AUTOMAZIONE

I voti al Ford Co-Pilot360? Migliori di quelli dell’Autopilot

Tre modelli premium tedeschi sul podio dei nuovi test sui sistemi ADAS sviluppati da Euro NCAP e Thatcham Research, e anche la Ford Kuga fa meglio della Tesla Model 3

Euro NCAP e Thatcham Research hanno messo a punto un set di test che valutano i sempre più diffusi sistemi ADAS quali adaptive cruise control e dispositivo di mantenimento della corsia. Lo scopo è fornire più informazioni agli automobilisti e ai gestori di flotte e mobility manager in un settore sempre più affollato ma che non per questo è diventato più trasparente.

Se dare i voti ai sistemi di sicurezza ADAS non andrà ad avere effetti sul sistema di attribuire le ambite stelle della sicurezza Euro NCAP, anche perché nella maggior parte dei casi non sono montati di serie.

Tuttavia questo attirerà l’attenzione sull’efficienza dei dispositivi nel fare il lavoro al quale sono destinati. E i sistemi saranno anche valutati per come sono proposti alla clientela, visto che specie nella nomenclatura gli ingegneri delle case auto sono scavalcati dal marketing con nomi attraenti ma non sempre consistenti.

I voti assegnati sono very good, Good, Moderate e il minimale entry. Le tre aree in cui Euro NCAP e Thatcham hanno valutato le performance sono: vehicle assistance, ovvero quanto efficacemente un dispositivo lavora durante il normale funzionamento. Driver engagement: quanto accuratamente i sistemi sono descritti dal venditore; quanto bene l’auto monitora se il conducente presta attenzione; quanto è intuitivo l’uso e se è chiara la differenza tra ingaggio e no. Infine si valuta il safety back-up: l’efficienza del sistema nell’intervenire nelle emergenze di varia natura.

A ciascuna auto sono stati dati punti fino a 100 nelle tre categorie, poi gli esperti hanno preso il punteggio del safety back-up e lo hanno aggiunto al più basso ottenuto tra le due categorie restanti. Un passo metodologico dovuto al fatto che safety back-up è l’area più importante per la sicurezza, rispetto alla quale le due altre categorie devono essere misurate. I risultati poi sono stati fatti confluire nei giudizi, da very good a entry.

Nella prima “infornata” di dieci modelli esaminati i giudici hanno valutato la Mercedes GLE (174 punti) come quella con il più chiaro e trasparente coinvolgimento del guidatore riguardo all’assistenza offerta da sensori e chip.

A ottenere voti molto buoni anche BMW Serie 3 (172) e Audi Q8 (162) delle quali sono stati apprezzate l’intuitività delle interfacce. Dal “podio” prescelto da Euro NCAP e Thatcham si potrebbe pensare che si sia trattato di un test riservato a modelli premium, ma in effetti non era così.

Al contrario gli esaminatori hanno sottolineato come apprezzabile che un’auto popolare come la Renault Clio abbia a bordo un sistema in grado di erogare accettabili performance nelle aree vehicle assistance e safety back-up, sia pure finendo solo nella fascia entry.

Un modello di un’altra casa generalista, Kuga, ha fatto particolarmente bene: il Ford Co-Pilot 360 l’ha accompagnata fino a un totale di 152 punti che le ha procurato un giudizio good.

La sorpresa della prima decina di modelli sottoposti a test è stata la Model 3, che pure si fregia delle cinque stelle della massima sicurezza Euro NCAP. L’Autopilot ha consentito a Tesla di ottenere solo 131 punti e il sesto posto con un giudizio di efficacia moderate.

In parte questo è stato dovuto al fatto che il sistema si è scollegato nel momento in cui un guidatore cercava di sterzare attorno ad un ostacolo, invece di consentire l’intervento di chi era al volante e di reinserirsi poi automaticamente. In parte al vecchio contenzioso sul mancato uso di camere interne per monitorare l’attenzione del guidatore, e all’assenza di head-up display che riporti dati sulla visuale diretta di chi è al volante.

Il discusso e controverso (a cominciare dal nome) Autopilot in queste stesse ore è stato al centro di un’ondata di popolarità sui social media per un video di un cliente Tesla che si vede abbandonare il sedile di guida su una Model X in marcia, riprendendo il tutto senza remore o timori.

È il genere di comportamento che, secondo i responsabili dei nuovi test sui sistemi ADAS, è incoraggiato da un marketing che vende un sistema dal nome inappropriato perché suggerisce piena automazione. Un equivoco che difficilmente potrebbe presentarsi ai clienti che ordinano una BMW Serie 3 dotata della suite venduta col nome Driving Assistant Professional.

Proprio questo sembra essere l’attuale punto debole Tesla nei test con la metodologia definita da Euro NCAP: il suo sistema perde vistosamente nel driver engagement quello che guadagna negli altri settori sia rispetto a Kuga sia ai modelli premium del “podio” e non bastano ad esempio pieni voti al suo adaptive cruise control per compensare il gap. Non quello che ci si aspetterebbe da una casa che Elon Musk ha sostenuto all’ultimo Battery Day essere a poche settimane dall’abilitare le funzionalità full self-driving.

Credito foto di apertura: ufficio stampa Ford of Europe