INFRASTRUTTURA

Il cambio-rapido delle batterie fa nuovi proseliti

Il produttore di batterie SK Innovation investe in una società cinese attiva nel battery swap e pensa a lanciarlo in Corea, mentre l’idea è vincente nell’hackathon torinese organizzato da Stellantis e Visionary Days

La settimana scorsa la terza forza (SK Innovation) alle spalle dei due litiganti abituali (LG Energy Solution e Samsung SDI) della manifattura coreana di batterie ha confermato ufficialmente di aver acquisito attraverso la propria sussidiaria SKFS (SK Future Energy Shanghai) una quota del 13,3% in BPSE (Blue Park Smart Energy), società che appartiene a BAIC Group, realtà industriale della regione di Pechino nota in Occidente come partner di lunga data e azionista Daimler.

SK Innovation non è solo un fresco investitore in BPSE, ma dal 2013 partner in una joint venture con BAIC Group riguardante le batterie. L’investimento passato e quello presente rispecchiano i piani del gruppo coreano di contare di più nel settore sul primo mercato globale per l’auto elettrica.

Il rapporto più stretto con BPSE concerne il campo di quello che ormai si usa definire BaaS o Battery as a Service, concetto che racchiude molti servizi anche non necessariamente legati alla manifattura in sé: come il noleggio e leasing, la ricarica, il riciclo.

L’aspetto che per SK Innovation costituisce una novità è che BPSE da tempo sta dedicandosi a una attività che riscuote un crescente successo in Cina: quella dell’infrastruttura rivolta ai modelli in grado di sostituire rapidamente la batteria. In questo settore si è inserita rapidamente NIO che ha avuto il gradimento del pubblico della clientela privata coi suoi SUV elettrici, mentre BAIC ha scelto un percorso diverso, rivolgendosi soprattutto nel nord del paese a società di taxi e di car sharing, modelli di business nei quali ridurre i tempi morti è un asset.

BPSE si dedica proprio a questo aspetto con una rete di stazioni di ricarica rapida che sono del tutto staccate dall’infrastruttura della rete elettrica. Le società che come NIO e BAIC hanno scommesso sul battery swap ritengono che sia una soluzione in grado di costituire una alternativa credibile per la clientela che gradisce soste molto brevi ma anche economicamente percorribile.

Questo perché la richiesta di capitale assorbita dalle stazioni automatizzate è molto inferiore alle necessità di una postazione ultra-veloce: colonnine da 300-350 kW costano decine di migliaia di euro l’una, e oggi per una postazione autostradale da 5-6 colonnine non basta un milione di euro di investimento iniziale.

Ai coreani in particolare questo dettaglio piace perché sono una divisione del conglomerato dell’energia che ha la più ampia rete di stazioni di servizio tradizionali sul mercato domestico, e identificare potenzialità e colli di bottiglia di un servizio di battery swap lavorando insieme a BPSE offrirà loro una traccia molto affidabile per proporre all’occorrenza un servizio simile in Corea del Sud.

Mentre il cambio rapido di batterie è da tempo una realtà per le due ruote, non solo per le biciclette elettriche ma anche per gli scooter (società come Gogoro e Kymco per mercati come Taiwan hanno ormai scelto questa via in modo preponderante) la transizione dalla ricarica alla colonnina al cambio rapido per le quattro ruote appare più complessa.

A parità di tempo per l’operazione c’è sì minor capitale richiesto da stazioni di cambio rapido rispetto a colonnine ultra-veloci. Ma il modello BaaS procede in molti casi di pari passo con batterie che sono in capo all’azienda piuttosto che al cliente, una soluzione che in Cina è sempre più gradita mentre in Europa Renault che la applicava per le Zoe sta abbandonando su tutti i mercati.

A credere nelle opportunità del battery swap come soluzione ad alcune necessità del pubblico dei veicoli elettrici non sono solo gli indecifrabili manager coreani come quelli di SK Innovation, ma a quanto pare anche entusiasti giovani ingegneri e studenti italiani che hanno partecipato lo scorso fine settimana all’hackathon organizzato da Stellantis e Visionary Days che ha approfondito le idee sulla E-Mobility emerse durante le precedenti giornate di novembre, lavorando in team su progetti per la mobilità sostenibile.

I giudici tra molte proposte brillanti e innovative al termine dell’intensa “due giorni” di lavori hanno scelto come vincitore il team che ha proposto il progetto Modular (composto da Stanislav Russo, Hava Abram Antonucci, Francesco Prodi e Alberto Mossetto).

Il gruppo si è dedicato alla possibilità di realizzare pacchi batterie più leggeri, compatti e modulari che sia possibile sostituire in tempi rapidi in stazioni di scambio organizzate per utilizzare le batterie come accumulatori per lo stoccaggio dell’energia prodotta da fonti rinnovabili.

I giudici hanno giudicato la proposta, seppur non immediatamente realizzabile, uno scenario percorribile a breve dalla tecnologia. Certo non abbastanza per evincere che vedremo presto modelli Stellantis in grado di sottoporsi al battery swap, ma una certezza che il quarto gruppo globale terrà d’occhio le possibilità di questa soluzione e che ci sono giovani talenti italiani che non vedono l’ora di metterla in pratica.

Credito foto di apertura: ufficio stampa SK Innovation