OPINIONI

Mini anche per le elettriche sarà il massimo

La contrazione dell’offerta nel segmento A potrebbe essere un fenomeno solo temporaneo: i segnali che arrivano da Oriente fanno pensare a una futura ondata di kei-car globali

Nei paesi europei le recenti classifiche di vendita di auto elettriche sono farcite di modelli di citycar: sono la nuova Fiat 500 elettrica, Smart Fortwo, Renault Twingo, in Germania anche Volkswagen E-Up!, a contendersi le migliori posizioni con l’inossidabile Tesla Model 3.

Non è un aspetto di dettaglio, in una fase in cui le piccole convenzionali stanno diventando una rarità: negli ultimi mesi solo Toyota con Aygo ha rilanciato una nuova generazione, mentre altri modelli una volta arrivati a fine carriera non saranno sostituiti. Troppo complicato, secondo le loro case, riuscire a coniugare sostenibilità e conto economico nel segmento A.

Le difficoltà di questa fascia di prodotto dell’auto convenzionale stanno sollevando dubbi anche sul futuro di uno dei suoi fenomeni più particolari: quello tutto giapponese delle kei car, miniaturizzate ed alla portata di tutti grazie ai loro motori fino a 660 centimetri cubici. In Occidente sono solo una curiosità e poche sono arrivati a queste latitudini (pensate alla Suzuki Wagon R), ma in Giappone sono ancora un terzo del mercato domestico.

La politica del primo ministro Yoshihide Suga che intende portare il paese al livello carbon neutral nel 2050 e bandire le vendite di motori convenzionali dal 2035 sta creando dubbi a Toyota, Honda, Nissan e altri sulle prospettive future delle kei car.

Lo spostarsi verso la propulsione elettrica di questi modelli, preziosi in metropoli congestionate dove c’è poco spazio e nelle campagne per sostituire il trasporto pubblico, potrebbe portare potenzialmente a raddoppiarne il prezzo, secondo la società di consulenza Tokyo Tokai Research.

Un aumento dei prezzi sarebbe probabilmente la fine di questa categoria di auto: in passato, considerato che il nocciolo duro della clientela giapponese sono anziani e donne, anche il solo tentativo di aumentare le tasse su questi veicoli ha creato proteste, disagi e messo in questione il futuro del settore.

Ma ormai in Giappone iniziano a chiedersi se piuttosto che sparire il pubblico delle kei car, non sia invece destinato a spostarsi su modelli a zero emissioni locali molto meno costosi delle varie Tesla Model 3 o Toyota Mirai: quelli che sono comparsi con la SGMW HongGuang Mini EV che è stato il fenomeno del mercato cinese 2020.

A suggerirlo sono stati i commenti di un manager di un colosso giapponese: Shigenobu Nagamori, numero uno del più grande produttore globale di motori elettrici Nidec, presente anche in Italia con la divisione che anni fa ha rilevato Ansaldo Sistemi.

Secondo Nagamori, che parlava durante la presentazione degli utili aziendali lo scorso gennaio, ci sarà un segmento in cui i prezzi dell’auto elettrica scenderanno in futuro a 300.000 yen (sotto i $3.000), non solo rispondendo alla domanda di donne e pensionati giapponesi che oggi guidano kei car, ma creando nuova domanda in India, Africa, Medio Oriente e Sud America.

Prodotti simili, secondo Nagamori, potranno dare una spinta consistente a portare il mercato globale dell’automobile da 80, 90 milioni di unità fino a un futuro in cui salirà a 300 milioni di pezzi l’anno.

Nidec, che produce motori elettrici in campi tanto distanti quanto elettronica wearable ed auto, intende partecipare alla guerra dei prezzi nell’automotive, lasciando capire che nel settore ci sono altri ambiti in cui il calo dei prezzi sia un dato di fatto, al di là di quello ben noto a tutti dei costi delle batterie in costante discesa.

Se la prospettiva a medio e lungo termine dell’amministratore delegato del gruppo di Kyoto è corretta, in futuro non saranno più neppure necessari gli sforzi pubblici a sostegno dell’acquisto di veicoli più sostenibili per le famiglie a basso reddito, che sono attualmente attivi in molte zone.

Dalla California, dove il settore pubblico ha varato il programma Clean Vehicle Rebate Project con contributi tra $1.000 e $4.500 per acquistare ibride ed elettriche oltre ai fondi standard, fino al superbonus italiano per i contribuenti con ISEE fino a €30.000 che assicura uno sconto fino del 40% del prezzo d’acquisto di veicoli elettrici rientranti in specifici requisiti di prezzo e potenza.

La prospettiva sembra andare contro il senso comune dei manager dell’auto, che per anni e anni hanno mostrato scetticismo sulle possibilità di fare utili sulle auto elettriche in generale. Nella stessa Cina, la joint venture di SAIC, General Motors e Wuling si è trovata in casa con la HongGuang Mini EV un fenomeno che non si aspettava. Al momento del lancio i dirigenti SGMW si aspettavano di venderne 3.000 al mese. A inizio anno avevano superato le 35.000 immatricolazioni.

Il numero uno di General Motors Phil Murtaugh aveva anche avuto difficoltà a far approvare il progetto da Detroit, riuscendoci alla fine con l’argomento che da Wuling (la casa col cui marchio la HongGuang Mini EV viene venduta) si poteva imparare qualcosa sulla produzione delle auto a basso costo. Nel 2020 la joint venture SGMW ha venduto 1,6 milioni di veicoli, circa la metà di quante GM ne abbia vendute in Cina in totale.

Il potenziale ripensamento dei gruppi auto sulle prospettive di un segmento A galvanizzato dalla transizione all’elettrico piuttosto che “ucciso” dalle batterie è una relativa sorpresa. E anche una novità che sta formando nuovi spazi per industria, manifattura e lavoro. Sulle piccole e piccolissime ad esempio si ipotizzano soluzioni alternative di batterie, con meno densità di energia e costi molto inferiori, dalle materie prime a quelli finali.

Così non c’è probabilmente da meravigliarsi se SEAT e il suo numero uno Wayne Griffiths hanno celebrato come un grande successo il fatto che sia stato assegnato a Martorell il ruolo di specialista delle piccole elettriche del segmento A, a quanto pare per tutto il gruppo di Wolfsburg: non è un ripiego né un’ultima spiaggia ma, se ha ragione Nagamori-san, uno spazio destinato alla crescita.

Credito foto di apertura: ufficio stampa Wuling