BUSINESS

7 giorni di business che cambia la mobilità: 21 – 27 febbraio 2022

I protagonisti della settimana: Atlatec, Bosch, Jidu, Nikola Corporation, Northvolt, Ola Electric, Porsche AG, Virgin Hyperloop, Volkswagen, ZF

21 febbraio: non tutti i progetti sulla mobilità innovativa finiscono bene. Non una sorpresa, considerato che molti emergono da startup, che nella maggior parte dei casi hanno vita breve. Qualche volta non basta nemmeno che un progetto sia appoggiato da un gruppo dalle spalle larghe: lo ricorda la marcia indietro di Virgin Hyperloop che, partita con un progetto molto ambizioso per il trasporto passeggeri che sembrava voler rendere obsoleti i trasporti ferroviari ad alta velocità, ha invece annunciato un cambio radicale di business plan: le gallerie sotterranee ed i mezzi di trasporto “sottovuoto” dell’azienda non sposteranno più persone, ma merci. L’effetto più immediato di questa decisione riguarda l’organico dell’azienda: così ben 111 tecnici e scienziati perderanno il lavoro. Non è il primo caso di ridimensionamento di piani di società al lavoro su tunnel per il trasporto passeggeri, che hanno riguardato in precedenza anche la Boring Company sostenuta da Elon Musk.

22 febbraio: la giovane joint venture cinese Jidu si rivolge a un grande gruppo della fornitura tedesco come ZF per assicurarsi un telaio smart per i propri veicoli. Mentre in Cina si usa l’equivalente locale della terminologia smart per infotainment così come per i sistemi di assistenza alla guida, più o meno avanzati, questo da tempo si è trasferito anche alla dinamica del veicolo. In particolare a quella parte della telaistica, ad esempio dove agiscono le sospensioni, che è controllata da segnali digitali per prevenire e adattare un assetto, piuttosto che reagire all’ultimo momento a input meccanici, come fa un ammortizzatore al momento di superare una buca o un tratto di asfalto accidentato. Jidu è nata a primavera 2021 dalla collaborazione a metà strada tra automotive e internet rappresentata da Geely e Baidu. I veicoli prodotti dai partner nasceranno sulla piattaforma SEA sviluppata da Geely per i veicoli elettrici al 100%.

24 febbraio: appena due giorni dopo la prima conferma ufficiale della messa a punto di un piano per portare in borsa Porsche, il gioiello della corona del gruppo Volkswagen, nelle ore di fibrillazione dei mercati finanziari scatenate dall’invasione dell’Ucraina il management di Wolfsburg si è sentito in dovere di offrire ulteriori dettagli sull’IPO progettato per il Cavallino Rampante di Stoccarda. Precisando che la decisione finale al riguardo arriverà probabilmente in estate, si specifica che in caso l’offerta pubblica iniziale dovesse procedere, il capitale sociale della marca auto dovrebbe essere suddiviso in azioni privilegiate per il 50% e in titoli ordinari per il restante 50%. Fino al 25% delle azioni privilegiate sarebbero collocate sul mercato. La società controllata dalle famiglie discendenti dal fondatore (Porsche Automobil Holding SE) acquisirebbe il 25% più un’azione delle azioni ordinarie di Porsche AG da Volkswagen al prezzo di collocamento delle azioni privilegiate, più un premio del 7,5%. Le azioni ordinarie non sarebbero quotate. Volkswagen continuerà a detenere una quota di maggioranza, includendo Porsche AG (che secondo la società di consulenza Bloomberg Intelligence potrebbe essere valutata €85 miliardi) nei suoi rendiconti finanziari a titolo di consolidamento, e anche la cooperazione industriale in corso tra Wolksburg e Stoccarda continuerà dopo l’IPO.

24 febbraio: i piani di Ola Electric non si fermano alla più grande fabbrica di scooter elettrici del mondo. Il gruppo indiano, sostenuto anche dai finanziamenti della giapponese Softbank, secondo l’agenzia Reuters ha ormai delineato i suoi piani per costruire nel sub-continente anche una Gigafactory di batterie da 50 GWh. Ola avrà in effetti bisogno di 40 Gwh di capacità annua di celle per raggiungere il suo obiettivo annuale di produrre 10 milioni di scooter elettrici. La fase iniziale del progetto prevederebbe di creare il primo GWh di capacità della batteria entro il 2023 per espanderlo a 20 GWh nei prossimi 3-4 anni, attribuendo a questa parte del piano la necessità di un investimento fino a $1 miliardo. Ola attualmente importa le celle necessarie alle batterie dei propri scooter elettrici dalla Corea del Sud e da Taiwan, e prevede anche di investire in ricerca e sviluppo su celle e batterie in India, in questo probabilmente facilitata dal cospicuo numero di scienziati ed esperti di batterie di origine indiana che attualmente sono sparsi in poli accademici di prim’ordine, dal Regno Unito agli Stati Uniti.

24 febbraio: Tesla prevede di espandere la produzione di parti nella sua fabbrica che sorge nella zona franca di Lingang presso Shanghai, per soddisfare la crescente domanda di esportazioni di auto elettriche, riferisce l’agenzia Reuters, citando la documentazione obbligatoria che Tesla ha recentemente depositato presso le istituzioni cittadine. La casa di Elon Musk aggiungerà linee di produzione, aumenterà il suo organico locale, allungando inoltre il tempo di utilizzo delle attrezzature di fabbrica, si legge nel documento. Si dice che le cifre esatte siano state cancellate dal documento, che è stato depositato martedì. Il documento suggerisce che Tesla sta spingendo per una maggiore produzione della sua Giga Shanghai per soddisfare la crescente domanda di Model 3 e Model Y, anche di fronte ai ritardi del polo produttivo tedesco. Secondo la China Association of Automobile Manufacturers, la produzione di veicoli della Giga Shanghai lo scorso anno è stata di 485.835 unità, superando la capacità annuale originariamente prevista per la struttura che era di 450.000 unità. Più di 163.000 veicoli fabbricati a Shanghai lo scorso anno hanno in effetti preso la via dei mercati esteri, in Europa ed Asia. Secondo voci di stampa con l’ampliamento la capacità prevista arriverebbe vicino al milione di esemplari l’anno.

24 febbraio: un po’ di respiro per Nikola Corporation dalla presentazione di una trimestrale meno negativa del previsto. La società americana dei camion elettrici e ad idrogeno, che ha appena nominato suo presidente il tedesco Michael Lohschaller (ex-Opel e rimasto poi molto poco al vertice della vietnamita Vinfast), ha avuto perdite inferiori alle attese nell’ultimo trimestre del 2021: $0,23 per azione contro una previsione media degli analisti di Wall Street di $0,32 ad azione. Nikola ha confermato di aspettarsi di generare ricavi compresi tra $90 e $150 milioni, grazie a consegne di veicoli commerciali comprese tra i 300 ed i 500 esemplari di Tre in versione BEV equipaggiati di pacchi batterie realizzati dall’azienda specialista degli autobus elettrici Proterra. L’amministratore delegato Mark Russell ha detto che la produzione del Nikola Tre in Arizona dovrebbe partire il 21 marzo. Finora (grazie anche alla collaborazione del partner e azionista IVECO) la casa americana ha costruito 30 prototipi del suo Tre che ha consegnato a un selezionato gruppo di clienti. Ha anche consegnato per i test i primi camion fuel cell al colosso della birra Anheuser-Busch.

24 febbraio: Atlatec è uno dei principali fornitori globali di mappe 3D necessarie alle aziende che lavorano all’applicazione di sistemi di guida ad elevata automazione di Livello SAE 3 e 4, e ora il gruppo Bosch ha deciso di acquisirla, per portarsi in casa uno dei mattoni essenziali all’edificio della guida autonoma. Secondo il gruppo con sede in Svevia, le mappe digitali ad alta risoluzione sono uno strato aggiuntivo indispensabile alla sicurezza ed efficienza della guida autonoma. La società acquisita, con sede a Karlsruhe dove è nata come spin-off del Karlsruhe Institute of Technology nel 2014, entrerà a far parte della divisione Bosch Cross-Domain Computing Solutions, ma continuerà ad operare con autonomia col suo organico di 25 persone. Bosch sottolinea il grado di integrazione verticale raggiunto dai propri sistemi di guida autonoma avanzata, che ora con l’integrazione di Atlatec offrono tutti gli aspetti della guida digitale: dagli attuatori e sensori al software ed alle mappe arricchite dal contributo di programmazione basata sull’intelligenza artificiale.

25 febbraio: Northvolt e Stora Enso annunciano che intendono acquistare una cartiera dismessa a Borlänge, in Svezia, per trasformare il sito in un polo produttivo in grado di produrre materiali catodici necessari alle Gigafactory di batterie per coprire fino a 100 GWh di capacità l’anno, ovvero le fabbriche che il produttore scandinavo sta realizzando tra Svezia e Polonia, sia in autonomia che con partner a lungo termine come Volvo Cars. L’impianto ha un piano di realizzazione che include l’inizio della produzione nel 2024 e, sulla scia di quanto avverrà ad altre fabbriche come Northvolt Ett e Göteborg, attingerà alla capacità scandinava di produzione di energia proveniente da rinnovabili per la sua intera attività. Secondo la nota dei partner, sarà in grado di aumentare la capacità europea di materiali catodici del 75% entro metà decade.

Credito foto di apertura: ufficio stampa Nikola Corp.