AUTO

Nidec si fa largo: dai motori elettrici alle postazioni di ricarica veloci

In Francia l’ambiziosa joint venture con PSA, in Italia un progetto per postazioni di ricarica ultra-veloci che non stresseranno la rete grazie all’accumulo

La giapponese Nidec, uno dei più grandi gruppi industriali su scala planetaria, si affida alla Vecchia Europa per crearsi una propria nicchia nel mercato della mobilità elettrica. Ed ha deciso di farsi strada puntando su aziende basate in Francia ed in Italia.

Da pochi giorni è stata confermato l’avvio della joint venture, già annunciata a dicembre 2017, tra Nidec Leroy Somer e il gruppo PSA. La nuova azienda si chiamerà Nidec PSA emotors, sarà diretta da Ghislain Boiteau ed avrà sede a Carrières-sous-Poissy, con una dote di capitale iniziale di €15 milioni.

Come suggerisce la ragione sociale, i €220 milioni di investimenti iniziali serviranno a progettare, sviluppare e costruire motori elettrici per varie tipologie di modelli elettrici: 48 volt, ibride ricaricabili ed elettriche al 100%. La produzione avrà luogo presso l’impianto PSA di Tréméry, vicino a Metz, dove a regime si potranno produrre fino a 900.000 motori elettrici per auto l’anno.

Dalla Francia all’Italia, dai motori elettrici passiamo alle postazioni di ricarica. Nidec ASI, acronimo di Ansaldo Sistemi Industriali, è leader globale (tra l’altro) in motori elettrici di grandi dimensioni. Ma ha al suo interno know-how in numerosi settori, ed ha deciso di sfruttare le proprie competenze nello stoccaggio per proporre stazioni di ricarica ultra-veloci per le auto elettriche.

Nidec ASI propone infatti col suo sistema Ultra Fast Charger una soluzione alternativa a quelle di concorrenti come ABB, Tritium e Porsche, tra i primi ad aver installato postazioni HPC che arriveranno a erogare (beninteso quando usciranno sul mercato auto in grado di assorbirli) fino a 350 kW.

Nidec ASI lavorando sullo stoccaggio (ha realizzato sistemi di accumulo per colossi come ENEL, Edf, E.on e Terna) propone impianti con un buffer tra rete e colonnina: le postazioni integreranno batterie con capacità di 160 kWh.

In altri termini le sue postazioni ultra-veloci, che arriveranno ad erogare fino a 320 kW di energia, saranno in grado di moltiplicare fino a sei volte la potenza assicurata ai veicoli rispetto a quella attinta dalla rete.

Ovviamente la presenza di sistemi di accumulo in aggiunta alla postazione ultra-veloce fa pensare che il costo dell’impianto possa essere superiore a quello della sola colonnina ultra-veloce.

Ma l’Ultra Fast Charger si propone come una alternativa molto interessante in quei casi (e non sono rari) in cui si voglia assicurare alla clientela una notevole facilità di ricarica anche a fronte della disponibilità di una rete non realizzata su misura per elevati picchi di assorbimento.

Ad esempio, resort o grandi alberghi in località turistiche esclusive ma molto decentrate come Porto Cervo o Portofino potrebbero assicurare alla clientela di ricaricare in soli 15 minuti fino all’80% della capacità della batteria delle loro prossime Jaguar I-Pace o Audi e-tron senza rischiare che il carico faccia andare in tilt reti elettriche che oggi non sono ancora realizzare su misura, specie in aree come quelle ipotizzate, prive o quasi di insediamenti industriali.

I sistemi Nidec ASI saranno anche in grado di agire nell’ottica della ricarica bi-direzionale, cedendo energia alla rete là dove siano realizzati ed operativi sistemi V2G (vehicle-to-grid), che l’italiana ENEL sta sperimentando all’estero ma anche in Italia con qualche progetto-pilota come a Genova presso l’Istituto Italiano di Tecnologia.


Credito foto di apertura: ufficio stampa Nidec Industrial