La tecnologia telaistica fa bene all’elettrica Polestar 5
Ci sono le mani e i cervelli di oltre 280 tecnici del centro ricerca e sviluppo nel Regno Unito, dietro al nuovo telaio in alluminio incollato della futura ammiraglia scandinava
Non si può proprio dire che Polestar lo avesse tenuto nascosto, anzi: da settembre dello scorso anno infatti è noto che dispone di sue strutture ed organico presso il MIRA Technology Park, un centro di test e sviluppo nato a fianco di una celebre pista di prova nelle Midlands.
Non lontano sorgono città che sono sinonimo di auto nel Regno Unito: come Coventry. La casa automobilistica svedese specializzata in auto elettriche ad alte prestazioni del segmento premium adesso chiarisce a cosa le serve quella testa di ponte tecnologica.
Oggi la marca del gruppo Geely infatti ha confermato che la sua nuova Polestar 5, una Gran Turismo 4 porte elettrica ad alte prestazioni presto in arrivo, sarà dotata di una nuova piattaforma che punta sulla tecnologia dell’alluminio incollato.
Se alluminio incollato vi dice qualcosa, è segno che non siete all’oscuro di cosa ci sia sotto la carrozzeria nelle auto da competizione o sportive. Oltre alla letteratura tecnica di settore, anche sul web adesso è facile trovare approfondimenti dedicati a questo materiale leggero ma rigido e capace di offrire vantaggi considerevoli dal punto di vista delle prestazioni: ad esempio è stato sfruttato a fondo da sportive come la Lotus Elise e su altri modelli della casa inglese, che appartiene allo stesso gruppo di Polestar.
Per un modello elettrico al 100% provvisto di un pacco batterie di capacità e peso rilevante, compensare questo aspetto con la leggerezza del telaio è un vantaggio considerevole. Ma finora la tecnologia aveva dimostrato di essere anche molto onerosa in termini di manodopera necessaria per utilizzarla e difficile da inserire nella manifattura dei veicoli prodotti su larga scala senza compromettere la qualità.
Proprio per questo, possiamo ben dire, Polestar si è rivolta a un gruppo di 280 ingegneri, tecnici ed operai specializzati che erano già stati impegnati nella progettazione di auto sportive prodotte in piccola serie o magari perfino in Formula 1.
A tecnologia e competenze della Motorsport Valley britannica, gli svedesi hanno quindi attinto per introdurre sulla prossima Polestar 5 un processo di produzione nuovo e più veloce che consentirà di costruire la carrozzeria e il pianale in contemporanea.
Grazie all’utilizzo di processi e tecniche dedicati, la casa prevede che il BIW, ovvero il body-in-white cioè la combinazione carrozzeria-pianale, peserà meno di quelli di auto dei segmenti più piccoli, contribuendo così a migliorare l’efficienza del veicolo, l’autonomia elettrica in condizioni reali ed il dinamismo di marcia, ma senza sacrificare la sicurezza. La nuova piattaforma in alluminio incollato contribuirà anche a velocizzare il lancio del prodotto e a favorire un alto livello di qualità e rigidità.
“Il nostro team ricerca e sviluppo britannico è una delle più grandi risorse di Polestar”, ha commentato nella nota stampa Thomas Ingenlath, amministratore delegato Polestar. “Combinando competenze in campo ingegneristico e tecnologico, questo reparto ci consente di sviluppare una tecnologia all’avanguardia per auto sportive leggere, con una mentalità creativa e uno spirito che incarna l’ingegneria innovativa. Con questi presupposti, Polestar riuscirà a distinguersi negli anni a venire”.
Grazie all’affinamento di questa tecnologia per la prima piattaforma prodotta internamente da Polestar, la Polestar 5 sarà progettata con una rigidità torsionale superiore a quella di una tradizionale auto sportiva o ad una supercar a due posti secchi. La decisione di sviluppare una piattaforma su misura, ha permesso inoltre alla casa scandinava di proporre un modello di produzione fedele alla concept car Precept che l’ha ispirata.
“Sapevamo di volere un’auto leggera, di alta qualità e che fosse disponibile in tempi brevi”, ha affermato Pete Allen, responsabile del reparto ricerca e sviluppo britannico di Polestar. “Questa architettura offre caratteristiche eccellenti a livello di dinamica e di sicurezza, con una tecnologia a basso investimento applicabile a volumi di produzione elevati”.
Lo sviluppo della 5, l’ammiraglia Polestar la cui uscita sarà preceduta dai SUV 3 e 4 in uscita quest’anno ed il prossimo, procede a ritmo sostenuto, con grandi sforzi messi in campo a livello globale sotto la guida del reparto ricerca e sviluppi presso il MIRA, che attualmente vive una fase di ampliamento. Quest’ultimo dovrebbe infatti arrivare a contare circa 500 tecnici nei mesi futuri.