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Al «boom» Tesla Model Y contribuisce anche il “fenomeno Brandeburgo”

Se Model Y si confermerà la prima auto elettrica leader di vendite in Europa a fine 2023, potrà ringraziare anche la regione tedesca che dimostra la concretezza dell’industria green (e sperimenta attualissime contraddizioni)

Secondo i dati della società di consulenza Jato Dynamics, Tesla Model Y è attualmente in testa nei volumi di vendita europei del 2023, davanti a best seller come Dacia Sandero e Volkswagen T-Roc: appare avere discrete possibilità di terminare l’anno al primo posto, risultato che sarebbe eccezionale e una novità per un veicolo al 100% elettrico.

Malgrado la frenata nelle consegne Tesla dell’ultimo trimestre, dovute anche ad attività di aggiornamento degli impianti di produzione cinesi ed americani, Model Y è posizionata in modo eccellente anche a livello globale, per una classifica che per decenni è stata dominata da modelli come Toyota Camry e Honda Accord.

Al successo sempre più clamoroso del veicolo di punta della gamma di Elon Musk contribuiscono davvero molto i risultati delle fabbriche che la costruiscono e se appare ormai scontato che a Shanghai o in America le linee di montaggio marcino con efficienza maniacale, è anche il momento di attribuire i giusti meriti ai risultati ottenuti da Tesla in Germania, in quella Giga Berlin insediata non senza difficoltà e ostacoli in un’area dalla limitata vocazione automobilistica.

Ma quell’area si sta invece dimostrando all’altezza delle aspettative e anzi è ormai da considerare un riferimento per i progetti greenfield, cioé che partono da zero, nel settore della mobilità sostenibile. A 33 anni dalla riunificazione, il Brandeburgo sta crescendo rapidamente, a differenza del resto della Germania, sottolineava questa settimana la testata finanziaria WiWo.

Il suo successo ha certo a che fare con Tesla, ma anche con le energie rinnovabili, insomma con tutto quello che è detestato dal partito di estrema destra AfD che proprio in questa regione paradossalmente ha nei sondaggi un gradimento record del 30%.

Eppure in nessun altro stato federale come nel Brandeburgo l’economia è cresciuta così solidamente nel primo semestre del 2023: il suo prodotto interno lordo è aumentato del 6%, in termini corretti per i prezzi. In termini nominali, cioè senza escludere l’inflazione, l’aumento è stato addirittura superiore al 14%, in controtendenza alla contrazione che si rivela a livello nazionale.

Intervistato da WiWo, il socialdemocratico Jörg Steinbach, 67enne che dal 2018 è il ministro dell’Economia in Brandeburgo vede in Tesla un fenomeno indiscutibile, ma accredita la filiera della fabbrica americana: “è anche dovuto ai fornitori, che forniscono sempre più Tesla dal Brandeburgo. A Schwarzheide, ad esempio, è stata collegata alla rete una grande fabbrica per la produzione di materiali per le celle delle auto elettriche”.

Peraltro a Tesla va riconosciuto un effetto-traino: circa 11.500 persone ora lavorano in Tesla a Grünheide e producono tra 5.000 e 6.000 veicoli al giorno, un ottimo livello sebbene ancora distante dal livello di Shanghai che riesce ormai a costruire un’auto ogni 40 secondi e ha una capacità di un milione di unità l’anno.

A settembre il consorzio tedesco dei costruttori auto VDA (verband der Automobilindustrie) ha sottolineato che nei primi sette mesi dell’anno per la prima volta in Germania si sono costruiti più veicoli elettrici che diesel, quasi otto anni dopo l’esplosione del dieselgate. Se quei numeri sono stati raggiunti, è innegabile il contributo della fabbrica in Brandeburgo.

Steinbach peraltro sottolinea che l’area non è solo Tesla: ad esempio, è riuscita ad attirare l’economia circolare nel Brandeburgo su larga scala. A Schwarze Pumpe, Schwarzheide e Guben si sono insediati fornitori di materie prime per la moderna produzione di celle con Tesla e Mercedes che si rivolgono a chi ricicla materie prime contenute nelle batterie esauste o negli scarti delle fabbriche di celle. È questa una catena del valore che non ha ancora pari diffusione altrove.

Il ministro ritiene anche che fabbriche come quella Tesla o il settore delle batterie o delle materie prime sia interessante anche per i giovani, così come lo è nell’ex-Germania Est la reputazione di offrire tecnologie innovative quale è il caso di Intel che sta aprendo tra Magdeburgo e Dresda, mentre manifesta preoccupazione per il commercio o l’edilizia, attività indispensabili ma ” considerate meno sexy rispetto a quelle delle grandi aziende. Ma senza di loro, la nostra economia non funziona”.

Steinbach per il successo di Tesla o quello probabile di Intel nell’area accredita anche i politici precedenti, “che hanno avuto la lungimiranza di espandere le energie rinnovabili qui. Nel Brandeburgo ne abbiamo così tanta che potremmo teoricamente coprire l’intero fabbisogno di elettricità proveniente da energie rinnovabili. Gli investitori ora chiedono prima da dove proviene l’elettricità e calcolano in anticipo la loro impronta di CO2 della produzione. Possiamo offrire qualcosa qui che non è ancora disponibile, soprattutto negli stati federali meridionali”.

In altri termini, un fattore-chiave del successo dell’insediamento di nuove attività innovative e ad alto valore aggiunto, conferma il ministro dello stato del nord della Germania, è proprio quella scelta di orientarsi sulle rinnovabili che invece l’opposizione sempre più esplicita alla mobilità sostenibile vuole rallentare il più possibile, se non bloccare del tutto.

Col probabile risultato boomerang proprio in aree come il Brandeburgo, che sul benessere devono recuperare rispetto al prospero sud della Germania, di allontanare in modo più deciso il momento in cui questa regione (o le vicine Sassonia e Turingia) saranno in grado di raggiungere il Baden-Württemberg o la Baviera in termini di potere economico assoluto.

Credito foto di apertura: slide da presentazione agli investitori Tesla