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La catena della logistica pesa sulle consegne Tesla del terzo trimestre 2022

I numeri sono ancora da record: consegnati 343.000 esemplari. Ma il totale è inferiore alle aspettative degli analisti di Wall Street che al 30 settembre ne stimavano 364.660, col gap rispetto alla produzione che si allarga

Può un’azienda presentare risultati trimestrali da record e contemporaneamente deludere le aspettative? Evidentemente solo se queste aspettative e i traguardi societari sono molto, molto ambiziosi e questo è evidentemente il caso di ogni impresa e obiettivo collegato alla figura di Elon Musk e in particolare a Tesla, che ha rivelato domenica a mercati chiusi i numeri di produzione e delle sue consegne (la comunicazione aziendale più vicina ai numeri di vendite) nel terzo trimestre 2022.

Tesla globalmente aveva consegnato 343.000 unità quando si è concluso il terzo trimestre 2022, su un totale di produzione in America, Cina e Germania di 365.000 veicoli. Ma le auto e SUV elettrici immatricolati sono stati inferiori alle aspettative degli analisti di Wall Street e delle società di consulenza specializzate come Refinitiv o FactSet. Ad esempio, secondo i sondaggi effettuati da Street Account, divisione di FactSet, era 364.660 la media del totali di veicoli atteso dagli esperti interpellati.

Come sempre Tesla non fornisce la segmentazione per mercati o regioni geografiche, ma suddivide per fasce di prezzo, e quindi sappiamo che ha prodotto 19.935 dei suoi modelli luxury Model S e X ad alta redditività e 345.988 dei suoi veicoli Model 3 e Y, con le nuove Gigafactory in Germania e Texas che in piena estate hanno superato i traguardi simbolici, ma poco influente sui totali complessivi, di 1.000 veicoli realizzati a settimana.

Ma se la produzione di Austin e in Brandeburgo stenta ancora a decollare, a Fremont e a Shanghai la produttività e i ritmi sono ormai elevatissimi e quindi nel complesso la produzione cumulata Tesla è cresciuta in modo brillante rispetto allo stesso periodo del 2021 (quando aveva prodotto 237.823 veicoli, meno di 9.000 dei quali luxury, e ne aveva consegnato 254.695) e anche rispetto al trimestre precedente: tra marzo e fine giugno sono stati costruiti 258.580 veicoli.

Anche nelle consegne e nella produzione del terzo trimestre 2022 per Tesla come per i concorrenti si sono fatti sentire i riflessi dei costi delle materie prime, delle difficoltà alle catene globali della fornitura, e in Cina un paio di ostacoli certo non trascurabili come i lockdown che hanno colpito alcune aree metropolitane e la sospensione temporanea della produzione nell’impianto di Lingang necessario per effettuare aggiornamenti che hanno però consentito un rapido rimbalzo ai numeri di produzione di un impianto che fornisce ormai Asia, Europa ed Oceania.

Proprio il ruolo centrale di Shanghai è contemporaneamente punto di forza e di debolezza: la distanza dall’Europa, in attesa che in Brandeburgo i volumi salgano significativamente, vuol dire che c’è un viaggio per ogni veicolo da consegnare e questo in una fase come l’attuale comporta che ci siano imprevisti lungo questo itinerario.

Che proprio questo sia quello che è successo, lo conferma la discrepanza crescente che si è verificata nell’ultimo trimestre appena concluso tra i numeri di produzione e quelli delle consegne e quelli riscontrabili nello stesso periodo dello scorso anno.

In poche parole, Tesla per non incontrare ancora ostacoli e imprevisti deve arrivare a tradurre in realtà il potenziale di Austin e Gigaberlin, ossia riuscire a farli rendere per come Musk ed i suoi manager li hanno pianificati, un obiettivo che sarebbe stato probabilmente relativamente rapido nell’era ormai distante in cui sono stati concepiti ma che non era un’epoca di pandemia, di guerre, di crisi dei prezzi delle materie prime.

Credito foto di apertura: slide da presentazione Tesla