Il litio resta ai livelli di quotazione più bassi dall’estate 2021
Malgrado le attese contrarie dei trader, nel 2024 continua a non esserci alcuna inflazione nel settore del metallo bianco senza il quale i veicoli elettrici sarebbero solo una curiosità tecnologica
Mentre si affollano ormai i progetti e i lanci di modelli al 100% elettrici a prezzi abbordabili, le case auto che ad essi si sono dedicate sembrano doversi preoccupare sempre meno di uno dei maggiori potenziali guastafeste dei loro business plan: i prezzi delle materie prime. Anzi, il prezzo della materia prima per eccellenza dell’auto elettrica: ovvero quel litio che non manca in nessuna delle principali chimiche delle celle che spingono questi veicoli.
Gli addetti ai lavori di settore speravano al contrario che il metallo bianco contenuto nelle batterie fosse pronto a risollevarsi, se non a galoppare come in periodi che sembrano oggi molto distanti, e anzi devono fare i conti con la constatazione che i prezzi sono diminuiti ancora nel mese di giugno.
Le scorte infatti si accumulano negli inventari e anzi non mancano frequenti annunci di scoperte di nuove riserve, l’ultima apparentemente molto consistente nella provincia canadese dell’Alberta. E a questo si aggiunge che, Cina a parte, i segnali della domanda di veicoli elettrici rimane anemica, come ci ricordano le previsioni sui prossimi risultati del massimo protagonista di settore, Tesla.
In Cina, che è il mercato di riferimento, la quotazione del prezzo spot del carbonato di litio è infatti scesa al minimo dall’agosto 2021 e i future più attivi alla borsa di Guangzhou hanno perso il 12% finora nel corso del mese. Nell’ultima asta del 19 giugno del principale produttore, l’americana Albemarle, l’offerta vincente è stata inferiore del 6,9% rispetto alla vendita precedente del 5 giugno.
Questi cali fanno seguito a un crollo di oltre l’80% nel corso del 2023 a causa di precedenti eccessi e del rallentamento della crescita della domanda. Sebbene i prezzi si siano stabilizzati all’inizio del 2024, la filiera dell’approvvigionamento sta ancora lavorando per eliminare le scorte e i clienti ritardano gli acquisti. Il sentimento ribassista ha anche fatto scendere il gelo sui corsi azionari dei maggiori produttori, tra cui le americane Albemarle e Piedmont Lithium.
Negli ultimi mesi molte delle più grandi case auto, da Ford a General Motors e persino Tesla, hanno ridimensionato le ambizioni e il sentiment degli investitori nei confronti delle azioni e delle società minerarie che forniscono materie prime a tali produttori si è fatto sfavorevole.
Le azioni di Albemarle sono scese del 23% finora a giugno, portando la perdita da inizio anno al 34% alla chiusura di venerdì scorso. Lithium Americas, potenziale fornitore di General Motors, è scivolata del 55% quest’anno e la sua offerta azionaria in aprile è stata collocata con un forte sconto. Piedmont Lithium, che ha un accordo di fornitura con Tesla, è crollata del 64% nel 2024.
Secondo Susan Zou, analista della società di consulenza Rystad Energy, citata dall’agenzia Bloomberg, l’aumento della produzione di litio e le aspettative di una pausa estiva stanno pesando sulla quotazione. Nonostante la breve ripresa all’inizio di quest’anno, sostenuta dalla minore offerta durante il periodo festivo del Capodanno lunare cinese e da acquisti speculativi dei trader, i fattori rialzisti si sono rivelati effimeri e incapaci di sostenere i prezzi.
I produttori alle prese col rallentamento della crescita della domanda di veicoli elettrici, nonché con il rallentamento della creazione di nuova capacità, con le Gigafactory di batterie le cui aperture o avvii della produzione vengono rinviati di 2-3 anni, hanno tagliato gli ordini di prodotti al litio, in previsione di poter presto rifornire le scorte a prezzi ancora più bassi.
Tuttavia, alcuni trader hanno affermato di vedere un limitato ribasso dei prezzi, che stanno già comprimendo i margini di alcuni produttori a costi più elevati. I contratti a Guangzhou per luglio sono i più economici in offerta, suggerendo che si toccherà il fondo durante l’estate.
Secondo una nota degli analisti Citigroup, le scorte totali di carbonato di litio in Cina sono in aumento da aprile. Le scorte detenute dagli operatori a valle, e si tratta principalmente di produttori di materiali catodici attivi, sono aumentate dell’8% nella terza settimana di giugno rispetto alla seconda, mentre quelle per altri clienti sono aumentate del 32%.
Questo offre anche al capitale paziente e soprattutto a lungo termine delle opportunità, con scommesse in particolare sulle società che stanno sviluppando tecnologie di estrazione diretta del litio più rapide ed efficienti, e anche più sostenibili.
Proprio in questo periodo alcuni operatori più grandi sono stati impegnati sul fronte degli accordi. Il colosso scandinavo dell’energia Equinor a maggio ha annunciato che acquisterà una quota del 45% in due società di progetti sul litio in Arkansas e Texas da Standard Lithium.
A inizio giugno, Occidental Petroleum ha creato una joint venture con una divisione di Berkshire Hathaway Energy (del miliardario Warren Buffet) con l’obiettivo di commercializzare la propria tecnologia per estrarre e produrre composti di litio dalla salamoia nelle aree desertiche della California.
Anche la ottimista BloombergNEF ha dovuto tagliare le stime di vendita di veicoli al 100% elettrici nel suo annuario Electric Vehicle Outlook di 6,7 milioni di veicoli entro il 2026. Ma si aspetta comunque che la domanda complessiva di litio dalle batterie raggiunga poco meno di 3,5 milioni di tonnellate nel 2035, ovvero quasi tre volte i livelli del 2024. E allora il metallo bianco che verrà estratto negli attuali giacimenti o in quelli nuovi dall’Alberta alla California, ben difficilmente passerà anni in attesa di trovare clienti.