AUTO

Polestar O2: «concept» sostenibile e col drone integrato

La casa svedese a Precept fa seguire un’altra concept car basata sullo stesso linguaggio formale di design, ma che nella sostanza cerca tecnologia e sostenibilità, a cominciare dall’alluminio che ne è lo scheletro

Continua a dimostrare grande vivacità Polestar: la marca nata sportivissima che ha sterzato in piena corsa per dedicarsi all’auto con la presa, ora dimostra anche originalità presentando un concept, Polestar O2, che non si aggrappa alla relativa sicurezza del segmento di SUV o crossover. Si tratta di un cabriolet: quasi una bizzarria nel mercato delle elettriche.

Invece Polestar va controcorrente con questo hard-top 2+2 in un mercato inesistente o quasi. Gli obiettivi li spiega il capo del design Maximilian Missoni: “rappresenta la nostra idea di auto sportiva del futuro. Unendo la libertà di guidare con il vento tra i capelli alla purezza della mobilità elettrica si potranno vivere emozioni mai provate prima a bordo di un’auto. Come per tutti i nostri modelli, però, non ci concentriamo soltanto sugli sprint nei rettilinei: è quando si comincia a usare il volante che inizia il vero divertimento“.

In effetti, come già indicato poche settimane fa nello svelare alcuni segreti della manifattura destinata alla prossima Polestar 5, anche per il concept c’è dietro disponibile una tecnologia “quasi da corsa” degli esperti britannici della casa, per puntare a progressi sostanziali nel contenere il peso senza sacrificare nulla in rigidezza e quindi prestazioni ma anzi migliorandole.

Massimo controllo, elevata rigidità e dinamica intuitiva derivano dalla piattaforma in alluminio incollato realizzata su misura, come nel caso del prossimo modello in uscita. Elevato smorzamento del rollio e sterzata agile e diretta con incremento della coppia sterzante sarebbe quello che scopriremmo se potessimo guidare la Polestar O2, promette la casa.

Il design del concept come sarà per quello di Polestar 5 è ispirato a un altro prototipo: Precept, che avrebbe dovuto essere una star del Salone Auto di Ginevra 2020 annullato a poche ore dall’apertura per la prima fiammata della pandemia.

La carrozzeria evidenzia linee ribassate e decise e un profilo compatto con sbalzi minimi e passo lungo. L’aerodinamica, si legge tra l’altro nella nota ufficiale, è progettata per aumentare l’autonomia grazie ad alcuni accorgimenti di design che celano le prese d’aria integrate per migliorare il flusso d’aria sopra le ruote e ai lati della carrozzeria, mentre le luci posteriori deviano il flusso d’aria per ridurre la turbolenza nella parte posteriore del veicolo.

Peccato che di questo concept la casa tenga stretti tutti i numeri della scheda tecnica, rinviati forse a un modello di produzione. Il nome Polestar O2 indica anche la chiara direzione della sostenibilità che informa ogni aspetto del progetto dal design alla realizzazione, incluso materiali riciclati come richiede l’economia circolare.

Gli interni sono realizzati in gran parte con un nuovo mono-materiale termoplastico; questo significa che per realizzare vari componenti si è partiti da un unico materiale di base. Inoltre ogni pezzo di alluminio del concept è chiaramente indicato come qualità e provenienza, per facilitare il riciclo, così come tessuti o plastiche e schiume isolanti.

Ma non ci si limita alla sostanza: un veicolo che è appunto un concept consente concessioni alle istanze dell’apparire. Così sulla Polestar O2 si fa notare un drone integrato dietro ai sedili posteriori realizzato dalla divisione Hoco Flow di Aerofugia, filiale Geely nata dall’investimento nella startup dei velivoli elettrici Terrafugia. Come dice la casa svedese, vuole unire simbolicamente innovazione e divertimento, probabilmente a cominciare dai social media

Il drone della Polestar O2 si muove in modo autonomo, seguendo l’auto fino a una velocità di 90 km/h; una volta terminate le riprese è in grado di tornare da solo all’auto (credito foto: ufficio stampa Polestar)
Credito foto di apertura: ufficio stampa Polestar