MATERIE PRIME

In Europa il “Critical Raw Materials Act” si avvicina alla versione definitiva

I rappresentanti degli Stati membri e il Parlamento europeo hanno raggiunto un accordo che rappresenta un progresso nella strategia dell’Unione per l’approvvigionamento di materie prime critiche, comprese quelle per le batterie delle auto elettriche

Ieri i rappresentanti dell’elettorato continentale e la Presidenza in mano in questo periodo alla Spagna hanno trovato un accordo che punterà ad ampliare la portata delle attività e dell’industria europee nei minerali critici per il perseguimento della transizione economica in corso.

Il progetto di regolamento intende garantire l’approvvigionamento di materie prime essenziali per l’industria europea e ridurre la sua dipendenza dalla Cina. Un fattore che in Europa interessa moltissimo i gruppi del settore estrattivo (a cui si è appena aggiunto anche il colosso petrolifero ExxonMobil, sebbene non con produzione europea) è la rapidità di trasformare i progetti in minerale concreto e pronto all’uso.

Le scadenze massime per le autorizzazioni all’interno dell’UE saranno quindi limitate a 27 mesi per i progetti di estrazione e a 15 mesi per i progetti di lavorazione e riciclo. L’Europa intende inoltre instaurare una cooperazione con partner in particolare in Africa, America Latina e Nord America, cercandovi accordi per diversificare le fonti di approvvigionamento, ha detto Thierry Breton, commissario europeo all’Industria.

Ridurre la dipendenza dalla Cina per i materiali utilizzati in particolare nella fabbricazione di batterie, ma anche per le rinnovabili in generale è uno degli obiettivi prioritari dell’Unione europea e il Critical Raw Materials Act dovrà esserne un pilastro.

In quest’ottica i 27 Stati membri e il Parlamento europeo hanno concordato di rafforzare la proposta iniziale della Commissione, presentata a marzo, con l’obiettivo di migliorare l’autonomia strategica del Vecchio Continente. Il regolamento stabilisce un elenco di 17 materie prime strategiche come cobalto, nichel e alluminio per le quali fissa obiettivi precisi.

Entro il 2030 l’UE dovrà essere in grado, per ciascuno di questi materiali, di fornire sul proprio territorio almeno il 10% del fabbisogno di estrazione, il 40% di trasformazione e il 25% di riciclo. Il testo stabilisce inoltre che l’UE non deve dipendere da un singolo paese terzo per più del 65% del suo fabbisogno di ciascuna di queste materie prime, cosa che invece è la realtà per materiali come ad esempio la grafite.

Inoltre, le grandi aziende colpite da rischi di carenza dovranno valutare regolarmente questi rischi per la loro catena di approvvigionamento. Il commissario Breton, ha accolto con favore l’accordo su questo progetto presentato il 16 marzo. “ Dalle tecnologie verdi e digitali alla difesa e all’aerospaziale, la domanda di materie prime strategiche è in rapido aumento”, ha sottolineato il commissario francese.

Il Parlamento e gli Stati membri sostengono questo regolamento, ma vogliono inasprire un punto: vogliono aumentare l’obiettivo di riciclo per il 2030 dal 15 al 25%. Inoltre, il Parlamento, ad esempio, sottolinea nella sua comunicazione che l’obiettivo deve essere anche quello di “smorzare la domanda” attraverso l’efficienza delle risorse.

Inoltre i parlamentari auspicano di porre maggiore attenzione all’innovazione, per quanto riguarda i materiali sostitutivi e processi di produzione che potrebbero costituire una valida alternativa alle materie prime di cui si occupa il Critical Raw Materials Act nelle tecnologie strategiche. Il testo dovrà ancora essere approvato formalmente dagli eurodeputati in seduta plenaria, oltre che dal Consiglio Ue che riunisce i Paesi membri.

Credito foto di apertura: ufficio stampa Liontown Resources