BUSINESS

7 giorni nel business della mobilità che cambia: 13 – 19 agosto 2023

I protagonisti della settimana: Aether, Baidu, EcoPro BM, ElectraMeccanica, Evergrande NEV, Ford, Geely, General Motors, MitraChem, SK On, Tevva, Vinfast

14 agosto: l’indebitatissima società cinese dell’auto elettrica Evergrande NEV annuncia a sorpresa un investimento da $500 milioni da parte di un gruppo mediorientale. NWTN otterrà una partecipazione del 27,5% in Evergrande NEV e il diritto di nominare la maggioranza del consiglio di amministrazione, valutando la casa automobilistica cinese $1,82 miliardi. Evergrande New Energy Vehicle Group (Evergrande NEV) è la divisione dei veicoli elettrici del conglomerato nato principalmente nell’immobiliare e nei servizi per la salute China Evergrande Group e ha accumulato enormi perdite negli ultimi tre anni. NWTN è una società degli Emirati che è focalizzata sulla fornitura di veicoli elettrici di fascia alta e soluzioni di energia verde, secondo la nota diramata. Il 26 luglio Evergrande NEV aveva dichiarato in una comunicazione obbligatoria alla borsa di Hong Kong di aver avuto una perdita di 27,7 miliardi di yuan (circa $3,8 miliardi) nel 2022, seppure ridotta del 51% dai 56,3 miliardi di yuan nel 2021. Al 31 dicembre 2022, le perdite accumulate di Evergrande NEV e le perdite degli azionisti erano rispettivamente di 98,9 miliardi e 68,7 miliardi di yuan e la società aveva liquidità e equivalenti di cassa di 220 milioni di yuan. L’annuncio di Evergrande NEV non ha rivelato ulteriori dettagli dell’accordo, ma secondo la nota di NWTN riceverà una partecipazione del 27,5% nella società cinese EV e il diritto di nominare la maggioranza del consiglio. La possibilità da parte di Evergrande NEV di rilanciare la base di produzione automobilistica a Tianjin dalla capacità annuale di 50.000 unità per i modelli della gamma denominata Hengchi grazie al denaro fresco è però subito stata rimessa in questione. Poche ore dopo infatti c’è stato l’ingresso in amministrazione controllata della capogruppo Evergrande China, che con milioni di appartamenti e immobili bloccati e debiti colossali ha optato per chiedere la protezione prevista dal codice fallimentare americano (mercato dove è quotata) con la norma Chapter 15, per ristrutturare e superare la fase acuta della sua crisi.

15 agosto: Il produttore britannico di camion elettrici Tevva e il produttore canadese di auto elettriche ElectraMeccanica hanno annunciato una fusione delle loro società per concentrarsi congiuntamente sul mercato dei veicoli commerciali elettrici, prima nel Regno Unito e poi nell’Europa continentale e negli Stati Uniti. La società combinata, che sarà conosciuta come Tevva Inc. e dovrebbe avere sede nel Delaware, sarà posseduta per il 76,5% da Tevva e per il 23,5% da ElectraMeccanica e la transazione dovrebbe concludersi nel quarto trimestre del 2023. La nuova società utilizzerà gli impianti di produzione di Tevva a Tilbury, in Inghilterra, ed ElectraMeccanica a Mesa, in Arizona, per produrre veicoli commerciali elettrici per questi mercati. Tevva ha presentato un camion elettrico leggero da 7,5 tonnellate e l’anno scorso un camion da 19 tonnellate. ElectraMeccanica aveva già annunciato in primavera che avrebbe smesso di produrre il suo veicolo elettrico a tre ruote Solo, per passare alle quattro ruote, ma con la fusione l’azienda canadese esce dai veicoli passeggeri. Lo stabilimento Tevva di Tilbury, nel Regno Unito, dove il camion da 7,5 tonnellate sta attualmente uscendo dalla catena di montaggio, è di 10.000 metri quadrati. Lo stabilimento di ElectraMeccanica a Mesa, in Arizona, è grande il doppio.

15 agosto: la settimana rende straordinariamente difficile non ritenere una “bolla” le quotazioni al Nasdaq che sono passate o passano attraverso le cosiddette fusioni inverse con società-veicolo. L’ultimo esempio è l’ingresso a Wall Street del produttore vietnamita di auto elettriche VinfFast. Perché il giorno dell’esordio il valore del titolo è schizzato talmente in alto che la valutazione della società è volata a $85 miliardi, crescendo del 280% dai $10 di quotazione iniziale a oltre $38: come dire che la nuova società asiatica abbia un valore superiore a case storiche come le Big3 di Detroit, rimpinguando anche di $39 miliardi la fortuna personale del fondatore e uomo più ricco del Vietnam Pham Nhat Vuong. Ma la giornata di esordio si è rivelata un fuoco di paglia per Vinfast: nei giorni successivi il titolo è sprofondato per chiudere la settimana il venerdì a $15,40, tagliando la stima del valore complessivo della compagnia a circa $35 miliardi, molti meno rispetto alla chiusura di Ferragosto, ma comunque tanti per una casa auto che ha una gamma con modelli che nelle prove della stampa occidentale hanno fatto sollevare entrambe le sopracciglia a molti riguardo alla qualità e che finora ha una rete di vendita ed assistenza tutta da consolidare. Per l’anno in corso comunque VinFast conferma il proprio obiettivo di vendere globalmente 50.000 auto e SUV elettrici, mentre per la rete almeno in Occidente intende appoggiarsi a una formula ibrida mescolando le vendite online alla creazione di una rete di concessionarie del marchio e di punti assistenza.

15 agosto: grazie al superamento della tappa dell’omologazione, per il primo modello risultante dalla collaborazione tra i gruppi Baidu e Geely si avvicina il debutto commerciale. I due partner hanno creato un nuovo marchio, Jiyue, col primo modello, il SUV Jiyue 01, appena entrato nella lista ministerale nazionale dei veicoli elettrici approvati e che dovrebbe debuttare nel quarto trimestre. Il modello nasce sulla base del concept creato dai due partner con una joint venture inizialmente chiamata Jidu. Jiyue 01 mira a ridefinire il concetto di mobilità intelligente e soddisfare la preferenza dei consumatori cinesi orientati alla tecnologia per le soluzioni di mobilità a guida autonoma. Oltre ad essere responsabile delle vendite, dell’assistenza e del marketing del Jiyue 01, Jiyue costruirà e svilupperà anche la propria rete di vendita e di ricarica in Cina. Il Jiyue 01 avrà come pianale la Sustainable Experience Architecture (SEA) di Geely e il sostegno della tecnologia all’avanguardia di Baidu. Jidu era posseduta al 55% da Baidu e al 45% da Geely all’inizio. Il marchio Jiyue è di proprietà maggioritaria di Geely, secondo i media locali. L’entità operativa del marchio Jiyue è Hangzhou Jiyuyue Automotive Technology Co., fondata il 9 agosto e posseduta al 65% da Geely, con il restante 35% di proprietà di un’affiliata di Baidu, secondo la testata economica Yicai. Le mosse arrivano in un momento di normative più severe sulla produzione auto in Cina, ma per Baidu la possibilità di lanciare il suo primo modello ad elevata automazione con un nuovo marchio e nome apre anche la strada a ulteriori sforzi di produzione, che dovrebbero anche compensare l’apparente raffreddamento attuale della collaborazione col gruppo BYD.

15 agosto: la startup americana Mitra Chem annuncia la chiusura positiva di un round di finanziamento Serie B da $60 milioni in cui il ruolo di investitore leader è stato rivestito da General Motors. I partner svilupperanno materiali catodici attivi per celle come quelle con chimica LMFP, ovvero a base ferrosa migliorate dalla presenza di manganese. General Motors intende utilizzarle per una parte della produzione della propria (e dei partner Honda e Acura) piattaforma Ultium. Tra i nuovi investitori si leggono i nomi di GS Futures, Bricks Capital Management, Zeon Ventures, Scribble Ventures, WovenEarth Ventures, oltre a quelli di fondi e società già presenti nel primo round di finanziamento. Alla società fondata tra gli altri dall’ex-partner di Benchmark Mineral Intelligence Vivas Kumar e dal professore di chimica della Stanford University William Chueh, ora preme arrivare rapidamente a nuove soluzioni di materiali grazie alla modellazione basata sull’intelligenza artificiale, portarle rapidamente sul mercato e anche entrare nella catena del meccanismo generatore di crediti di imposta aperto dalla normativa Inflation Reduction Act che in questi giorni è arrivata all’anno di vita. Con l’investimento operato in Mitra Chem il gruppo di Detroit appare coprirsi per le future necessità della gamma di veicoli elettrici anche per quanto riguarda i modelli a prezzi abbordabili, visto che proprio questo, quello dei costi, è uno degli asset delle batterie a base ferrosa; in quest’ottica il rivale storico di General Motors, Ford, ha stretto una alleanza con CATL che sta portando alla costruzione di una Gigafactory di celle LFP in Michigan, piano che però incontra flussi periodici di contrarietà da parte della politica americana per il legame col colosso cinese, problema che l’americana Mitra Chem non porrà a General Motors.

16 agosto: la startup Aether raccoglie $49 milioni di nuovi finanziamenti per sviluppare la sua tecnologia che prevede di migliorare l’estrazione di litio grazie all’uso di programmi di intelligenza artificiale. La società ha annunciato di aver chiuso il round di finanziamento Serie A, guidato da Natural Capital e Unless. L’azienda ha sviluppato un prototipo di macchina di dimensioni nanometriche costruita con proteine in grado di estrarre il litio dalle salamoie, soluzioni che contengono materiale anche nei casi di concentrazione del metallo molto bassa, rendendo quindi potenzialmente interessanti siti estrattivi che la maggior parte dei gruppi di settore scarterebbe perché non economici. Le macchine, chiamate assemblatori molecolari, secondo l’amministratore delegato e fondatore Pavle Jeremic “sono forse 100 volte più grandi dell’atomo di litio stesso” e sono state progettate dagli scienziati di Aether attraverso machine learning e robotica per legarsi selettivamente al litio. Quando la macchina urta contro il litio, lo riconosce e ad esso si aggrappa. Un sito potrebbe utilizzare milioni di queste macchine, che possono essere attaccate a colonne su cui la salamoia viene versata mentre gli apparati filtrano il litio (o in futuro anche altri metalli). Mentre il litio estratto deve normalmente essere raffinato, un passaggio costoso che di solito ha luogo in Cina, il nuovo processo consente di passare direttamente al litio per batterie. La tecnologia potrebbe teoricamente aumentare la produzione di litio negli Stati Uniti di 30 volte, afferma la società. Oltre ad evitare gli scarti creati dal movimento di rilevanti quantità di terra necessari negli attuali metodi di produzione, Aether prevede di utilizzare 50.000 volte meno acqua rispetto ai siti in luoghi come il Cile, dove i vasti stagni di evaporazione sottraggono scarse risorse idriche alle comunità locali. Poiché il nuovo processo non comporta il riscaldamento della salamoia, utilizza anche meno energia. Aether il prossimo anno passerà dal laboratorio al primo sito-pilota, in Oklahoma o Texas, aree il cui sottosuolo contiene molto litio a bassa concentrazione. La società può anche collaborare con compagnie petrolifere per estrarre il litio dalle acque reflue o dai pozzi.

17 agosto: Stellantis investirà oltre $100 milioni nella crescita del progetto Hell’s Kitchen sviluppato da Controlled Thermal Resources (CTR) in California, che risulta essere finora il più grande progetto geotermico per estrarre litio. Sulla base del nuovo accordo anche le quantità di acquisto precedentemente concordate saranno notevolmente aumentate rispetto al precedente deal sottoscritto con CTR nell’estate del 2022. Allora il gruppo auto euro-americano si era assicurato fino a 25.000 tonnellate di idrossido di litio all’anno per i suoi modelli durante il periodo contrattuale decennale, ma non c’era partecipazione nell’azionariato. Questo aspetto ora cambia: il progetto Hell’s Kitchen punta ad una capacità totale di produrre fino a 300.000 tonnellate di carbonato di litio equivalente all’anno nel sito installato nell’Imperial County, forse l’area più povera e desertica di tutta la California. La povera contea però potrebbe far ricche CTR e Stellantis anche favorendo l’accesso ai benefici dell’IRA per chi produce materie prime negli Stati Uniti. Stellantis e CTR hanno anche ampliato il loro accordo di fornitura originale. Il nuovo accordo include un aumento del volume di fornitura dalle 25.000 tonnellate precedentemente pianificate fino a 65.000 tonnellate di idrossido di litio monoidrato per batterie all’anno su un contratto decennale. Il primo idrossido di litio monoidrato dalla California dovrebbe essere consegnato a Stellantis nel 2027. Stellantis ha investito nell’estrazione geotermica del litio anche in Europa, con l’australiana Vulcan, che lavorerà principalmente nella Valle del Reno ma sta esplorando anche il potenziale del Lazio.

17 agosto: Ford, SK On ed EcoPro BM investono $980 milioni per costruire un impianto di produzione di materiali catodici attivi in Québec che fornirà le celle dei veicoli elettrici della casa di Dearborn. La produzione avverà a Bécancour, una città sul fiume San Lorenzo che ha già attratto investimenti nel settore da General Motors, POSCO e BASF, inizierà nella prima metà del 2026 con una capacità di produrre fino a quasi 50.000 tonnellate di materiali catodici, necessari a supportare la produzione di fino a 225.000 veicoli elettrici all’anno. Dal Canada la produzione prenderà la via del Sud per essere destinata alle fabbriche degli Stati Uniti in cui i partner della joint venture BlueOval SK, senza alcun rischio di perdere l’accesso ai sussidi previsti dall’Inflation Reduction Act perché il Canada come l’Australia e altre nazioni alleate hanno il beneficio di vedere la loro produzione equiparata a quella statunitense ai fini dell’accesso ai crediti di imposta. Il governo federale canadese e la provincia del Québec stanno sostenendo il progetto con $475 milioni in incentivi e $238 milioni in prestiti condizionali ciascuno. La costruzione è iniziata su un sito di 280.000 metri quadi con un edificio di sei piani. L’impianto impiegherà 345 posti di lavoro assunti da EcoPro CAM Canada, che sarà una joint venture tra le tre società e produrrà materiali a base di nichel, cobalto e manganese.

Credito foto di apertura: ufficio stampa Tevva, Inc.