BATTERIE

Per la consegna di celle 4680, Elon Musk conterà soprattutto su Panasonic?

I giapponesi, dopo aver fatto un affarone investendo in Tesla e rivendendone le azioni al momento giusto, reinvestiranno il guadagno: per dominare ancora nelle celle di qualità ed essere indispensabili a… Tesla

Vendere, guadagnare e re-investire. È la ricetta virtuosa di Panasonic Corp. col suo fruttuoso investimento nel capitale Tesla, una scommessa effettuata nel lontano 2010 con 1,4 milioni di azioni che allora le costarono $30 milioni e, secondo quanto riportato per primo dal quotidiano finanziario Nikkei, ha fruttato alla società circa 400 miliardi di yen, ovvero $3,61 miliardi.

Il fatto che i giapponesi abbiano venduto, è più una necessità di diversificare che un segnale di allentamento dei legami con la società di Elon Musk. I rapporti tra i due partner hanno già avuto in passato fasi di alti e bassi e da molto tempo la fornitura di celle a Tesla non è più un’esclusiva Panasonic.

Come noto nell’attuale gamma da tempo si trovano celle della coreana LG Energy Solution, nonché celle più economiche LFP, una alternativa che la cinese CATL è riuscita a convincere di montare sulle Model 3 costruite a Shanghai, alcune delle quali importate in Occidente.

I giapponesi, anche attingendo agli utili della vendita delle azioni Tesla, hanno finito di acquisire una quota di controllo dell’americana Blue Yonder, società del software basato sull’intelligenza artificiale e specializzata nella supply chain, al prezzo di $7 miliardi. Ma una parte consistente dei progetti del nuovo amministratore delegato Yuki Kusumi, secondo un resoconto pubblicato dall’agenzia Bloomberg, vedrà mosse ed investimenti finalizzati a vendere più celle… a Tesla.

Kusumi sostiene che alcune delle tensioni che si sono prodotte nel passato con Musk ed i suoi siano state determinate da problemi di produttività della fornitura giapponese. Pertanto l’idea del leader Panasonic è di elevarla e di automatizzare ulteriormente processi e attività abbassando anche i costi, un obiettivo che dovrà sostanziarsi nella linea delle nuove celle di grande formato 4680, che Tesla ha presentato durante il celebre Battery Day.

Kusumi è intenzionato a investire decine di milioni per arrivare con successo a realizzare una produzione consistente di nuove celle, che per le loro caratteristiche innovative rappresentano una sfida alla manifattura. Tesla stessa, a cui Musk intende far produrre questo nuovo tipo di cella tabless autonomamente, ha già dovuto mordere il freno quanto a ritmi di uscita del prodotto così atteso.

Nonostante un impianto pilota sia in funzione a Fremont, quote sostanziali di questa cella cilindrica di grande formato sono ancora di là da venire anche per l’ambiziosa casa californiana, che anzi sta mettendo in secondo piano i progetti relativi al veicolo commerciale Semi, la cui esistenza e competitività commerciale sarà possibile solo grazie alle nuove celle 4680.

Col risultato imprevisto che uno dei pochi manager Tesla di lungo corso che erano rimasti in California, il marsigliese Jerome Guillen, si è defilato uscendo dall’organico una volta che il progetto di cui era a capo è apparso (se non pericolante) quanto meno destinato allo stand-by.

Con la produzione di celle 4680 Tesla che ancora “batte in testa”, sarebbe un assoluto motivo di prestigio per Panasonic poter arrivare a precedere gli americani (nonché i rivali coreani di LG Energy Solution) nell’avviare una linea di prodotto così innovativo da conferire ai giapponesi lo scettro di azienda delle batterie al top nella qualità.

Credito foto di apertura: ufficio stampa Panasonic Corp.