MATERIE PRIME

I distinguo della Cina sull’export di grafite naturale e artificiale

Dopo aver deciso di applicare restrizioni anche alla materia prima dominante negli elettrodi negativi delle batterie per elettronica di consumo e mobilità elettrica, Pechino sembra non voler esagerare

Tra una settimana entreranno in vigore controlli molto più stringenti sulle esportazioni dalla Cina di grafite, un materiale strategico per le batterie, proprio come gallio e germanio lo sono per i semi-conduttori: su queste ultime due materie prime i controlli sulle esportazioni sono già entrati in vigore da alcuni mesi.

Un atteggiamento che sta facendo ritenere sempre più urgente delineare politiche continentali in grado di creare filiere alternative delle materie prime, come avviene, nel caso europeo, col nuovo Critical Raw Materials Act che sta avanzando verso l’approvazione.

Considerata la posizione dominante, anzi stra-dominante della nazione asiatica nel settore della grafite (come conferma l’infografica della società di consulenza Benchmark Mineral Intelligence che riportiamo in fondo a questo articolo) è stato anche ventilato il rischio che la Cina avesse intenzione di utilizzare questa materia prima come in passato avvenuto con altre strategiche, in primis il petrolio da parte dei paesi-OPEC ai tempi della guerra del Kippur.

Giungono però segnali distensivi quasi a sorpresa, e sono stati rivolti proprio a quello che è il maggior concorrente globale delle case produttrici di batterie cinesi nella competizione globale, la Corea del Sud. Il 21 novembre scorso presso il Four Seasons Hotel a Pechino è avvenuto un incontro nel quale l’esecutivo cinese ha voluto fornire dettagli su come funzioneranno i controlli in via di implementazione, una apertura che il Ministero del Commercio, dell’Industria e dell’Energia coreano ha trovato incoraggiante.

Rivolgendosi a funzionari governativi e imprese coreane dichiaratamente preoccupate per la stretta sulla grafite decisa a metà dello scorso ottobre, il Ministero del Commercio cinese ha tenuto a dichiarare nella sessione informativa che non ci sarà per le aziende “alcun problema finché rispettano la legge”. Il 20 dicembre scorso il Ministero del Commercio cinese ha confermato che l’inasprimento dei controlli sulle esportazioni di materiali in grafite entrerà in vigore il 1° dicembre.

La grafite compone i materiali anodici delle batterie agli ioni di litio nella maggior parte degli apparati commercializzati oggi, sebbene come sappiamo altre tecnologie abbiano anodi di diversa natura, ad esempio quelle sodio-ione di norma fanno ricorso ad hard carbon, mentre alcuni produttori battistrada come Sila Nano già vendono (almeno nel settore dei device wearable) anche celle litio-ione con alta percentuale di silicio e quota di grafite ridotta al lumicino.

La grafite di origine artificiale presente negli elettrodi così come quella di origine naturale saranno entrambe soggette a controlli sulle esportazioni da parte del governo cinese.

Si tratta di un controllo, è stato sottolineato, e non di un divieto all’esportazione; si tratta comunque di una notizia fonte di preoccupazione per l’industria sud-coreana, che proprio come il resto dei produttori occidentali dipende fortemente dalle importazioni cinesi di grafite.

Come noto il materiale del catodo immagazzina o rilascia ioni di litio dall’anodo per consentire il flusso di corrente elettrica. Esistono diversi tipi di grafite artificiale, grafite naturale che si accompagnano a piccole o piccolissime percentuali di silicio in alcune celle ad alte prestazioni, ma nel complesso la grafite viene utilizzata principalmente in tutte le celle litio-ione dell’elettronica di consumo e nelle batterie utilizzate nei veicoli elettrici che incontriamo nella vita reale.

Secondo la Korea International Trade Association, citata dalla testata finanziaria Business Korea, da gennaio a settembre di quest’anno, la dipendenza della Corea del Sud dalle importazioni di grafite dalla Cina è stata del 94% per la grafite artificiale e del 97% per la grafite naturale, valori che non abbisognano di commento.

Su base annua, la quota delle importazioni di grafite artificiale e grafite naturale è aumentata rispettivamente di 10 punti percentuali e 7 punti percentuali. Anche altri paesi esportano grafite, ma la loro percentuale è estremamente piccola e manca ancora molto allo sviluppo di una filiera, che è promettente ad esempio in Africa.

I trader più esperti peraltro non mancano di ricordare che non è la prima volta che la Cina inasprisce i controlli sulle esportazioni di grafite. Nel settembre 2006, anche la Cina aveva imposto restrizioni alle esportazioni di grafite.

Do Won-bin, ricercatore presso la Korea International Trade Association, citato dalla testata specializzata The Elec ha dichiarato: “Le misure di controllo delle esportazioni annunciate questa volta sono simili a quelle del 2006, quindi è molto probabile che seguiranno uno schema simile a quello del passato”. In passato, le esportazioni cinesi di grafite sono state ridotte nei primi due mesi dopo l’attuazione dei controlli sulle esportazioni, ma dopo tre mesi le esportazioni cinesi di grafite sono tornate ai livelli precedenti.

Quello che non va dimenticato tuttavia, è che le batterie agli ioni di litio non erano strategiche per l’economia nel complesso nel 2006 quanto lo sono nell’attuale. Così non c’è da sorprendersi se come nel caso della pandemia e dello choc dell’offerta di chip le imprese tendano a diversificare e accorciare le filiere molto di più di quanto avvenisse in passato (nel caso della Corea del Sud, per questioni geografiche si tratta più di diversificare che di abbreviare le distanze).

Già prima dell’inasprimento dei controlli sulle esportazioni da parte della Cina c’erano stata mosse dei tre rivali dell’industria coreana delle batterie per ridurre la dipendenza dalle importazioni di grafite cinesi. SK On ha firmato un accordo con West Water Resources, impresa mineraria statunitense, per lo sviluppo di materiali anodici in risposta al disegno di legge IRA degli Stati Uniti, mentre Samsung SDI ha firmato un accordo di programma con Syrah Resources per la fornitura di grafite naturale dal suo stabilimento in Louisiana. In base all’accordo, Samsung SDI riceverà fino a 10.000 tonnellate all’anno a partire dal 2026.

La terza impresa globale per volumi di vendite di batterie, LG Energy Solution, si è impegnata a sviluppare e investire congiuntamente nella grafite artificiale con Novonix nel mese di giugno. Inoltre, l’azienda ha dichiarato che si assicurerà in anticipo alcune forniture di grafite per ridurre al minimo i rischi.

FutureM, che fa capo al conglomerato dell’acciaio, chimica e materie prime Posco, è l’unica azienda in Corea a produrre attualmente materiali anodici: prevede di espandere la sua capacità produttiva annuale a 370.000 tonnellate entro il 2030.

A tal fine, Posco International si approvvigiona di materie prime da miniere di grafite in Tanzania e Madagascar e si impegna a stabilire una catena del valore stabile dall’acquisizione delle materie prime alla produzione. Attualmente, la capacità produttiva annuale di FutureM è di 74.000 tonnellate di grafite naturale e 8.000 tonnellate di grafite artificiale. La capacità produttiva annua di materiali anodici di grafite ammonta a 82.000 tonnellate, pari al 21% della domanda interna di batterie.

Una infografica tratta dalla “Conferenza sulla Grafite” tenuta a Los Angeles il 16 novembre 2023 dalla società specializzata nelle materie prime Benchmark Mineral Intelligence. (credito grafico e fonte dati: Benchmark Mineral Intelligence via LinkedIn)
Credito foto di apertura: ufficio stampa Korea Zinc