BMW punta sul litio che non lascia impronta
Il BMW Group investe in un metodo innovativo per l’estrazione del litio più efficiente e sostenibile, preparandosi ad alleggerire ulteriormente l’impronta di emissioni da record cui guarda per la futura Neue Klasse
Il modo in cui i grandi gruppi globali della manifattura, dall’automotive alla chimica, si preparano a mantenere le promesse di catene di produzione carbon-free per la dedizione e l’accuratezza della pianificazione necessaria a un osservatore casuale potrebbero ricordare l’impegno richiesto a un atleta olimpico.
E in effetti a un quadriennio olimpico, quando non un lustro o più è il tempo richiesto per guardare in anticipo a business plan che non rischino di restare zoppi in dirittura d’arrivo. Una lezione che sta offrendo la carenza di chip attuale e che le case auto non vogliono ripetere, ad esempio, nell’assicurarsi materie prime essenziali alle auto a zero emissioni. A cominciare dal litio.
Così non meraviglia scoprire che il gruppo BMW investirà in un processo innovativo sviluppato dalla startup statunitense Lilac Solutions per supportare soluzioni più efficienti per produrre la materia prima essenziale alle celle dei veicoli elettrici, ha affermato oggi il gruppo di Monaco di Baviera in una nota stampa.
Lilac rientra in un novero crescente di sviluppatori di tecnologie che cercano di estrarre il litio dalle salamoie in modo più rapido, economico e con meno impiego di acqua rispetto agli stagni di evaporazione, che sono stati a lungo lo standard del settore.
BMW Group sta intensificando la sua espansione dell’elettromobilità e rilascerà circa dieci milioni di veicoli completamente elettrici sulle strade nei prossimi dieci anni. Entro il 2030, si prevede che almeno la metà delle vendite globali del BMW Group proverrà da veicoli completamente elettrici.
Non solo: per la prima piattaforma al 100% elettrica che uscirà nel 2025 e battezzata Neue Klasse, la casa tedesca intende stabilire primati se non olimpici nella sostenibilità dei processi e della produzione. Per questo sta passando al setaccio la filiera della fornitura e delle materie prime e questo comporta anche per BMW la necessità di accedere al fondamentale litio nella maniera più corretta possibile.
BMW, che già acquista litio dalla cinese Ganfeng Lithium e da altri produttori tradizionali di litio, ha affermato che vede la tecnologia di Lilac come un modo per aumentare la produzione globale del metallo bianco man mano che la domanda cresce dal mercato dei veicoli elettrici e con un’impronta meno opprimente per il pianeta di quanto non siano in grado di offrire fornitori alternativi.
“Le tecnologie innovative forniscono un accesso migliore, più sostenibile e più efficiente alle materie prime. Investendo nelle startup, stiamo accelerando lo sviluppo di nuove tecnologie, stimolando la concorrenza e fornendo impulso che renderà più facile l’accesso al mercato per le giovani aziende”, ha affermato nella nota Wolfgang Obermaier, che nel gruppo BMW ha le deleghe tra l’altro per la filiera delle materie prime. “Investendo in Lilac Solutions, supportiamo il progresso tecnologico nel campo dell’estrazione del litio, con particolare attenzione a metodi responsabili e sostenibili”.
La casa automobilistica sta partecipando al round di finanziamento della serie B di Lilac insieme a SK Materials (dello stesso gruppo del produttore coreano di batterie SK On), il braccio di investimento Sumitomo Presidio Ventures e altri minori.
BMW non ha voluto discutere l’importo dell’investimento, sebbene il totale di tutti gli investitori annunciato oggi risulti inferiore a $20 milioni, secondo i documenti ufficiali. Il fondo di investimento T. Rowe Price e altri partner facevano parte di un primo round di finanziamento Serie B da $130 milioni annunciato il mese scorso.
Lilac prevede di utilizzare i fondi rastrellati nelle ultime settimane per costruire un sito di produzione negli Stati Uniti. La startup californiana ha sviluppato e brevettato una tecnologia di scambio ionico che migliorerà significativamente l’efficienza, i costi e la sostenibilità estraendo il litio da depositi naturali di acqua salata. La società a setttembre ha accettato di utilizzare la sua tecnologia per sviluppare un progetto in Argentina con la società Lake Resources.
“Lilac si è concentrata sul dimostrare che la nostra tecnologia è affidabile e scalabile. E questo ha risuonato tra i membri della catena di approvvigionamento”, ha affermato Dave Snydacker, CEO di Lilac. Il panorama delle startup rivali di Lilac che puntano a ricavare litio senza presentare conti elevati di sostenibilità specie in termini di utilizzo di acqua consumata si sta ampliando.
Lo scenario include nomi come EnergySource Minerals, Standard Lithium, E3 Metals e in Germania Vulcan Energy Resources, che intende sviluppare un metodo di estrazione del metallo da siti geotermici nell’Alta Valle del Reno ed ha appena trovato casa al suo impianto-pilota nell’Industriepark Höchst, alla periferia di Francoforte.