L’indimenticabile debutto di Luca De Meo, skipper Renault nella tempesta
I conti non tornano nel primo semestre per il gruppo francese; ma il manager italiano ha fiducia nella tecnologia ibrida E-Tech ed è entusiasta della piattaforma elettrica CMF-EV
L’esordio non poteva essere più sfortunato di quello di questo periodo particolare di un particolarissimo 2020, per Luca De Meo, nuovo numero 1 Renault. Il manager italiano si è trovato a dover fare la sua prima dichiarazione ufficiale per conti del primo semestre che sono stati raggelanti: una perdita netta di €7,29 miliardi, qualcosa di mai sentito e come l’ha definita De Meo “un segnale di sveglia”.
Da qui in poi in effetti si può solo migliorare. Anche perché come ha detto l’ex-FCA e SEAT, gli effetti della crisi sanitaria hanno colpito un’azienda che aveva già la febbre, e quindi la malattia è stata più acuta.
Ma De Meo se ha fatto professione di fiducia nel futuro ha però indicato che è ancora troppo presto per svelare i dettagli del rilancio delle marche del gruppo. A lui peraltro si affiderà la rotta di Renault, Dacia o anche di Alpine. A maggio siamo stati informati che per gli aspetti strutturali ed industriali l’obiettivo sarà di ridurre i costi fissi di due miliardi di euro in tre anni.
Il percorso che attende il prodotto delle varie marche sarà annunciato a gennaio 2021. Nel frattempo De Meo visita e setaccia fabbriche e linee di produzione, centri progettazione, concessionari. Secondo la stampa dell’Esagono è al lavoro con una squadra di quaranta persone che rappresentano i differenti capitoli di questa storia e le diverse funzioni oltre che aree geografiche.
Il piano che stanno stilando sarà composto di tre fasi che copriranno un periodo fino al 2026/2027. Nella prima fase ci si occuperà di navigare indenni l’epoca della pandemia. Una fase in cui le solo buone notizie per la casa di Boulogne-Billancourt sono arrivate dalla mobilità elettrica.
Con Zoe che è arrivata a 300.000 pezzi consegnati in Europa e che nel Vecchio Continente si è presa la soddisfazione di battere Tesla Model 3, un prodotto che al suo arrivo da questo lato dell’Atlantico era diventata la regina delle vendite delle elettriche pure. Ma quest’anno la gloria va al modello che nasce del nord della Francia, a Flins.
Non che vogliamo per forza accreditare alla citycar Renault i futuri piani di De Meo, ma forse non è un caso che la tattica che viene considerata probabile per il futuro sarà quella di non puntare per forza di cose ai volumi, tra l’altro il pallino dell’ormai innominabile Carlos Ghosn, per seguire invece il metro del valore, ovvero generare profitti.
Il piano tenderà a valorizzare i settori con grande potenziale, come già lascia capire l’addio a nicchie che sono tali senza avere il successo di Zoe, come Talisman o Scénic. Per De Meo le potenzialità da valorizzare sono quelle della tecnologia ibrida E-Tech e la futura piattaforma elettrica dell’Alleanza franco-giapponese, la CMF-EV.
De Meo, che da uomo di punta SEAT la piattaforma MEB ha avuto modo di conoscerla molto bene, avrebbe rassicurato gli ingegneri Renault sul valore dei pianali coi quali il generalista francese dovrà controbattere al generalista tedesco, sia dal punto di vista del contenuto tecnico che di quello dei costi. Ieri tra l’altro i rivali nazionali di PSA hanno lanciato la loro piattaforma per il 2023: eVMP (Electric Vehicle Modular Platform).
Renault e le alleate nipponiche sulla piattaforma CMF-EV intendono costruire molte auto e SUV (Nissan oltre ad Ariya ha già in mente un secondo SUV più grande). Forse non arriveranno ai numeri di modelli basati sulla MEB, che vedrà coinvolte anche Ford e forse Fisker, ma non dovrebbero poi essere distanti.
Vale la pena ricordare che i francesi in passato hanno stipulato accordi molto parziali e delimitati, ma interessanti, ad esempio con Daimler. E comunque le marche interne non scarseggiano.
De Meo ha definito Dacia una casa-miracolo, e vista la determinazione con cui pochi mesi fa aveva cercato spazio elettrico per la sua SEAT non ci sorprenderebbe se le citycar con marchio danubiano dovessero stupire. De Meo non ha parlato direttamente di elettriche (che pure arriveranno) ma ha detto che per Dacia è ormai tempo di espandersi, e che per la marca low-cost forse lo spazio di nicchia diventerà un grande spazio sotto la guida dell’italiano.
Di nicchia resterà invece Alpine, al cui proposito De Meo non ha dato indicazioni sul futuro del piccolo atelier di Dieppe. Ma se Alpine avrà un avvenire non sarebbe da stupirsi se la piattaforma CMF-EV dovesse avere anche qui un ruolo…