz in occasione della pubblicazione della sua più recente trimestrale ha annunciato che avrebbe frenato l’adozione dei veicoli elettrici, principalmente a causa del calo dei valori residui di Tesla della sua flotta a noleggio.

La tedesca Sixt è arrivata a una risoluzione ancora più drastica a inizio dicembre, decidendo di eliminare gradualmente le Tesla dalla sua flotta di mezzi a noleggio. Circa il 6% della sua flotta globale attualmente è elettrica, sebbene non sia chiaro quante siano esattamente le Tesla. I problemi creati dal valore residuo dei modelli elettrici americani sono stati indicati come maggior fattore della decisione.

I dati raccolti sul valore residuo dei veicoli al 100% elettrici negli Stati Uniti accertati nel marzo 2022 e nel mese di novembre del corrente anno (credito grafico BNEF; fonte dati Edmunds)

Come scriveva Grant nella sua analisi: “questi problemi devono essere affrontati, perché il mercato del noleggio auto ha un ruolo importante da svolgere nel più ampio successo dei veicoli elettrici”. Per iniziare, il settore del noleggio è di peso nelle vendite: negli Stati Uniti, le società di noleggio sono state responsabili del 13% delle nuove auto acquistate nel 2022.

Inoltre le compagnie di noleggio alimentano un ricambio rapido dei veicoli, il che le rende cruciali per arrivare ad avere un mercato maturo dei veicoli usati, e sappiamo bene come in molti paesi Italia inclusa ormai le famiglie della classe media che non decidono di effettuare l’acquisto di una citycar per tutti gli altri segmenti si rivolgono all’usato.

Infine le auto a noleggio sono anche il modo più pratico e meno traumatico con cui molti automobilisti possono avere la loro prima interazione con il settore delle elettriche pure: ovvero per molti consumatori la prima elettrica guidata sarà un veicolo noleggiato in vacanza o in un viaggio di lavoro.

Che le compagnie di autonoleggio possano continuare a proporre elettriche nelle loro flotte rappresenta quindi un contributo alla diffusione dell’elettrificazione: le difficoltà che incontrano non sono pertanto una buona notizia.

Credito foto di apertura: E.R. Davidson, via ufficio stampa Hertz