AUTO

Per Mahindra la piattaforma MEB sarà il “trampolino” elettrico

Decisa svolta indiana verso la tecnologia a zero emissioni locali: accanto al colosso industriale che è partner Volkswagen, anche la startup degli scooter Ola Electric rivela i suoi piani ambiziosi nell’auto

A pochi giorni dal perfezionamento dell’acquisto da parte di Tata Motors della fabbrica Ford in Gujarat, che sarà centrale per lanciare la produzione elettrica del gruppo, un altro gigante industriale indiano traccia i contorni del proprio futuro puntando sulla tecnologia delle batterie di trazione.

Mahindra ha intrapreso una campagna di elettrificazione con la presentazione ieri di cinque nuovi SUV elettrici, tutti progettati nella sua nuova sede europea di design e utilizzando una nuova piattaforma basata sull’architettura MEB del gruppo Volkswagen (fornita in 600.000 esemplari anche all’alleata Ford) per il cui utilizzo è stato firmato un accordo ad ampio raggio dai rispettivi manager Thomas Schmall e Rajesh Jejurikar, che sono ritratti nella foto di apertura alla cerimonia ufficiale.

In quanto punte di diamante della sua nuova strategia Born Electric, i nuovi veicoli a zero emissioni rappresentano un passo avanti in termini di stile e tecnologia per il colosso dell’industria del Sub-continente e sono stati simbolicamente rivelati proprio in un evento collocato nel 75° anniversario dell’indipendenza dell’India dal Regno Unito.

Quattro dei cinque nuovi modelli elettrici Mahindra basati sulla piattaforma modulare MEB che già equipaggia Volkswagen, Audi, Cupra e Skoda saranno messi in vendita nel periodo compreso tra il 2024 e il 2026.

Ricalcando una consuetudine ormai molto diffusa nell’auto cinese, i nuovi SUV apparterranno a due distinti sotto-marchi: XUV e BE. Tutti e cinque i modelli esibiranno la nuova filosofia di design “Heartcore” di Mahindra, con cui la casa mira a dimostrare presenza, forza e attitudine.

Il primo, il cui modello si chiamerà XUV:e9, è stato descritto come un marchio che “si basa sull’eredità Mahindra, mentre abbraccia il futuro”. Il marchio BE da parte sua sfoggerà un “nuovo linguaggio di design audace” con l’obiettivo di far sì che “i clienti siano ciò che vogliono essere” e le sigle allocate per i primi modelli sono contraddistinte BE.05, BE.07 e BE.09.

La piattaforma Inglo sarà d’ora in poi alla base di tutti i veicoli elettrici di Mahindra: viene sviluppata in India, mentre le auto sono disegnate presso il Mahindra Advanced Design Europe a Banbury, nell’Oxfordshire. Da notare che il gruppo indiano controlla Pininfarina, mai nominata tuttavia in questi piani svelati ieri.

I dettagli sono ancora vaghi su quanto ci sia in comune tra piattaforma Inglo e quella MEB, ma la visione di Mahindra ruota in modo simile attorno alla modularità della nuova architettura elettrica, leggera e connessa, che le consentirà di esplorare nuovi segmenti e inaugurare una serie di nuovi modelli riducendo al minimo i costi di sviluppo e semplificando le operazioni post-vendita.

Ospiterà batterie LFP con celle a base ferrosa dalle caratteristiche di sostegno strutturale e con capacità comprese tra 60 e 80 kWh in grado di ricaricarsi a velocità fino a 175 kW, più velocemente di qualsiasi veicolo elettrico basato su MEB attualmente in vendita.

La potenza varierà tra 228 e 282 cavalli nelle auto mono-motore e da 335 a 389 cavalli nelle opzioni con trazione integrale. Sebbene le specifiche finali siano di là da venire Mahindra ha promesso una accelerazione da 0 a 100 km/h tra cinque e sei secondi.

La giornata di festività nazionale ha dato a un’altra azienda indiana molto più giovane di Mahindra, Ola Electric, l’occasione per confermare di prevedere l’ingresso nelle auto elettriche in India nel 2024 con un modello premium dall’autonomia fino a 500 chilometri. L’auto elettrica di Ola da 0 a 100 km orari in quattro secondi, secondo il costruttore.

L’amministratore delegato Bhavish Aggarwal, che guida una startup che opera nel ride hailing ma si è fatta conoscere recentemente per la più grande fabbrica al mondo di scooter elettrici, dopo questo modello ad alte prestazioni prevede di spostare nella seconda metà del decennio l’attenzione su modelli dal prezzo accessibile.

L’India può essere leader nel settore delle piccole auto, scooter e moto per i quali la domanda globale è maggiore, secondo il CEO della società tra i cui investitori figura anche il fondo giapponese Softbank. La società punta a creare un ecosistema di veicoli elettrici che comprenda automobili, due ruote e anche batterie in un unico stabilimento nello stato del Tamil Nadu.

Dopo difficoltà e ritardi con gli scooter elettrici, incluso un richiamo per incendi alle batterie, la società ha venduto oltre 70.000 veicoli elettrici a due ruote negli ultimi sette mesi e sta installando un centinaio di postazioni elettriche di ricarica veloce nelle principali città dell’India.

Aggarwal non ha voluto render noti investimenti e cronoprogramma del piano riguardante l’auto: la società mirava all’ingresso in borsa nella prima metà del 2022, ma l’offerta pubblica iniziale è stata posticipata per la volatilità del mercato e le quotazioni poco brillanti di alcune startup indiane e non dell’anno in corso.

Credito foto di apertura: ufficio stampa Volkswagen AG