IDROGENO

Brusca e inattesa marcia indietro Genesis sull’idrogeno?

I prossimi otto modelli elettrificati della marca premium del gruppo Hyundai potrebbero perdere definitivamente una quota di fuel cell: la terza generazione sarebbe in ritardo sul taglio dei costi

Sembra proprio che saranno destinate a restare così come le vedete nella foto di apertura, le silhouette dei modelli fuel cell previsti per Genesis: fantasmi, zombie destinati a sparire all’arrivo della luce del sole. Per la marca premium del gruppo Hyundai, che ha deciso di vendere solo veicoli elettrici e a celle a combustibile a partire dal 2030 nonché di raggiungere la neutralità del carbonio entro il 2035, era stata stesa una strategia al riguardo appena lo scorso settembre.

Ma quella strategia, battezzata Futuring Genesis sembra destinata ad essere cancellata.

Per diventare un vero marchio di lusso globale, Chung Euisun, presidente del gruppo automobilistico coreano, aveva indicato che ogni nuovo veicolo Genesis sarebbe stato alimentato da batterie di trazione o da celle a combustibile dal 2025 e che l’azienda avrebbe costruito appunto una gamma elettrificata composta da otto modelli con un obiettivo di vendita di 400.000 auto all’anno e una forte quota di veicoli a idrogeno.

Questa settimana il quotidiano coreano Chosun ha affermato che Hyundai Motor Group ha interrotto il progetto di modelli a idrogeno Genesis. I vertici sarebbero arrivati alla conclusione che il progresso delle celle a combustibile di terza generazione sia molto lontano dall’obiettivo originale in grado di giustificare la commercializzazione di un elevato numero di pezzi così equipaggiati nella gamma.

Hyundai starebbe quindi anche per ridurre il ruolo della divisione fuel cell all’interno della riorganizzazione partita a fine di novembre. Questo include il riassetto del centro ricerca e sviluppo Namyang che in Corea del Sud ha un organico di circa 12.000 ricercatori e scienzati.

Presso questo centro esperienze sarebbe già stata presa la decisione di fermare la ricerca sui motori endotermici, spostando l’attenzione e gli obiettivi su settori collegati all’elettrificazione, come le materie prime per le batterie, o altri che non perderanno di attualità, come i semi-conduttori.

Nel suo centro esperienze peraltro Hyundai sembra continuerà a sviluppare la tecnologia degli stack fuel cell, se non altro perché questi saranno destinati anche a veicoli commerciali, per i quali i parametri sono differenti rispetto a quelli passeggeri.

Gruppo Hyundai e governo sudcoreano avevano fissato l’obiettivo di una produzione annua di 130.000 auto a idrogeno entro il 2025 e di 80.000 auto a idrogeno da vendere rispettivamente entro il 2022, al fine di realizzare una società a idrogeno entro il 2040.

Ora non è facile inquadrare questo obiettivo alla luce della rinuncia a questa tecnologia sulle Genesis e considerando che gli ultimi dati di vendite domestici disponibili indicavano a novembre vendite cumulate di auto a idrogeno per circa 20.000 unità.

La terza generazione di pile a combustibile il cui esordio era previsto nel 2023, rispetto all’attuale montata nel SUV medio Nexo, ha un volume ridotto del 30% e la potenza e la durata sono state aumentate di 2-3 volte. Ma l’obiettivo più importante della tecnologia della terza generazione fuel cell coreana era di tagliare i costi di produzione. Hyundai Motor Group puntava a ridurre il prezzo delle celle a combustibile per veicoli, attualmente stimato in circa 30 milioni di won (circa €22.285), di oltre il 50% entro il 2025.

Hyundai avrebbe scoperto che questo obiettivo non sia realistico, e una volta che i risultati dell’audit sono stati comunicati al presidente Chung Eui-sun, questi avrebbe deciso di interrompere il programma quadriennale di sviluppo dei modelli Genesis ad idrogeno. La misura esulerebbe da considerazioni sullo sfondo di supporto necessario alla tecnologia dell’idrogeno: proprio la Corea del Sud ha una infrastruttura tra le migliori al mondo.

Anche con questo primato globale o quasi, peraltro la crescita dell’infrastruttura appare in ritardo rispetto ai piani di industria e governo: l’obiettivo per il 2022 era mettere in azione 310 stazioni di ricarica per l’idrogeno, ma con le attuali 117 stazioni di rifornimento il traguardo non sembra facile da raggiungere.

E anche i prezzi della materia prima non sono al livello sperato: in Corea il prezzo unitario di un chilo di idrogeno è di 8.430 won ($ 7,09) e secondo i piani nel 2022 avrebbe dovuto raggiungere i 6.000 won ($5,05) ovvero diminuire del 28%. Il tutto senza nemmeno entrare nella controversia dell’origine dell’idrogeno, visto che per l’esecutivo del paese asiatico la tecnologia relativa all’idrogeno verde con meno impatto ambientale non è ancora abbastanza matura.

Credito foto di apertura: ufficio stampa Genesis