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Il Cybertruck si fa notare ancora: per le ragioni giuste?

Nasce dopo quattro lunghi anni di attesa in tre versioni un veicolo che entra nel mercato dei truck con un approccio completamente diverso da quello del tipico (ed esigente) pubblico americano

Ci sono pochi dubbi che un certo numero di fan Tesla correrà a depositare $250 e vorrà il più presto possibile avere le mani sul volante di un veicolo elettrico che senza ombra di dubbio non è uguale a tutti gli altri.

Ciò che appare in dubbio invece ,è se il pubblico degli early adopter del Cybertruck sarà altrettanto numeroso e tale da giustificare il successo di una linea di produzione che lo stesso CEO Tesla Elon Musk ha definito complessa e che non sembra destinato come riconosciuto dai manager americani a generare cash flow positivo molto presto.

Già dal prossimo anno delle tre versioni disponibili due saranno in arrivo e come è avvenuto in passato per Tesla, ma anche Rivian, Lucid e altre aziende al 100% elettriche si parte con le versioni di produzione più costose.

Non un dettaglio se si pensa che i prezzi nel 2019, alla première di un progetto poi afflitto da ritardi e imprevisti aveva anticipato un cartellino-base di $39.900 per la versione entry level a trazione posteriore, per salire fino a $69.000 per il top di gamma a tre motori. Ora quel prezzo base è cresciuto di oltre il 50%, ben oltre le potenziali colpe della recente inflazione.

Come previsto in origine, la versione base del Cybertruck utilizzerà un unico motore montato nella parte posteriore e con un’autonomia massima promessa di 400 chilometri. Inoltre il sito web della casa texana indica una accelerazione da 0 a 60 mph (96 km/h) raggiungibile in 6,5 secondi e 3.400 kg di capacità di traino. Questa versione sarà però disponibile solo a partire dal 2025 e costerà $60.990 negli Stati Uniti, ovvero $20.000 più del prezzo inizialmente previsto.

Il prossimo anno sarà invece disponibile la variante bi-motore che promette 550 chilometri di autonomia massima grazie a batterie più grandi, con una potenza totale che supera i 600 cavalli, un’accelerazione da 0 a 60 mph in 4,1 secondi, una capacità di traino di 5.000 kg e una massa a vuoto di 2.995 chili. Il prezzo? Da $79.990. La casa americana probabilmente pensa ad anticipare una certa delusione quanto alla scheda tecnica del Cybertruck.

Se Musk non si stanca di evidenziare nelle qualità del suo prodotto le performance stile film “Gioventù bruciata” o “American Graffiti” con le classiche “drag race” sul quarto di miglio, gli early adopter Tesla di estrazione spesso tecnica o informatica si sono sempre dimostrati più interessati ad altro, ad esempio un’autonomia esemplare almeno fino ai record strappati a Tesla da Lucid.

Così al prezzo supplementare di $16.000 Tesla proporrà un pacchetto di batterie supplementari al costo di $16.000 in grado di aggiungere 130 miglia di autonomia al modello dual motor grazie a un accessorio delle dimensioni di una grossa cassetta degli attrezzi (con capacità stimabile tra 30 e 40 kWh) che sarà facilmente inseribile dietro alla cabina, nel cassone, occupandone circa 1/3 dello spazio, come ha chiarito lo stesso Musk, ma lasciando ancora spazio e tanto disponibile. Chissà perché hanno scelto di chiamarlo “range extender“, che è noto con la stessa denominazione per BMW o Mazda per modelli che viaggiano spinti da motore elettrico, ma nei quali l’energia arriva da un serbatoio convenzionale.

Insomma, l’impressione è che si voglia creare un prodotto all’altezza dei tanti modelli di pickup elettrici ormai disponibili ma con incertezze su prezzi, allestimenti e potenziale domanda. Meno timori sembrano esserci sulla nicchia di pubblico che sceglierà il top di gamma: la versione Cyberbeast a tre motori, con un’autonomia massima di 510 chilometri (710 chilometri con la batteria aggiuntiva), da 0 a 60 mph in 2,6 secondi, potenza massima di oltre 850 cavalli, una velocità massima di 210 km/h, una capacità di traino di 5.000 kg e una massa a vuoto di 3.104 kg.

L’agenzia Reuters ha riepilogato in questa slide i prezzi delle versioni di punta, le più costose, dei principali pickup elettrici americani, già usciti o di imminente uscita (credito grafico: Reuters, fonte dati: OEM)

Il prezzo sarà di $99.990, anche in questo caso $20.000 in più rispetto a quanto inizialmente previsto quattro anni fa. Ci sarebbe poco da meravigliarsi se proprio questo fosse il successo principale, anche in aree come il Golfo Persico ad elevato reddito, vista l’accoglienza di prodotti come ad esempio il SUV Lamborghini Urus.

Anche alcune caratteristiche tecniche sembrano predisporre bene il Cybertruck per questa clientela esigente: come le ruote posteriori sterzanti, che consentono un diametro di sterzata inferiore rispetto a una Model S nonostante le dimensioni.

Ecco, le dimensioni: il Cybertruck appena consegnato ai primissimi fan ieri ad Austin (Texas) conserva una silhouette futuristica con un coefficiente di resistenza aerodinamica sorprendente di 0,335. Misura 5,68 metri di lunghezza per due metri di larghezza senza gli specchietti e 1,79 metri di altezza. Dotato di sospensioni pneumatiche che possono variare l’altezza da terra dai 43 mm base.

Se mettete in conto anche questo sembra proprio una scheda tecnica che lo rende un prodotto quanto mai inadatto al mercato della vecchia Europa, e in effetti di arrivo alle nostre latitudini per ora non si parla. Lo stesso Musk, nel corso di una intervista concessa nel 2020, aveva considerato necessaria una versione più a misura d’uomo per proporre il Cybertruck in Europa.

Inoltre Tesla, per il momento, non ha ancora dato conferme in merito ai dati della massa a vuoto, ma le due versioni a trazione integrale suggeriscono che si possa andare oltre le 3,5 tonnellate, che in molti paesi richiederebbero al cliente la patente da veicoli merci.

Quella a trazione posteriore non appare correre il rischio, ma anche qui non saremo lontani da un contesto in cui più di una testata specializzata nell’auto ha fatto rilevare che un mezzo elettrico come il GMC Hummer è sì privo di emissioni allo scarico, ma che il suo pacco batterie pesa come una intera Honda Civic.

In breve, le considerazioni tecniche e di sostenibilità continuano ad affacciarsi su un settore come quello dei pickup elettrici. Un settore che finora non ha sfondato nemmeno nel suo paradiso: l’America. Infatti Ford non spinge più sui grandi numeri per il suo F150 Lightining mentre General Motors ha deciso di ritardare l’avvio di modelli elettrici a marchio Chevrolet.

Se ci aggiungete che un certo numero di cosiddetti tree hugger che avevano comprato in passato le Toyota Prius e poi le Tesla Model 3 potrebbero aver esaurito il credito di simpatia col numero uno Tesla gli interrogativi sul potenziale commerciale del Cybertruck sono tutt’altro che privi di sostanza.

Credito immagine di apertura: press kit Tesla