BATTERIE

Britishvolt è il partner delle batterie di Aston Martin

La casa di Gaydon prepara la filiera accordandosi per il “cuore” dei modelli elettrici che usciranno dal 2025 con la startup inglese delle celle sostenibili; probabilmente le sue auto a zero emissioni saranno più british delle attuali…

Aston Martin è la seconda marca inglese, dopo Lotus, a trovare un accordo con il produttore di batterie Britishvolt, per una collaborazione che servirà a collocare celle ad alte prestazioni nei modelli elettrici (ça va sans dire) di fascia alta che la casa prevede di produrre a partire dal 2025. I termini finanziari e l’entità della capacità da consegnare alla casa auto non sono stati rivelati.

Britishvolt sembra così ben avviata a coprire due nicchie di mercato potenzialmente molto redditizie come quella delle auto sportive con Lotus, e ora quella luxury con Aston Martin. Peraltro la casa controllata dal canadese Lawrence Stroll e che ha in Mercedes-Benz un azionista importante, segnala che l’accordo di programma punta a realizzare nuovi standard di prestazioni dalle celle ad alto contenuto di nichel Britishvolt: risultati ripetibili anche nelle condizioni stressanti delle piste, brevi tempi di ricarica e ampia autonomia.

Aston Martin appare di fatto interessata e disponibile, sebbene questo non sia espresso nella nota ufficiale, a sviluppare ed acquistare da Britishvolt celle cilindriche (a cui si richiama la foto di apertura), moduli e pacchi batterie ad alte prestazioni, oltre che a sensori, cablaggi e software necessari per farle funzionare, con caratteristiche che da case auto generaliste sarebbero considerate inavvicinabili, per i costi che comportano.

Non così per la casa di Gaydon, prestigiosa ma dalla travagliata storia industriale, se si considera la sua tipica clientela di riferimento, anche se appare che a breve e medio termine dovrà fare a meno della fetta di affezionati clienti che hanno fatto fortuna nella Federazione Russa.

Alla selezionata clientela globale, Aston Martin ha previsto di offrire nella propria gamma la nuova Valhalla nel 2024 anche in versione ibrida plug-in, nonché di lanciare le prime elettriche pure, ancora senza nome, nel 2025 e 2026. Proprio a questi modelli sarà destinato il risultato della collaborazione con la startup delle batterie che sta realizzando una Gigafactory sulla costa del Mare del Nord, nel Northumberland.

Questo accordo di programma fresco di inchiostro appare differenziare la futura produzione elettrica di modelli di lusso degli inglesi rispetto a quella Mercedes-Benz, che come partner nelle batterie ha CATL, ACC e Farasis. Ma il gruppo tedesco, che già oggi è un essenziale partner di Gaydon nel fornire componenti e powertrain dei modelli spinti da motori termici resterà un partner essenziale alla futura gamma Aston Martin: ci si può immaginare che la collaborazione continui, specialmente nei powertrain elettrici.

Anche perché i motori a flusso assiale dei modelli elettrici più performanti della stella a tre punte saranno equipaggiati da esemplari sviluppati dall’inglese YASA, acquistata nel 2021 da Stoccarda, e avrebbe un solido contributo di immagine che il fiore all’occhiello della tecnologia auto british avesse sia motori elettrici sia le batterie sviluppati nel Regno Unito, ovvero molto più di quanto non ci sia di inglese nel “cuore” dei modelli convenzionali, V12 esclusi…

L’amministratore delegato (tedesco) di Aston Martin Tobias Moers non ha parlato di YASA ma ha dichiarato nella nota: “lavorando insieme a Britishvolt, credo che possiamo creare nuove tecnologie per alimentare auto elettriche Aston Martin che siano punti di riferimento all’altezza della nostra reputazione per le alte prestazioni e il loro ultra-luxury insieme ai più alti standard di sostenibilità”.

L’amministratore delegato e co-fondatore di Britishvolt Orral Nadjari ha tra l’altro commentato: “siamo entusiasti sulle prospettive di una Aston Martin al 100% elettrica spinta dalle celle Britishvolt a basso tenore di carboni e sostenibili. Collaborazioni di questo genere sono le sole strade verso una transizione energetica di successo”.

Credito foto di apertura: ufficio stampa Britishvolt