7 giorni di business che cambiano la mobilità del futuro: 17 – 23 gennaio
Il briefing di questa settimana: i nuovi accordi, investimenti e operazioni con protagonisti Aeva, Aurora, BYD, Cruise, Denso, EVgo, General Motors, Microsoft, Paccar
19 gennaio: la divisione dedicata alla guida autonoma Cruise dall’inizio della settimana ha ufficialmente Microsoft come partner: ha partecipato a un round di finanziamento da $2 miliardi insieme a General Motors, Honda ed altri investitori istituzionali, contribuendo ad elevare la valutazione della startup di San Francisco a $30 miliardi. Il rapporto tra il colosso di Redmond e la società dei robotaxi che conduce il proprio sviluppo di sistemi e veicoli soprattutto nella Baia (da poco anche senza supervisori a bordo) è particolarmente appropriato considerato che apporta al partenariato il contributo sul cloud della divisione Azure. Ci sono pochi dubbi che flotte di veicoli senza guidatori come l’Origin che GM costruirà apposta per il settore avranno la necessità di una costante ed affidabile connettività, anche se non è chiaro quando il settore dei robotaxi potrà diventare un apprezzabile contributo ai ricavi dei gruppi che ad essi stanno dietro. Cruise, GM e Microsoft nell’annunciare il nuovo business non si sono però soffermati su questo aspetto che non è certo un dettaglio.
19 gennaio: la startup Aeva Inc. a pochi giorni dall’ingresso in borsa attraverso una fusione con la SPAC InterPrivate Acquisition Corp del valore di $563 milioni, ha annunciato una collaborazione col gruppo della fornitura Denso. Insieme all’azienda giapponese Aeva punta a trasformare in prodotto di massa i sensori LiDAR basati sulla tecnologia FMCW (frequency modulated continous wave). Si tratta di una tecnologia utile ai futuri veicoli a guida autonoma avanzata e caratterizzata da costi inferiori ai sensori laser oggi più diffusi e già apparsi su alcuni modelli premium di fascia alta.
19 gennaio: la startup della guida autonoma Aurora e il gruppo dei veicoli commerciali Paccar senza rivelarne i dettagli economici i partner hanno confermato di aver raggiunto un accordo per mettere il software Aurora Driver e i sensori laser e l’altra attrezzatura indispensabile alla guida senza interventi umani sui mezzi pesanti del gruppo americano dei modelli Peterbilt Model 579 e Kenworth 680. I sistemi saranno sottoposti a prove oltre che al centro ricerche dove si sviluppano i camion a Bellevue, sul Pacifico, anche su strade ed autostrade aperte al pubblico. Le aziende puntano a poter applicare i risultati in sistemi adeguati a coprire medie e lunghe distanze commercializzabili entro un numero limitato di anni.
21 gennaio: il gruppo cinese BYD, che festeggia vendite crescenti del nuovo modello di auto elettrica Han (nella foto di apertura) e ricchi contratti per gli autobus tra cui uno da un migliaio per la metropoli di Bogotà, giovedì ha annunciato un piano per raccogliere dalla divisione quotata ad Hong Kong $29,9 miliardi in valuta locale ($3,9 miliardi) per battere il ferro caldo della buona disposizione degli investitori verso il settore della mobilità elettrica. La società di Shenzhen appoggiata anche da Warren Buffett ha collocato tramite un sindacato di banche internazionali 133 milioni di azioni a HK$225 ciascuna, con una sforbiciata del 7,8% al prezzo di chiusura del mercoledì di HK$244. La nuova quota corrisponde al 14,54% del flottante di BYD ad Hong Kong dopo l’emissione (è quotata anche alla borsa di Shenzhen) e il 4,88% del capitale totale. Senza la decisione di BYD di rivolgersi ai mercati, il business globale più ricco della settimana sarebbe stato l’ennesimo round di finanziamento di Rivian: $2,65 miliardi che si aggiungono alla pila di denaro che già scorreva verso le casse del fondatore RJ Scaringe.
22 gennaio: EVgo dalla fondazione nel 2010 si è espansa con postazioni di ricarica in oltre 800 siti collocati in 67 aree metropolitane di 34 stati americani, dopo aver in alcuni casi stipulato accordi con gruppi del retail come Albertsons, Kroger e Wawa per attirare clientela diretta presso i loro punti vendita. La società che, nei prossimi cinque anni vuole installare altri 2.700 colonnine ultra-veloci, ha accordi con case come GM e Nissan, oltre a gruppi come Uber e Lyft e per finanziare lo sviluppo prenderà la strada della fusione inversa grazie all’accordo con la SPAC Climate Change Crisis Real Impact I Acquisition Corporation. L’affare, che consente ad EVgo di raccogliere $575 milioni di denaro fresco, $400 dei quali attraverso il canale PIPE (private investment in public equity) attribuisce a EVgo una valutazione di mercato di $2,6 miliardi. Curioso constatare la differenza di stima del mercato tra un gruppo con asset concreti che ha ricavi e ne avrà gradualmente di più quotidianamente grazie al flusso di soldi necessari alle ricariche di sempre più veicoli elettrici e numerose altre startup che hanno avuto valutazioni superiori solo in base alla promessa di una tecnologia ma zero ricavi attuali. La colonnina evidentemente non attira fan o micro-investitori, ma non l’hanno pensata così grandi fondi come PIMCO o BlackRock, che invece hanno investito in EVgo.