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La borsa festeggia il primo semestre 2022 di Renault, malgrado le perdite

Nonostante €1,35 miliardi di perdite dovuti all’addio alla presenza in Russia, Renault appare sulla buona strada: è la lezione che i mercati hanno tratto dalla redditività attuale e futura del gruppo diretto da Luca de Meo

Renault, che chiude un elenco di gruppi automobilistici che hanno presentato vendite e conti in questa che si è rivelata una densa earnings week, in assoluto ha presentato oggi una perdita netta di €1,35 miliardi; ma si è mossa particolarmente bene, con una prestazione che le ha consentito di reagire all’uscita dalla Russia, a causa di quell’invasione dell’Ucraina che ha dato il via ad un vero e proprio esodo dai confini della Federazione.

In pratica il gruppo diretto dal luglio 2020 da Luca de Meo è riuscito a ridurre al minimo quegli effetti e quelli della carenza di chip nella propria catena di approvvigionamento. Lo ha fatto aumentando anche i prezzi della propria gamma, nel cui elenco alcuni lanci incluso di modelli elettrici o comunque con la presa hanno suscitato appetito del pubblico per il marchio della losanga (e per Dacia per altri motivi, sempre legati comunque ai listini). A questo oggi la borsa ha reagito positivamente, molto positivamente se si ripensa alla perdita a bilancio.

Insomma ci sono più di un motivo per pensare che quella Renaulution voluta dal manager italiano stia cominciando a dare i suoi frutti, e viene da chiedersi cosa sarebbe successo senza quel piano, che così tanto punta sulla transizione e anzi pure sulla accelerazione della ristrutturazione del gruppo.

Come già avvenuto nel gruppo rivale Ford (diviso in tre da marzo) anche de Meo vuole arrivare ad una partizione della divisione green e di quella convenzionale, come se fossero una new company ed una bad company di altri settori.

Ormai de Meo ha messo anche l’alleata Nissan di fronte a questo percorso e in occasione di una intervista su Bloomberg TV ha precisato che quella, che i giapponesi siano subito d’accordo o meno nel seguirlo, sarà la strada.

Intanto i francesi hanno presentato ricavi semestrali stabili (+0,3%) anche in mezzo a crisi di ogni genere, a quota €21,1 miliardi, malgrado le vendite del gruppo, esclusa la Russia, siano calate del 12%.

Questo primo semestre 2022 ha anche consentito a Renault di mostrare un margine operativo del 4,7% (da confrontare con un magro 2,1% dello stesso periodo un anno fa): forse proprio questo per qualche ora ha scatenato perfino euforia in borsa (fino al +7%).

Per l’intero anno in corso i manager francesi modificano inoltre la previsione verso un 5% tondo tondo. Questo sarà in linea con gli obiettivi a lungo termine del business plan di de Meo e collaboratori, che sarà aggiornato in autunno durante un nuovo Capital Markets Day.

Una conferma della capacità del gruppo di trovare redditività in ogni segmento e modello anche in mezzo alle più impreviste e improvvise tempeste, inclusa quella delle materie prime che ha pesato sui conti per €797 milioni.

L’utile netto semestrale è stato di €657 milioni con una forte generazione di free cash flow, che accanto ai lanci di Megane E-Tech ed Arkana, e con Dacia Sandero ancora modello leader continentale hanno portato il portafoglio ordini francese al livello record di 4,1 mesi.

Pertanto ci sono tutti i presupposti per continuare a investire nei programmi sui modelli elettrici che diventeranno nel 2035 lo standard del primo mercato del gruppo, l’Europa. Oggi intanto elettriche ed ibride Renault & C. costituiscono già il 36% delle immatricolazioni di gruppo nel primo semestre 2022, da confrontare con la quota del 26% che afferiva a questo settore nei primi sei mesi del 2021.

Credito foto di apertura: ufficio stampa Renault Italia